CRONACA
Benevento, spaccio di stupefacenti: condanne definitive per 6 membri dei clan Saccone, Sparandeo e Piscopo
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Si chiude con sei condanne definitive l’“Operazione Beccaccia” della Squadra Mobile di Benevento, coordinata dalla DDA di Napoli, relativa ad un traffico e spaccio di sostanze stupefacenti negli anni 2003/2004 facente capo alle famiglie “Saccone- Sparandeo” e “Piscopo”.
A finire in manette, alle prime luci dell’alba, in esecuzione della Sentenza nr. 695/2012- Reg. Gen. Nr.1528/2010 –R.G.N.R. nr. 42403/2003, emessa dalla Corte di Appello di Napoli – Sez. Quarta , divenuta definitiva lo scorso 7 novembre, a seguito di rigetto di ricorso della Corte Suprema di Cassazione, sono stati:
Elena Volpicelli, 31enne di Benevento, già detenuta agli arresti domiciliari, condannata alla reclusione di 11anni 5 mesi; Paolo Ciotti, 32enne beneventano, condannato a 11anni e 7 mesi di reclusione; Emanuele Sorice, 28enne di Benevento, a 4 anni e 10 mesi; Salvatore Nizza, 33enne beneventano, condannato a 4 anni e 11 mesi di reclusione; Antonio Maiello, 63enne di Benevento, condannato a 8 anni di detenzione e Vincenzo De Matteo, 37enne originario di Termoli, ma residente nel capoluogo sannita, condannato a 2 anni e 11 mesi.
I sei vennero tratti in arresto, unitamente ad altre 18 persone, per i reati p. e p. dagli artt. 110 c.p. e 74 D.P.R. 309/90, su ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli il 21 febbraio 2007, nell’ambito dell’indagine denominata “Operazione Beccaccia”.
Le 24 ordinanze di custodia cautelare vennero eseguite, il 1 marzo 2007, dalla Squadra Mobile della Questura di Benevento. L’indagine ebbe inizio dopo diversi decessi per overdose, che facevano ritenere attiva nel capoluogo sannita una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti.
Al fine di individuare esattamente le modalità di vendita e di approvvigionamento della droga, venne avviata un’attività investigativa, approfondita e sviluppata attraverso una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche, dalle quali emerse l’esistenza, sul territorio di Benevento, di due associazioni criminali con una struttura gerarchica di tipo piramidale, finalizzate all’approvvigionamento, al trasporto ed alla vendita illegale degli stupefacenti.
La prima associazione, finalizzata alle estorsioni, armi, ricettazione, truffa, falso, faceva capo al clan “Saccone-Sparandeo”, e coinvolgeva un numero rilevante di soggetti, tra cui svariati minorenni, ad ognuno dei quali era stato assegnato un compito ben preciso: acquisizione presso i fornitori nelle province di Caserta e di Napoli, funzioni di corriere e di spaccio in città.
Parallelamente alla prima organizzazione operava una seconda, capeggiata da Giuseppe Adamo, a cui erano affiliati numerosi pregiudicati di Benevento. Nel corso delle attività investigative si accertò che il sodalizio si approvvigionava di cocaina e hashish a San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, e spacciava nel capoluogo, nelle zone frequentate solitamente da giovani.
Oltre alle risultanze delle intercettazioni ambientali, nel corso delle indagine, a conferma dell’illecita attività, vennero effettuati diversi interventi su strada, nel corso dei quali fu sequestrata eroina, cocaina e hashish.
I sei arrestati ebbero all’interno delle organizzazioni ruoli diversi, ma in ogni caso rilevanti: Elena Volpicelli, soprannominata “Pelle e’ Cane”, ebbe il ruolo di controllare “sul campo” l’attività di spaccio degli altri membri dell’organizzazione a delinquere; Vincenzo De Matteo quello di corriere ; Paolo Ciotti (“Marpione”) spacciatore ; Emanuele Sorice ( “Scarcagno”), spacciatore; Salvatore Nizza (“Pagnuotto” o anche “Totore”), spacciatore; Antonio Maiello, fornitore e spacciatore.