POLITICA
Legge elettorale e preferenze di genere: emendamento di Del Basso De Caro
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Introdurre nella legge elettorale per l’elezione del Parlamento la «doppia preferenza», con alternanza di genere, uniformando il sistema a quello già vigente per le elezioni comunali, regionali e europee. È l’emendamento depositato presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera, dov’è in corso la discussione sulle modifiche alla legge per l’elezione del Parlamento, dai deputati Umberto Del Basso De Caro (PD), Federico Conte (Leu) e Enza Bruno Bossio (PD).
«Con la doppia preferenza di genere comincia una grande battaglia di libertà – dichiara il deputato sannita Umberto Del Basso De Caro –, evitando il pericolo che, riducendo gli spazi per la rappresentanza, si smarrisca completamente il rapporto con i territori e gli elettori».
«La scelta di una legge di impianto proporzionale – commenta Conte – nella prospettiva di una drastica riduzione del numero dei parlamentari e, di conseguenza, dei collegi elettorali, pone il problema della effettività della rappresentanza elettorale. Per scongiurare il rischio di una rottura definitiva del rapporto tra eletti ed elettori, cittadini e istituzioni, e ridare protagonismo alla società viva dei territori, bisogna garantire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti così come avviene per il Comune, per la Regione e per l’Europa».
IL COMMENTO DI VALENTINO – “La doppia preferenza – scrive il segretario provinciale del Pd, Carmine Valentino – è l’unico strumento in grado di favorire concretamente la rappresentanza dei generi ricomponendo, a un tempo, il rapporto tra Cittadini e Parlamentari interrottosi a partire dal famigerato Porcellum.
Rispetto all’equilibrio di genere, è evidente che il nostro paese, benché abbia fatto tangibili passi in avanti, resti ancora al di sotto degli standard dei paese più avanzati.
Come spesso rilevano le associazioni impegnate sul tema della democrazia paritaria, DonneinQuota, Rete e altre, la rappresentanza negli organi elettivi va riequilibrata. Abbiamo percentuali di donne elette nelle istituzioni ancora troppo basse.
Con riferimento alla «ricomposizione virtuosa dell’istituto della rappresentanza democratica» è altresì evidente che, in un quadro proporzionale, solo la «preferenza» conferisca effettivo potere di scelta, quindi di libertà positiva, al Cittadino elettore. D’altro canto è oltremodo paradossale che in Italia l’istituto della preferenza sia previsto in tutte le leggi elettorali (comuni, regioni europee) fatta eccezione per il parlamento nazionale. Come a dire che i cittadini debbano poter scegliere i propri rappresentanti per tutte le assemblee elettive sub nazionali e sovra nazionali ma non per la massima espressione della democrazia repubblicana, il Parlamento. In questo caso, l’elettore deve avere un potere di scelta limitato, «bloccato»!
L’emendamento presentato dal nostro deputato, Umberto Del Basso De Caro, – conclude Valentino – è un atto di coraggio che andrebbe interpretato nella direzione di una comune battaglia di giustizia e di libertà. È giusto perché adempie l’art. 51 della Costituzione: «Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge». È libero in quanto, con la preferenza, l’elettore può di nuovo esprimere, in modo compiuto, la propria delega democratica superando il vincolo e l’obbrobrio delle liste bloccate. Il mio augurio e il mio appello alle forze politiche e partitiche è che questa vertenza democratica possa divenire patrimonio di tutti. Sarebbe un bene per la Politica. Quella con la maiuscola”.