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AMBIENTE

Rapporto “Cittadinanzattiva”, la precisazione della Gesesa: “Dati teorici, non oggettivi”

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La Gesesa SpA che gestisce il servizio idrico in diversi comuni del Sannio ha inviato una nota di precisazione in merito ai dati diffusi da “Cittadinanzattiva” nel suo rapporto annuale sulle tariffe dell’acqua e la dispersione idrica.

“In primo luogo – si legge – è opportuno sottolineare che, come per i dati elaborati negli anni passati, il calcolo effettuato da Cittadinanzattiva è del tutto teorico basandosi su un consumo medio e su tariffe applicate che non trovano riscontro nella oggettività dei dati. Questa “approssimazione” di partenza comporta, conseguentemente, una erronea valutazione sui costi sostenuti dagli utenti con valori incrementali del 100% rispetto al 2007 assolutamente non corrispondente alla realtà dei fatti.

I dati reali dei consumi di questo “ipotetico utente domestico medio”, estratti dai documenti contabili della Gesesa e, quindi, corrispondenti a quanto effettivamente pagato dai cittadini sono indicati nella tabella sotto riportata da cui è possibile evincere come i costi medi per utenza domestica del Comune di Benevento, così come gli incrementi percentuali, sono di molto inferiori a quelli esposti nel Rapporto di Cittadinanzattiva. Spesa utente 2012: 129 euro, 2011: 121€, 2007: 107 €; 2011/2012 variazione 6,6 %; 2007/2012 variazione 20,6%.

Per comprendere meglio ed interpretare in modo oggettivo tali dati – prosegue la nota della Gesesa – è opportuno precisare che gli aumenti tariffari per il servizio idrico del Comune di Benevento sono stati applicati a decorrere da marzo 2009, così come indicato dalla Delibera CIPE n.117 del 18.12.2008 che ha previsto anche il “recupero” delle annualità precedenti, dal 2003 al 2008 per i quali, il CIPE stesso, non aveva accordato alcuna revisione tariffaria pur essendo dovuta.

Questo “recupero” ha determinato l’effetto che gli incrementi tariffari rilevati nel periodo 2007 – 2011 riguardino un aggiornamento di un periodo più lungo che parte dal 2003 ed arriva al 2011 applicato solo a partire dal 2011 solo a causa dell’inerzia del CIPE. L’aggiornamento ha interessato tutti i soggetti gestori, come Gesesa, che non erano ancora inseriti in un Ambito Territoriale Ottimale operativo.

Da dicembre 2011, inoltre, le competenze in materia di adeguamento tariffario sono state trasferite all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas la quale, a tutt’oggi, non ha ancora determinato gli aggiornamenti tariffari per gli anni 2012 e 2013.

Il calcolo teorico dell’importo medio da parte di Cittadinanzattiva, inoltre, è stato eseguito comprendendo la quota di tariffa relativa alla depurazione applicata alla generalità delle utenze. Notoriamente, e purtroppo, le utenze della città di Benevento non sono servite, se non per una piccola porzione, valutabile intorno al 10%, da impianti di depurazione. Pertanto aggiungere  ad un costo già “mediamente” calcolato e con le inesattezze indicate, il costo di un servizio che, effettivamente, i cittadini beneventani non pagano rappresenta un esercizio fuorviante, ingannevole e fittizio.

Anche per il valore delle perdite idriche i dati di Gesesa non confermano quanto riportato nel rapporto in quanto nel dato rappresentato sono comprese le perdite commerciali che non inficiano la funzionalità della rete.Infine è surreale il dato complessivo riportato nella tabella di Cittadinanzattiva in cui il costo unitario di Benevento risulta superiore a quello di capoluoghi di provincia dei territori limitrofi, essendo nella percezione di tutti che il costo sostenuto per il servizio idrico dai cittadini beneventani è di molto inferiore a quello che sopportano gli utenti nei Comuni dei territori limitrofi.

D’altro canto, negli anni passati, è stata la stessa Cittadinanzattiva a “certificare” come le tariffe applicate in tutta la Campania fossero molto più elevate rispetto a quelle praticate a Benevento. Resta il fatto, accertabile e non contestabile, – conclude la nota – che se fosse reale il costo calcolato da Cittadinanzattiva il fatturato di Gesesa sarebbe molto più elevato rispetto a quello effettivamente rilevabile dai bilanci della società”.

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