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POLITICA

‘Scuola di Magistratura, il Pd locale intervenga presso il centrosinistra di Benevento…’

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Con una lunga ed articolata nota diffusa alla stampa, ed ovviamente subito rilanciata dagli organi di informazione non solo locali, il presidente della Provincia catanzarese, Wanda Ferro (che tra l’altro risulta fra quelli che hanno maggiore appeal presso gli amministrati in quelle graduatorie nazionali che ‘testano’ appunto il gradimento alla prova dei fatti politici nell’operato), ha risposto alle opposizioni locali che, sul tema della ‘spartizione’ della sede meridionale della Scuola di Magistratura fra il capoluogo calabrese e la città di Benevento, hanno lanciato strali infuocati contro le locali amministrazioni di centrodestra.

"Sono sempre stata dell’idea che questioni delicate e di rilevante importanza per i territori, come certamente è l’istituzione della Scuola di Magistratura, non si risolvano con le gazzarre mediatiche, ma piuttosto con il confronto istituzionale, anche aspro, nelle sedi decisionali, ed un’azione concreta determinata a sostegno delle proprie ragioni. Certo non sono le dichiarazioni stampa, né le manifestazioni di piazza, a determinare la scelta della sede meridionale della Scuola. Ed infatti anche in passato sono stata messa sotto accusa per non aver preso parte, come gran parte della cittadinanza, ad un corteo di protesta contro lo "scippo" perpetrato dall’ex guardasigilli Mastella che, con un colpo di mano, aveva trasferito nella sua Benevento la sede della Scuola. Ritenevo infatti, allora come oggi, che quella manifestazione, organizzata da una parte politica e anche per questo fallita sotto il profilo della partecipazione popolare, avrebbe sostanzialmente sconfessato il vasto sentimento di ribellione che attraversava l’intera città.

Resto convinta, inoltre, che quella manifestazione fu la prova della debolezza politica ed istituzionale del centrosinistra catanzarese, che non ha mai creduto fino in fondo alla possibilità di istituire la Scuola a Catanzaro. Di là dalle dichiarazioni di facciata, infatti, fatichiamo a trovare atti concreti realizzati dell’allora maggioranza per rafforzare le istanze della città di Catanzaro. Né abbiamo registrato dure prese di posizioni o palpabili iniziative nei confronti del Governo Prodi, che è il vero padre del pasticcio istituzionale che ci ha costretti ad intervenire nelle sedi giudiziarie. Un fatto concreto, per l’appunto, è il ricorso al Tar del Lazio proposto dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro che ha riaperto la vicenda, riparando il torto di Mastella e restituendo al capoluogo calabrese la sede della prestigiosa Scuola. Né la sottoscritta è rimasta in silenzio quando, in una prima fase, il ministro Alfano ha espresso la volontà di mantenere la Scuola di Magistratura a Benevento: al contrario, insieme a Michele Traversa e ai vertici del Pdl catanzarese e calabrese, abbiamo assunto posizioni forti nei confronti del guardasigilli, del nostro stesso partito, finché lo stesso non si è convinto dell’opportunità di istituire a Catanzaro una sede della Scuola, pur mantenendo un’altra sede a Benevento. Una decisione che il ministro aveva comunicato, intorno ad un tavolo istituzionale, alla presenza dell’allora governatore Loiero, all’ex sindaco Olivo e dei parlamentari di maggioranza e opposizione. Poi la sottoscritta da presidente della Provincia, insieme al nuovo sindaco Michele Traversa ed al presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, ha insistito con il ministro Alfano prima e, appena insediato, con il nuovo guardasigilli Nitto Palma, perché la vicenda venisse definita con chiarezza e in maniera definitiva a favore di Catanzaro.

Ancora una volta con atti concreti, come la lettera con la quale Provincia, Comune e Regione hanno chiesto in maniera congiunta al ministro Palma di dare seguito alla sentenza del Tar del Lazio, immediatamente esecutiva, che giudica illegittime le decisioni di Mastella e stabilisce l’istituzione a Catanzaro dell’unica sede meridionale della Scuola di Magistratura. Una decisione alla quale il guardasigilli ha fatto seguire atti concreti, avviando la fase esecutiva ed inviando a Catanzaro, per i primi sopralluoghi, il direttore generale del Ministero dott. Alfonso Malato. Oggi vengo accusata di "silenzio", ma in realtà ritengo che non ci sia alcuna ragione di intervenire in merito all’incontro durante il quale parlamentari catanzaresi e sanniti hanno discusso con il ministro di possibili soluzioni che, da un lato, eviterebbero di penalizzare troppo la città di Benevento, nella quale pure si sono create aspettative, dall’altro scongiurerebbero possibili sorprese sgradite dall’esito del ricorso al Consiglio di Stato, la cui decisione è prevista il prossimo 17 gennaio. In tal senso si è parlato della possibilità di mantenere a Benevento alcuni corsi per i magistrati della Campania, senza mettere in alcun modo in discussione l’istituzione dell’unica sede meridionale della Scuola a Catanzaro. Naturalmente non ci sono stati ‘accordi’, ‘compromessi’ o tantomeno ‘spartizioni’, né sarebbero stati possibili essendo tra l’altro la discussione avvenuta in assenza dei rappresentanti degli enti locali interessati, in particolare del Comune e della Provincia di Benevento. Piuttosto, anziché cercare spazio sui giornali, perché tanto a scrivere due righe sono capaci (quasi) tutti, gli esponenti del Pd catanzarese potrebbero rendersi davvero utili alla causa, intervenendo presso i vertici del proprio partito e gli amministratori beneventani, anche loro di centrosinistra, perché desistano dalle azioni giudiziarie intraprese contro la nostra città. Ovviamente, per fare ciò, sono necessari coraggio, autorevolezza, e soprattutto un peso politico che evidentemente i rappresentanti del centrosinistra catanzarese non hanno. Impegnati come sono, in effetti, nella gara, tutta interna e per alcuni pure seccante e faticosa, a guadagnarsi la guida di una spicciola opposizione".

 

 

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