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‘I Sanniti’, sugli eventuali rinvii a giudizio decisione il 23 novembre

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"Il prossimo 23 novembre il Giudice del Tribunale di Benevento, Flavio Cusani, dovrà decidere se rinviare a giudizio Maurizio Zamparini ed altri 13 indagati ai quali il Pubblico Ministero, Antonio Clemente, al termine di una lunga indagine seguita ad un esposto di Altrabenevento, ha contestato numerosi e gravi reati tra i quali la truffa, il falso ideologico e la corruzione, connessi con la apertura del Centro Commerciale “I Sanniti”.

Il Decreto di fissazione della udienza preliminare – scrive in una nota il presidente di Altrabenevento, Gabriele Corona – è stato notificato il 19 luglio scorso agli indagati, i loro avvocati e alle parti offese, Comune di Benevento, Provincia e Regione Campania, quindi ben noto, ma la stampa locale l’ha completamente ignorato, nonostante la gravità dei fatti contestati e le possibili conseguenze politiche, come purtroppo accade sempre più spesso quando le indagini riguardano casi di malaffare che vedono coinvolti amministratori e funzionari pubblici.

Il PM Clemente innanzitutto contesta a Zamparini promotore del Centro Commerciale, Rosa De Santis progettista della struttura, Paolo D’Arco richiedente la concessione edilizia, Giuseppe Iadicicco progettista del parcheggio nell’area del parco fluviale, Aldo Damiano assessore comunale, Luigi Giuliano ex dirigente del settore legale del Comune, Francesco Cassano e Mario De Lorenzo ex dirigenti del settore Urbanistica, il reato di truffa (640 codice penale) ai danni di Enti pubblici, per aver autorizzato, a vario titolo, la costruzione e l’apertura dell’Ipermercato “benchè non vi fossero tutti i presupposti e i requisiti di legge”. Il Sostituto Procuratore della Repubblica si riferisce soprattutto alla mancanza delle aree parcheggio necessarie per la superfice di vendita autorizzata e al “parcheggio in copertura fittizio e giammai realizzabile”.

Il reato di truffa viene ancora contestato a Maurizio Zamparini, Giuseppe Iadicicco e Francesco Cassano perché “con artifizi e raggiri concretatisi nella redazione di relazioni ed elaborati tecnici rappresentavano falsamente un’estensione dell’area di intervento per la realizzazione del parco fluviale pari a mq. 21.330 che Zamparini aveva promesso di cedere gratuitamente al Comune di Benevento, di gran lunga superiore a quella effettiva poiché parte della stessa era ed è di proprietà demaniale”. In realtà, sostiene il PM, la promessa di cessione del parco fluviale serviva per giustificare la autorizzazione a costruire nell’area parco un parcheggio di 22.900 metri quadrati a servizio del centro commerciale.

Sempre in riferimento alla estensione di quell’area, Clemente contesta a Maurizio Zamparini e all’ex dirigente comunale Francesco Cassano anche il reato di falso ideologico (art. 479 c.p.) per aver firmato accordi relativi alla cessione al Comune di un’area destinata a parco pur avendo saputo dagli esposti delle associazioni ambientaliste, che in realtà parte di essa era di proprietà demaniale.

Il falso ideologico viene contestato ancora a Zamparini, De Lorenzo e Giuliano perché “redigevano una relazione istruttoria, recepita integralmente dalla delibera 150 del 12 ottobre 2006 (che autorizzò l’apertura dell’Ipermercato) nella quale erano indicate circostanze false”. In particolare, secondo il PM, “non corrispondeva al vero che vi era stata una concorde richiesta del Comune e di Zamparini per rinviare l’udienza innanzi al TAR di Salerno (quella relativa alla sospensione dei lavori per difformità edilizie) in quanto il sindaco ha disconosciuto completamente il verbale di accordo”

Il Pubblico Ministero contesta ancora il falso ideologico al segretario generale del Comune, Antonio Orlacchio, e al collaudatore della struttura Vincenzo Zagarese perché il primo avrebbe attestato la autenticità della firma apposta da Zamparini Maurizio su un atto di procura mentre era palese che tale firma non fosse quella dell’imprenditore friulano, ed il secondo ha attestato la conformità delle opere realizzate al progetto, nonostante le palesi difformità.

