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CULTURA

‘Riverberi – Appia in Jazz’, domani Roy Paci e Carmine Ioanna a San Nicola Manfredi

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Dopo lo straordinario numero di presenze (oltre 1500) fatto registrare ad Apice per il concerto di Fabio Concato, l’edizione 2019 di “Riverberi – Appia in Jazz” riprende domani sera con la tappa di San Nicola Manfredi, che ospiterà il concerto “Duo Then Ø” del trombettista siciliano Roy Paci e del sassofonista irpino Carmine Ioanna, uno spettacolo che sta stupendo la critica in giro per l’Italia.

L’evento è in programma alle 21.30 in piazza Roma, nei pressi del Santuario di San Nicola Vescovo. In caso di maltempo, verrà dirottato nella Chiesa di Santa Maria del Fosso, a pochi metri e all’interno del Santuario. A a fare da apripista all’esibizione di Roy Paci e Ioanna, il sassofonista sannita Federico Califano, che alle 21.00 sempre in piazza a San Nicola presenta il suo progetto “Lacio Drom”.

Al seguito della carovana di Riverberi anche la mostra fotografica “Belvederi e Paesaggi sull’Appia Antica”, curata da Luca Vernacchio con scatti dei coni ottici dell’Antica Direttrice Romana. L’accesso ai concerti è totalmente gratuito. Prevista anche una degustazione gratuita di vini del territorio.

La prossima sosta del festival itinerante “Riverberi – Appia In Jazz” è in calendario per domenica 2 giugno a San Nazzaro, con la performance di Raiz e Radicanto (“Neshama”) preceduti da Donato Zoppo che, intervistato da Mario La Monaca, presenta il suo ultimo libro “Il Nostro Caro Lucio. Storia, canzoni e segreti di un gigante della musica italiana”, dedicato a Battisti.

Rosario Paci, meglio conosciuto come Roy Paci, nasce ad Augusta, in provincia di Siracusa, in Sicilia, il 16 settembre del 1969. Trombettista, compositore e arrangiatore italiano, apprezzato soprattutto per le sue sonorità latin-jazz e per aver dato vita con la formazione degli Aretuska ad una delle contaminazioni musicali più vive e seguite non solo a livello nazionale. Nel 1979, quando ha appena dieci anni, scopre la sua vera vocazione: la tromba. È proprio in questo periodo, giovanissimo, che il futuro Roy leader degli Aretuska, prende parte alla banda del suo paese. In tre anni, forte di un talento evidentemente superiore alla media, diventa la prima tromba dell’ensemble cittadino.

Contemporaneamente, comincia a suonare con alcune formazioni di jazz tradizionale, come la “Hot Jazz Orchestra” di Augusta e la “New Royal Big Band” di Catania. Le formazioni hanno un’impronta molto legata al territorio siciliano, nonostante lo swing sempre dominante, e questo permette al piccolo Roy Paci di familiarizzare oltre che con i linguaggi multiformi della musica intesa nelle sue contaminazioni più sfrenate, anche con un tipo di pubblico più attento, frequentatore dei locali jazz.

Il 1990 è l’anno della svolta. Poco più che ventenne Roy si trasferisce in Sud America, alla ricerca di una maturità e di una crescita musicale e compositiva che si rivelerà importantissima. Si unisce alla Big Band di “Stato Argentina” e, contemporaneamente, prende parte ad ensemble di cumbia. Si esibisce al fianco di Selma Reis, apprendendo della musica popolare brasiliana e forma il “T-Rio Blanco”, suonando con Jorge Accaraz ed Angel Varela, a Montevideo, in Uruguay. Forte delle esperienze sudamericane, decide di profondere le proprie conoscenze anche in Africa e alle Isole Canarie. Papa Matelot Sabow, lo chiama nella sua formazione di makossa.

Al suo ritorno in Italia, riprende l’attività musicale con Stefano Maltese, ma soprattutto scopre la musica ska, che da questo momento comincia a contaminare, forte delle sonorità apprese durante il suo lungo e affascinante apprendistato in giro per il mondo. Nel 1994 si lega ai più famosi “Mau Mau”, che saranno fondamentali per lui. I festival etnici sono quelli nei quali maggiormente si esibisce. Con il contrabbassista Fred Casadei, che lo seguirà negli Aretuska, dà vita anche al duo “Hajjaj”, di sola improvvisazione, con il quale sonorizza dal vivo film muti e B-movie. Intanto, come arrangiatore e trombettista, viene conteso in numerosi progetti, sia in fase di registrazione che dal vivo. Nel 1998 Paci lancia un lavoro di ricerca di grande interesse che si rivela unico nel proprio genere. Si chiama “Banda Ionica” e raccoglie le più importanti marce funebri del sud d’Italia. Entra a far parte dei “Persiana Jones”, formazione ska alternativa, con cui incide tre album. Nel 1999, Roy Paci incontra Manu Chao, che lo vuole per il suo fortunatissimo “Proxima Estacion Esperanza”. Il trombettista siciliano lo accompagna nel trionfale tour mondiale di Radio Bemba, per poi suonare anche con un’altra formazione spagnola, quella dei Macaco, capitanati da Dani El Mono Loco. Con loro, arriva l’album “Rumbo Submarino”.

