POLITICA
De Lorenzo scrive “l’ultima lettera a Raffaele D’Agostino”

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Colpito dalla notizia della scomparsa di Raffaele D’Agostino, Peppino De Lorenzo ha inteso scrivere un’ultima lettera al compianto prefetto di Isernia.
Pubblichiamo integralmente il testo:
“Caro Raffaele,
nel corso di un pomeriggio di festa, giunge a noi tutti la notizia della tua scomparsa nel pieno vigore della maturità intellettuale e nel momento in cui avevi raggiunto le più alte vette della carriera. In questo momento, una miriade di ricordi riemergono dal polveroso magazzino della memoria. Dalla figura di grande educatore di altri tempi del tuo genitore, Nicola, che, con mio padre condivise gli anni meravigliosi della scuola di allora, a tua madre, la cara signora Anna, donna di una dolcezza senza eguali. Poi, la tua famiglia d’oggi cui hai dato tutto te stesso. Le stanze austere del palazzo del Governo della nostra città, in cui hai speso la miglior parte dei tuoi anni, parlano di te, del tuo lavoro, della tua saggezza. Poi, sei divenuto prefetto, incarico che hai ricoperto non smarrendo mai la tua innata umanità. In queste ore, un episodio, più degli altri, ho ricordato. Quando, nel corso delle mie vicissitudini, era l’anno 2003, mi ritrovai in prefettura e, nel corso di un incontro, venni , per ben precise disposizioni, colpito da tutte le parti, solo tu ti dissociasti dal coro dei miei carnefici. Non dimenticherò mai, mi chiudesti in una stanza angusta e mi dicesti parole che serberò in me finchè la vita duri. Quelle frasi mi aiutarono a superare il difficile momento.Quando, trascorso il tempo, ebbi giustizia, il prefetto di allora era andato via, ritornammo insieme in quella stanza angusta e ti abbracciai esprimendoti la mia gratitudine. Poi, una volta fuori, raccontammo l’accaduto al nuovo prefetto, Giuseppe Urbano, una delle più belle figure di rappresentante di Governo che la nostra città abbia avuto, con il quale, ancora oggi, ho conservato un bel rapporto.Sarebbe stato meraviglioso vedere te un giorno a capo della prefettura della nostra città. Invece, il destino, impietosamente, ha interrotto la tua corsa. Ho gradito, caro Raffaele, ricordare questo episodio, a poche ore dalla tua scomparsa. Grazie per essere stato uno dei pochi che mi hanno difeso nel corso dell’impervio cammino della vita. Con l’animo colmo di tristezza, ti porgo l’ultima carezza”.