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Contraffazione alimentare, la tutela è nella registrazione del marchio
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All’interno del progetto “Laboratorio delle idee e dei brevetti”, promosso dalla Camera di Commercio di Benevento, questa mattina, presso la sede di Coldiretti Benevento, è stato affrontato il tema: “La contraffazione alimentare: come tutelare le produzioni di qualità”, sul quale ha relazionato Elio De Tullio, della De Tullio & Partners – Intellectual Property Attorneys.
Nell’introdurre i lavori, il direttore della Coldiretti sannita Luigi Auriemma ha ricordate che il tema trattato è “particolarmente caro a Coldiretti. Mentre le imprese agricole e in generale tutta l’agricoltura italiana vive un momento difficile, sul mercato internazionale il nostro Made in Italy agroalimentare continua ad avere un grosso appeal non soltanto in ambito comunitario ma anche extra comunitario e a fronte di questa crescente domanda dei nostri prodotti c’è molto falso, ci sono molte frodi”.
Ed “il miglior modo oggi per tutelare le produzioni agroalimentari e per collegare una qualità dei prodotti a un territorio ed a un marchio – ha spiegato Elio De Tullio – è la registrazione di un marchio individuale o collettivo oppure l’ottenimento di una certificazione come una denominazione d’origine o una indicazione geografica”
“Per contraffazione di prodotti agroalimentari – ha proseguito De Tullio – si può intendere la commercializzazione di prodotti recanti, senza autorizzazione, il marchio (o altro distintivo) di un’altra impresa oppure la commercializzazione di prodotti recanti indicazioni di provenienza false o mendaci”. De Tullio si è poi soffermato su alcuni dei più eclatanti casi di contraffazione alimentare come l’olio Bertolli, il caso Gorgonzola, l’olio proveniente dalla Tunisia non trascurando le contraffazioni che avvengono su internet. “Questi fenomeni – ha spiegato De Tullio – rientrano nell’Italian Sounding, cioè dare una immagine italiana ad un prodotto che non è italiano. Il valore dei prodotti che richiamano l’Italian Sounding è di 60 miliardi di euro, di questi 24 miliardi sono concentrati nel mercato nordamericano, a fronte di un’export di prodotti alimentari italiani dell’ordine di 3 miliardi di euro. Altri 26 miliardi sono concentrati nel mercato europeo, nonostante le normative europee sull’origine dei prodotti”.
E sull’azione di contrasto Elio De Tullio ha suggerito che “le piccole e medie imprese devono imparare a fare tutte le verifiche per utilizzare in maniera esclusiva i propri marchi”.