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Salute

Cerreto e San Bartolomeo, si lavora a ospedali di comunità ma non per la cura del covid-19

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Stiamo assistendo in questi giorni al dibattito e agli appelli per la riapertura degli ospedali di Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo. Chi immagina di vedere i due nosocomi che riapriranno con reparti, pronto soccorso e tutto il resto è fuori strada. Cerchiamo di fare chiarezza: il lavoro che si sta mettendo in campo in questi giorni è legato alla realizzazione di ospedali di comunità. Un progetto confermato anche dalla Prefettura di Benevento in una nota stampa ufficiale.

Ospedali di comunità – Cosa sono e a cosa servono? La definizione recita: è una struttura per l’assistenza sanitaria di breve durata ed è un presidio distrettuale. L’Ospedale di Comunità è riservato a quei pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a domicilio per motivi socio-sanitari. Possono accedervi, ad esempio, malati affetti da patologie croniche che periodicamente necessitano di controlli o terapie particolari, persone che a seguito di malattie acute o evolutive necessitano di terapie difficilmente erogabili a domicilio.

Dunque, l’idea che il Sannio potesse ritrovarsi con due ospedali in più sul territorio è irrealizzabile, almeno per il momento. A stabilire il Piano Ospedaliero, come è noto nel Sannio viste le polemiche degli scorsi mesi per il presidio di Sant’Agata de’ Goti, è la Regione Campania e l’iter per la riapertura dei nosocomi è lungo e complesso.

I chiarimenti dell’Asl – “Stiamo lavorando per individuare strutture polifunzionali – ha spiegato il direttore generale dell’azienda di via Oderisio, Gennaro Volpe –; Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo sono al vaglio dei nostri tecnici”.

L’obiettivo, dunque, è quello di decongestionare il lavoro normale degli ospedali del Sannio velocizzando le dimissioni. Tutti quei pazienti che non necessitano di un ricovero, ma comunque di cure che a domicilio sono complesse da erogare, dovrebbero trovare assistenza sanitaria nei presidi.

“Attualmente – ha aggiunto Volpe – stiamo verificando gli edifici e gli arredi. Successivamente, bisognerà reperire anche il personale da utilizzare”.

COVID-19 – Nel Sannio l’unico presidio per il coronavirus resta il “Rummo” che ospita già 9 pazienti positivi. “Nel caso in cui dovessero aumentare in maniera incontrollata i contagi – ha spiegato Volpe – si potrebbe immaginare di trasformare i due presidi per accogliere i positivi, ma attualmente non c’è questa ipotesi”.

Si tratta, ovviamente, di uno scenario catastrofico e in ogni caso le due strutture non sarebbero in grado di ospitare i malati da Covid-19 se non dopo gli adeguamenti dettati dall’Istituto Superiore di Sanità: “In questo caso – ha aggiunto il presidente dell’Ordine dei Medici di Benevento, Giovanni Pietro Ianniello – l’unica soluzione percorribile sarebbe quella di trasformare Sant’Agata de’ Goti in un presidio per il coronavirus”.

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