Comune di Benevento
Dalle buche stradali ai monumenti: a difendere Benevento ci pensa l’ “esercito” delle transenne
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Benevento città aperta: buchi sull’asfalto, monumenti fatiscenti e strade dissestate. La soluzione, nonostante la crisi e la conseguente carenza di personale, la trova l’amministrazione assoldando le transenne. L’esercito del “Generale” Fausto Pepe ammonta a circa 30 unità dislocate sull’intero territorio cittadino.
Il “piano di battaglia” di Palazzo Mosti non lascia nulla al caso: ogni reparto è stato utilizzato in base alle proprie qualità e alle necessità del territorio.
A partire dal battaglione storico di piazza Orsini, dove i veterani logorati dal duro lavoro di barriere d’ingresso allo slargo sono quasi al limite delle forze. Rovesciati a terra tengono duro, ligi al dovere, in attesa della soluzione finale della vicenda relativa al parcheggio.
Ma il grosso della truppa è stata dislocata per controllare e dirigere il traffico cittadino. Partendo da via Pacevecchia, all’omonimo quartiere, dove in compagnia di due fedeli birilli le transenne sono sentinelle immobili dell’asfalto dissestato, tramutando l’incrocio quasi in una rotatoria.
Passando poi per il celeberrimo cantiere di via Napoli: lì Pepe ha inviato una task force di ben 12 specialisti in tecniche di deviazione e spartitraffico.
Con compiti meno specifici ma altrettanto importanti, alcune unità sono al lavoro in via Francesco De Sanctis e via Nicola da Monteforte.
Queste transenne si occupano della prevenzione degli infortuni. Recintano, infatti, due buchi nella carreggiata: il primo è un tombino senza copertura, l’altra invece è una voragine nell’asfalto. Questi reparti speciali sono tra i più cari alla popolazione e i più apprezzati dalle forze dell’ordine per l’importante ruolo di prevenzione che svolgono.
Anche alla Rotonda Pacificazione Nazionale, un solitario soldato vigila su di un tratto di marciapiede privo di mattonelle. Scaltro e anonimo si è sdraiato per non intralciare l’intenso traffico veicolare e permettere il passaggio dei pedoni.
Infine, perché il Comando Generale pensa a tutti gli aspetti, ci sono le sentinelle culturali. Nella città dell’Unesco un plotone è posto a tutela dei nostri monumenti.
Discreti – per non dare fastidio ai turisti -, sostituiscono pali in marmo, che giacciono inermi nelle aiuole, come nel caso del Rione Ferrovia, a due passi dalla Stazione Centrale. Oppure tutelano le antiche mura longobarde, facendo muro su una zona strutturalmente più debole.
Non potevano mancare i piantoni anche all’Arco di Traiano. Lì tre transenne coprono con la loro divisa rosso-argento il degrado alle loro spalle: i pilastri in marmo sradicati e le catene penzolanti. Sono così attenti che quasi coprono anche la legenda che spiega ai visitatori i fregi del monumento romano.
Il prossimo passo, si spera, sarà quello di far rientrare l’esercito alla base e trovare delle soluzioni, magari definitive, per pacificare l’intero territorio comunale.
Antonio Zamparelli