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SOCIETA'

Bisogni educativi speciali, all’Unifortunato il tema “Universitari speciali: i Bes dopo il diploma”

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Con l’obiettivo di far incontrare Asl, scuola e famiglie si è svolto, nell’aula Magna dell’Università Giustino Fortunato, il convegno “Universitari speciali: i Bes dopo il diploma”.

L’evento è il primo di una serie di incontri per capire come l’università va incontro alle esigenze degli ragazzi con bisogni educativi speciali.

“L’obiettivo dell’incontro è stato ascoltare tutti, ma in particolare i genitori e la scuola, per comprendere opportunità punti di debolezza e i punti di forza, al fine di poter accogliere le esigenze dei ragazzi speciali” ha detto Elena Iannotti, docente teoria dei test psicologici all’UniFortunato e organizzatrice del convegno.

Tantissimi i messaggi emersi dal dibattito, a partire dall’esigenza di una formazione specifica. “Bisogna formare gli studenti con Bes sulle proprie potenzialità, ma bisogna formare anche gli uffici per la disabilità delle università e i docenti universitari alla possibilità di adattare il loro materiale” ha rilevato Laura Sara Agrati, che insegna pedagogia speciale e dell’inclusione all’UniFortunato. “In alcuni casi, a esempio – ha spiegato – è più utile usare un software interattivo invece del libro di testo. Questo perché le lettere che compongono le parole sono mezzi simbolici e sono astratti rispetto alla realtà. Invece, l’immagine è più vicina alla realtà”.

Le tecnologie usate per l’e-learning a esempio, possono essere molto efficaci per questi ragazzi: “oggi ho scoperto un altro mondo” ha rilevato Apollonia Botticella, presidente Comitato ‘Insieme per’. L’università telematica, che permette di rivedere le video lezioni, è uno strumento che ben si adatta ai bisogni educativi speciali, come ha fatto notare Botticella che ha detto, “così la disabilità non è più tanto pesante, l’importante è accettarla”.

Si è parlato anche della normativa che tutela gli studenti con Bes nelle università “In Italia ci sono due leggi, la 104 del ’92 e la 170 del 2010. Queste norme, a esempio, prevedono che uno studente dislessico abbia il 30% di tempo in più in una prova d’esame” ha rilevato lo psicologo Roberto Ghiaccio, alla guida dell’Associazione Italiana Dislessia di Benevento.

Anche l’avvocato Elvira Sellitto, ha sottolineato che “In Italia ci sono le basi legislative per tutelare queste persone e c’è la possibilità di vedere riconosciuto il loro diritto. La legge prevede a esempio che durante i test di ingresso questi ragazzi debbano essere messi alla pari degli altri”.

In questo l’Italia è avanti a molti Paesi in Europa, perché non tutti hanno normative specifiche, a esempio non ci sono in Spagna e neanche in Grecia. “In Italia però – ha osservato Ghiaccio – c’è un altro problema: le Regioni hanno modalità di certificazioni diverse, perché queste dipendono dalle leggi regionali e alcune certificazioni non sono valide in alcune regioni. Questo significa che se uno studente fa la certificazione nella sua regione, se va a studiare in un’altra potrebbe trovarsi con la certificazione non valida”.

Di certificazioni ha parlato anche il neuropsichiatra infantile della Asl di Benevento, Domenico Dragone. “Dal punto di vista del nostro lavoro – ha detto Dragone – l’università costituisce un campo nuovo. Finora ci siamo concentrarti sulle scuole, ma stiamo cominciano a fare certificati anche per le università e a Benevento si sono fatti passi da gigante, tanto che prima di Pasqua si è laureato un ragazzo dislessico, dimostrando che essere dislessico non significa essere incapace”.

L’evento, ha concluso il professor Ennio De Simone, docente di economia dell’UniFortunato “è stato l’inizio di un percorso finalizzato alla creazione di un tavolo di confronto permanete su questa tematica che vedrà coinvolti mondo sanitario, istituzione e famiglia”.

All’incontro hanno partecipato anche Fabrizio Stasolla, docente di psicologia dell’educazione all’UniFortunato che ha parlato soprattutto della diagnosi di Bse e di altri disturbi; Maria Di Carlo, consigliere dell’Ordine degli Psicologi Campania, Emilia Tartaglia Polcini dell’Ufficio Scolastico Regionale, Massimo Micco, presidente Aifa Campania Onlus, Claudia Nicchiniello, presidente Angsa Campania.

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