Il reato di corruzione (art. 319 e 321 c.p.) viene invece contestato a Maurizio Zamparini, Aldo Damiano, Clemente Mastella e Lonardo Alessandrina perché, secondo la Procura della Repubblica, l’ex Ministro e la moglie avendo compiuto o fatti compiere soprattutto all’ex assessore Damiano, atti contrari ai propri diveri di ufficio per l’apertura del centro commerciale nonostante non ve ne fossero le condizioni ricevevano da Zamparini la somma di 50.000 euro per la Onlus Iside Nova a loro riconducibile.

Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.) è invece il reato contestato a Erbert Rosenwirth, “braccio destro e uomo di fiducia di Zamparini” il quale per ottenere l’apertura dell’Ipermercato nonostante le palesi illegittimità “offriva posti di lavoro all’ing. Zotti Salvatore, componente della Commissione Beni Ambientali del Comune di Benevento e denaro per 20.000 euro all’avv. Lepore Cosimo, assessore al patrimonio sempre del Comune, offerte che in entrambi i casi venivano respinte”.

Infine il PM contesta il reato di abuso d’ufficio (323 c.p.) a Zamparini, De Lorenzo e Damiano per il mancato abbattimento dei tre capannoni abusivi realizzati nell’area parco; a Giovanni Mirabella, geometra del Comune, per aver firmato una autorizzazione illegittima per sanare abusi edilizi connessi con la realizzzaione del Centro Commerciale e a Cassano, De Lorenzo, Damiano e Giuliano perché “intenzionalmente procuravano ingiusti vantaggi patrimoniali a Zamparini Maurizio” attraverso “accordi sostitutivi e con la delibera di Giunta n. 150 del 12/10/2006 che approvava, in luogo del Consiglio Comunale una vera e propria variante alla vigente strumentazione urbanistica” per consentire, tra l’altro, “la possibilità di utilizzo dei parcheggi previsti per il cosidetto parco fluviale a servizio del centro commerciale”.

Come molti ricorderanno, i fatti contestati dalla Procura della Repubblica sono in gran parte quelli denunciati dal 2005 da Altrabenevento, dalla associazione LIPU, e dall’allora segretario di Rifondazione Comunista, Gianluca Serafini e che indussero Salvatore De Toma e Antonio Medici a non firmare la delibera di Giunta n.150 con la quale ad ottobre 2006 fu autorizzata l’apertura del Centro Commerciale “I Sanniti”. Subito dopo, però, Sandra Sandrucci e Vincenzo Fioretti furono espulsi dalla LIPU per “estremismo ambientalista”; Gianluca Serafini fu sfiduciato dal direttivo di Rifondazione Comunista oggi guidata da Pasquale Basile che all’epoca era uno dei grandi sostenitori della apertura di quell’Ipermercato; Salvatore De Toma fu cacciato dalla giunta e sostituito da Italo Palumbo, suo compagno di partito ed oggi dirigente provinciale di SEL insieme a Serafini. Sarebbe il caso che il partito di Vendola assuma oggi una posizione su questa vicenda che finora ha procurato al Comune un danno di 6 milioni di euro per la mancata realizzazione e cessione da parte di Zamparini di due strade e un parco fluviale.

Sarebbe interessante conoscere anche il giudizio politico del PD e di Lealtà per Benevento, perché il Comune, come dichiarata parte offesa, si dovrebbe costituire parte civile e quindi intervenire nel processo contro Aldo Damiano, consigliere di maggioranza e Antonio Orlacchio, segretario generale del Comune di Benevento e sindaco PD di Cautano. Nel processo Cosimo Lepore assessore comunale PD, sarà testimone contro Erbert Rosenwirth braccio destro di Zamparini, difeso dall’avv. Umerto Del Basso De Caro, dominus di quel partito nel Sannio. Pure Italia dei Valori, parte della maggioranza di centro sinistra che esprime l’assessore alla Legalità, dovrebbe pronunciarsi sui fatti accaduti e le responsabilità politiche, come dovrebbero fare anche gli ex assessori delle giunte di Centrodestra responsabili di una parte delle scelte oggi contestate dalla magistratura.

Non mostra, invece, particolare imbarazzo Maurizio Zamparini che per i fatti contestati si è risparmiato l’arresto ma ha subito il sequestro delle sue quote nel Palermo Calcio. Addirittura l’imprenditore friulano, ha deciso di scendere in politica e di presentare a Fiano Romano il 13 novembre il suo “Movimento per la gente” contro la corruzione in politica, senza attendere neppure il giudizio del Giudice dell’Udienza Preliminare dal quale, evidentemente, si aspetta una sostanziale assoluzione".

 

 

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