Opinioni
L’economista Ruscello: “I beneventani non sono evasori di Tari”
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“Nei giorni scorsi sono stati recapitati gli avvisi di pagamento per la TARI 2015 e le modalità di consegna mi hanno lasciato un po’ perplesso alla luce di una recente sentenza sulla notificazione degli atti amministrativi (Commissione Tributaria Provinciale Enna, sez. III, sentenza 19.03.2015 n° 319/3/15), secondo la quale è inesistente la notifica tramite poste private degli atti di riscossione emessi dal gestore del servizio rifiuti. Al riguardo, peraltro, è da notare che il nostro Regolamento della TARI, approvato con Delibera del Consiglio comunale n. 46 del 29.09.2014, non prevede alcuna forma particolare. All’articolo 18, comma 2, infatti, è statuito solo che «il Comune provvede ad inviare al contribuente un prospetto di liquidazione della tassa dovuta, calcolata con riferimento all’ultima dichiarazione presentata. Per le utenze non domestiche la comunicazione degli importi dovuti potrà avvenire anche tramite invio con posta elettronica certificata». E se il cittadino non riceve l’avviso, saranno poi validi gli eventuali atti coattivi? (chi scrive ha trovato il proprio poggiato su un muretto del condominio, nonostante le cassette della posta siano all’esterno)
Tanto premesso, negli ultimi tempi, diversi organi di informazione hanno evidenziato il fatto che noi beneventani saremmo cattivi pagatori per la tassa sui rifiuti. La notizia mi ha incuriosito ed ho condotto una ricerca ad hoc, utilizzando i dati ufficiali, consultabili liberamente da chiunque.
Sul sito del Ministero dell’interno, infatti, è disponibile, a partire dall’anno 1998, con la mancanza però del 2003, la serie storica dei certificati, relativi ai bilanci consuntivi che tutti i Comuni devono inviare annualmente. Ai fini della ricerca, ho ricavato allora due serie: dal 1998 al 2002 e dal 2004 al 2013. In particolare, dal Quadro 2, ho estrapolato i dati delle entrate relative al servizio dei rifiuti, e, contrariamente a quanto possa sembrare, la percentuale di morosità di noi beneventani non è per niente alta e, anzi, è notevolmente diminuita nel tempo.
La prima precisazione, però, riguarda la terminologia da utilizzare poiché il tasso di evasione è diverso da quello di morosità. È da considerare “evasore” chi non ha mai presentato la dovuta dichiarazione oppure l’ha presentata con l’omissione di immobili o indicando una metratura diversa dalla realtà. E mi permetto affermare che nessuno sarà mai in grado di stabilirlo se il Comune non si organizzerà con una efficace banca dati e un efficiente sistema informatico. È da considerare “moroso”, invece, chi, pur ricevendo l’avviso di pagamento, non vi provvede in tutto o in parte.
Inoltre, è bene ricordare che nella contabilità comunale, alla voce “Accertamenti”, viene appostata la somma che il Comune prevede di riscuotere da tutti coloro che risultano aver presentato la dichiarazione. Le riscossioni effettive, poi, possono essere in conto competenza, cioè se i pagamenti effettuati si riferiscono alla tassa dello stesso anno, oppure in conto residui, cioè relativi ad anni precedenti.
Ebbene, dal 1998 al 2002, alla voce “Accertamenti”, cioè il credito che il Comune vanta nei confronti di noi cittadini persone fisiche e delle imprese, figura un totale complessivo di circa 27 milioni di euro (26.947.273,70), con una media annua di 5,4 milioni. Gli incassi totali dello stesso periodo (somma di competenza e residui, esclusi i residui del primo esercizio della serie) sono stati pari, invece, a circa 18 milioni (17.609.472,96), mancandone così all’appello circa 9 (9.273.749,58). Se si rapportano questi ultimi al totale delle entrate accertate, si ottiene che il tasso di morosità è stato pari al 34,41%.
Nel periodo 2004-2013, sempre alla voce “Accertamenti”, figura un totale complessivo di circa 120 milioni di euro (120.472.184,80), con una media annua di 12 milioni; mentre, gli incassi dello stesso periodo sono stati pari a poco più di 98 milioni (98.090.707,50), per cui ne mancano all’appello circa 22 (22.381.477,30). Il tasso di morosità, dunque, scende drasticamente al 18,58%, nonostante la media annua richiesta in pagamento si sia più che raddoppiata.
Per l’anno 2014, secondo i resoconti giornalistici, e riferendomi solo alla Tari, rispetto ai 16 milioni circa preventivati ne sono stati incassati circa 8,8, pari al 54%. Come si può spiegare questa alta morosità: 46% contro una media degli ultimi anni del 19%?
Il motivo del ridotto incasso è molto semplice. Non bisogna dimenticare, infatti, che gli avvisi di pagamento del saldo 2014 furono consegnati con molto ritardo (sulla busta di chi scrive vi era il timbro 31 dicembre), cosicché, non potendo essere rispettato il termine del 30 dicembre, tali importi saranno presenti nel bilancio 2015 e nei successivi, come pagamenti in conto residui (chi scrive, ad esempio, ha pagato il saldo 2014 il 2/01/2015 e l’importo era pari a circa il 90% della somma già pagata in precedenza). Insomma, le accuse mosse a noi beneventani, almeno in questo caso, credo vadano ridimensionate”.