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La lettera di Ilario a studenti e docenti: “Non permetterò a nessuno di infangare il Conservatorio”

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“Tra qualche giorno sarà Ferragosto: è il meritato riposo che ci siamo guadagnati quest’anno più che mai, e che arriva dopo mesi terribili in cui siamo stati costretti all’improvviso ad abbandonare le nostre abitudini di vita e di lavoro. Nessuno di noi era preparato a quanto accaduto, nessuno di noi avrebbe mai immaginato di vivere in un momento simile. Eppure è successo: siamo stai costretti dalle circostanze a inventarci nuovi modi di lavorare senza esservi mai stati preparati, soltanto perché il dovere ce lo imponeva, non certo i contratti”. Così in una lettera aperta agli studenti, ai docenti e al personale il direttore del conservatorio “Sala” di Benevento, Giuseppe Ilario.

“Nessuno si è tirato indietro: il corpo docente – scrive – ha iniziato a far lezione a distanza mettendo in luce giorno dopo giorno una confidenza telematica sempre maggiore, gli allievi hanno dimostrato il loro desiderio di imparare anche attraverso le lezioni online, le segreterie sono state fondamentali per il supporto logistico, senza il quale docenti e studenti non avrebbero potuto fare nulla. Enza, il nostro direttore di ragioneria, non ha mai fatto mancare lo stipendio a nessuno e mai mancato un giorno, Jonathan, il nostro direttore amministrativo, è stato pronto a interfacciarsi con noi, con gli altri uffici della Pubblica Amministrazione in qualunque momento e in qualunque modo. In silenzio, il nostro Presidente non ha mai fatto mancare il suo supporto quanto più tacito tanto più efficace. Abbiamo dimostrato in concreto, con una impensata unità di intenti e azioni, quali siano i compiti di una scuola: preparare al futuro le giovani generazioni, dunque supportare la vita contro la morte. È quel che abbiamo fatto. L’abbiamo fatto nel momento più acuto della pandemia, non negando a nessuno la possibilità di studiare e di sostenere gli esami. L’abbiamo fatto anche negli ultimi giorni, permettendo a tutti coloro che erano arrivati alla fine del loro percorso di studi di laurearsi per poter sostenere i prossimi concorsi di ottobre, i primi ad essere indetti da molti anni. I nostri ragazzi potranno mettersi in gioco per il loro avvenire: se supereranno il concorso avranno i mezzi per formarsi una vita, una famiglia.

Possiamo tutti essere orgogliosi di quanto abbiamo fatto – aggiunge -. Guardiamo al futuro, dunque. Il prossimo 2 novembre decadrò dalla carica e subentrerà il nuovo direttore eletto, che di certo sarà un collega e un amico. Sei anni fa, il mio primo collegio. Avevamo 650 allievi, poche decine di ammissioni, una sparuta produzione di concerti. Lascerò il mio posto con una situazione ben diversa: 1300 allievi — il secondo più grande Conservatorio d’Italia —, decine e decine di concerti sul territorio, centinaia di domande di ammissioni. Tutto questo non nasce per caso, senza molto lavoro, senza una squadra coesa fatta di oltre centoquaranta persone (docenti, direttivi, amministrativi, coadiutori). Gli attacchi a me, al nostro presidente e al Conservatorio, partiti strumentalmente dall’esterno ma concepiti e manovrati ben dall’interno della nostra istituzione, mi hanno colpito e amareggiato: per bassi giochi di potere ho visto all’improvviso dimenticato e vanificato tutto il lavoro fatto, mentre lingue velenose dipingevano una inesistente realtà di barricate innalzate a difendere un fortino.

La tentazione di dimettermi è stata forte – ammette Ilario -, perché non volevo trovarmi immischiato in polemiche di tanta bassa lega, soprattutto ripensando a tutti gli sforzi compiuti vuoi per consentire al Conservatorio la sua anormale normalità durante il lockdown, vuoi per pianificare la fase della ripresa delle lezioni in presenza che avverrà a settembre, almeno per il 50% del monte ore di ciascuno. C’è stato però, chi mi ha detto che non valeva la pena, che avrei dato ragione ai malpensanti: e pure chi mi ha detto che dovevo difendere i miei sei anni di crescendo rossiniano, incoraggiandomi a restare. Così ho deciso: rappresenterò e guiderò questo Conservatorio fino al 31 ottobre prossimo, e non permetterò più a nessuno di infangarlo. A settembre niente sarà più come prima — nella vita e nel lavoro —, ma noi saremo pronti a ricominciare in sicurezza e in presenza per tutto il tempo che potremo, cioè il 50%, mantenendo l’altro 50% online.

Ricominceremo con la produzione artistica – conclude -, mantenendo le precauzioni sanitarie e le distanze. Di tutto questo non dovremo spaventarci: niente sarà più come prima, è vero, ma cambiare è quel che succede continuamente, nella vita. Non sarà diverso neanche adesso: come sempre, come abbiamo appena fatto, cambieremo ancora una volta”.

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