ECONOMIA
Le prospettive per il Mezzogiorno nella penultima giornata di SUDECONOMY
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Un faro acceso sul Mezzogiorno con le sue problematicità ed opportunità di sviluppo. La penultima giornata di SUDECONOMY nel capoluogo sannita ha aperto un’ampia riflessione su un grande tema del dibattito nazionale e locale, la questione meridionale.
Tavole rotonde organizzate in più sessioni di lavoro hanno visto la presenza di docenti universitari, economisti ed esperti di politiche del lavoro e della formazione di istituti come l’Isfol e lo Svimez da sempre impegnati in attività di ricerca sulle questioni legate allo sviluppo dei territori che, dalla metà alla punta dello stivale, vivono ancora più drammaticamente questo profondo momento di difficoltà economico-sociale.
Un Mezzogiorno dove il Pil, dal 2007 al 2011 ha perso oltre sei punti percentuali ed in cui le previsioni per il 2012 parlano di un -3,5%, rappresenta un pezzo importante dell’economia italiana che, con i suoi giovani paga il prezzo più alto della crisi. Fase drammatica quell’attuale, che gli esperti hanno definito la tempesta perfetta con una doppia crisi della domanda e dell’offerta ma una luce in fondo al tunnel si vede.
Ripartire dal Sud ma soprattutto dal suo potenziale di crescita più importante: i giovani, puntando su settori come quello dei servizi alla persona o l’industria culturale che secondo le stime dello Svimez potrebbe dare oltre 150mila posti di lavoro sfruttando l’immenso patrimonio artisitico e offrendo servizi specializzati.