CRONACA
Detenzione e spaccio, annullata condanna: processo da rifare per il beneventano Fallarino

Ascolta la lettura dell'articolo
Era stato condannato per detenzione e spaccio di un consistente quantitativo di crack ed eroina, per un totale di 311 grammi. Ma oggi la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza per il 33enne beneventano Nicola Fallarino.
Le prove a carico dell’accusato sembravano schiaccianti ed erano rappresentate da plurimi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, attività investigativa sfociata nel fruttuoso sequestro della droga pure divisa in larga parte in dosi oltre al sequestro di un bilancino di precisione. Un’operazione avvenuta il 24 ottobre 2014, quando il giovane pregiudicato fu arrestato e condotto presso la casa circondariale di Capodimonte.
La condotta che gli inquirenti attribuivano a Fallarino era aggravata da due circostanze: quella di aver commesso i reati agli arresti domiciliari e quella dell’essere un soggetto già due volte definitivamente condannato per droga, oltre ad aver a carico anche altri procedimenti penali pendenti specifici.
In primo grado il pregiudicato era stato condannato dal Gup presso il Tribunale di Benevento – dott. Melone – a 6 anni e 8 mesi di reclusione, pena già mite alla luce del notevole quantitativo di droga trovato; il 22 aprile 2016, invece, la Corte di appello di Napoli – V sezione – aveva ridotto ulteriormente a 5 anni e 4 mesi all’esito della esclusione dell’aumento per la recidiva grazie ad un cavillo giuridico introdotto dalla difesa.
Ma ora il castello accusatorio ha ricevuto una significativa battuta di arresto. La sesta sezione della Suprema Corte, presieduta dal dott. Ippolito, nonostante il Procuratore Generale avesse concluso per il rigetto del ricorso, ha annullato in toto la sentenza di condanna, condividendo in pieno l’articolato ricorso a firma degli avvocati Dario Vannetiello e Vincenzo Sguera.
La conseguenza è che il processo sarà completamente da rifare davanti ad un’altra sezione della Corte di Appello di Napoli. Nel futuro giudizio i giudici partenopei si dovranno attenere alle indicazioni ed ai principi di diritto che la Corte di cassazione indicherà nella motivazione della sentenza che da qui a qualche mese sarà resa nota.