Il 2000 però, è un altro anno di svolta, perché il musicista di Augusta, dà vita al suo progetto più amato, quello che ha portato il suo nome in giro per il mondo, a rappresentare lo ska e il latin jazz italiano. Nascono i “Roy Paci & Aretuska”: formazione di giovani talenti siciliani, diretta dal bravo e ormai esperto trombettista. L’anno dopo, arriva subito il primo disco, dal titolo “Baciamo Le Mani”: una miscela di rock’n’steady, ska, soul, funk e sound mediterraneo. E, nel 2002, parte anche il tour della nuova band di Rosario Paci, con più di cento concerti in Europa. Fiorello allora, conterraneo, lo vuole in tv, per il suo nuovo programma: “Stasera pago io”. Intanto, Roy realizza un nuovo singolo, che si intitola “Cantu siciliano”. Il 2003 è l’anno di “Tuttapposto”, secondo disco firmato “Roy Paci & Aretuska”. Intanto, prendono parte al FestivalBar e Roy si aggiudica il “Premio Carosone”. Nel 2004 esce poi “Corleone”, che vuole riscoprire, ancora una volta, la tradizione siciliana, tuttavia rinnovandola dal punto di vista sonoro e contaminandola con altre tipologie musicali.

Nel giugno del 2007, dopo tre album, Roy Paci & Aretuska realizzano “Suonoglobal”. Il disco contiene alcuni duetti importanti, come quelli che Roy realizza con Manu Chao e con Pau dei Negrita. Nell’album, suona anche con Caparezza e i Sud Sound System. Il singolo trainante è “Toda Joia Toda Beleza”, che diventa la colonna sonora dell’estate. L’anno dopo, in un disco speciale, celebrativo dei dieci anni del progetto, dal titolo “Bestiario siciliano”, c’è il brano “Defendemos la Alegrìa”, il quale diventa la sigla finale della seguitissima trasmissione tv Zelig edizione 2008. Nel mese di maggio del 2010 poi, esce “Latinista”, trainato dal “Bonjour Bahia”. Il lavoro viene prodotto in Brasile, a Morro de São Paulo, ma viene registrato a Lecce, negli studi di Roy Paci. Con lui, nel disco, ci sono anche Lorenzo Jovanotti e CapaRezza. Il suo tour, arriva sin negli Usa, con tappa a New York e Los Angeles. Roy Paci continua a sperimentare, nasce nel 2011 l’Orchestra del Fuoco, che si esibisce per la prima volta il 16 gennaio 2012, in occasione dell’accensione della Fòcara di Novoli (LE), il falò più alto del Mediterraneo. L’orchestra è composta da un ensemble di trenta musicisti nazionali e internazionali che coniugano i meriti artistici alla capacità di spaziare da un genere all’altro, per un apporto musicalmente trasversale. Tre gli ospiti d’eccezione: Daniele Silvestri, Moni Ovadia e Shantel. Il 4 febbraio 2013 esce Blaccahènze, il nuovo album del progetto CorLeone, nel quale Roy Paci ha coinvolto musicisti dall’impronta musicale decisamente eterodossa, per ottenere un impatto spiazzante e non etichettabile. Le composizioni hanno volutamente un respiro universale grazie alle diverse tecniche d’improvvisazione non necessariamente jazzistiche. Il titolo prelevato dal dialetto di un paesino abruzzese – Montorio – sta a significare “casino”, “bordello”. Insieme agli Aretuska continua a calcare i palchi italiani ed europei, alternando l’attività live all’uscita di due nuovi singoli: “Fino alla fine del mondo” (Etnagigante – 2012) con la partecipazione di Clementino, un conto alla rovescia fino al 21 dicembre, la data che secondo la profezia dei Maya segnerebbe la fine del mondo, un modo ironico di esorcizzare questa cupa previsione; “Italians Do It Better” (Etnagigante – 2014) che vede come ospiti Saturnino e Dr. Ring Ding, una riflessione sul periodo di crisi che il paese sta attraversando e sugli aspetti positivi dell’Italia che, nonostante tutto, non andrebbero mai dimenticati.

Roy Paci e gli Aretuska continuano a portare sul palco, oltre ai brani più recenti, il repertorio storico rivisitato. Il sound viene rinnovato e impreziosito grazie all’introduzione dell’elettronica, a consolidare la potenza sempre espressa durante i live. A settembre 2017 esce Valelapena, anticipato in radio dai singoli “Tira” e “Revolution”. Generato nei Posada Negro Studios di Lecce, un album rinnovato nei suoni, che mantiene alta la tensione tra musica e parole e che rivela un Roy Paci più maturo. A febbraio 2018 partecipa al Festival di Sanremo con il brano Adesso.

In Duo Then Ø la tromba e il flicorno di Paci accanto alla fisarmonica di Carmine Ioanna (artista irpino che ha già tenuto concerti in 30 paesi in giro per il mondo) percorrono un intenso cammino intorno alle musiche del mondo, un repertorio di brani originali e ampi tratti di completa improvvisazione a tinte jazz. La sintonia tra i due musicisti è cresciuta concerto dopo concerto, portandoli a calcare insieme molti palchi per proporre un vero e proprio esperimento sonoro. Il duo ogni volta sembra offrire qualcosa di straordinario, un intenso gioco di armonie e sguardi complici, che fanno di due strumenti un’unica voce. Uno spettacolo unico nel suo genere e imperdibile. Il concerto regalerà uno scambio continuo di emozioni in cui l’ascoltatore viene preso per mano e condotto in questo avventuroso viaggio, alternando gioia e malinconia, impeto e rarefazione: un viaggio di cui non si conosce il percorso, ma soltanto la meta e durante il quale, per lunghi tratti, si respirerà tutti insieme fino a sfociare nel liberatorio abbraccio collettivo.

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