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Opinioni

Il dito degli stolti e la luna di Clemente

I nemici del sindaco di Benevento hanno salutato l’accordo con Renzi in chiave europea con ironia, come l’ultimo disperato tentativo di sopravvivenza di un leader ormai condannato all’irrilevanza che oggi avrebbe la pretesa di costruire la nuova Margherita con un ex Presidente del Consiglio che si muove come un paria nello scenario politico nazionale. Non hanno capito niente. Ecco perché

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Fino a quando Clemente Mastella potrà contare su questi nemici potrà dormire sogni tranquilli. L’accordo che il sindaco di Benevento ha siglato con Matteo Renzi in chiave europea è stato salutato dai suoi avversari sanniti con ironia, come il segno del declino irreversibile, come l’ultimo disperato tentativo di un leader ormai condannato all’irrilevanza, dunque all’oblio, che s’illude di poter costruire il nuovo centro italiano, la nuova Margherita, in asse con un ex Presidente del Consiglio che si muove come un paria nello scenario politico nazionale, il cui partito viaggia al di sotto del due per cento. Non hanno capito niente.

Mastella vive una fase di oggettiva difficoltà, costretto com’è a fronteggiare la campagna acquisti di Forza Italia sui territori e a fare i conti con una oggettiva condizione di marginalità sul piano regionale determinata dalla rottura con il governatore De Luca. Il quale, come noto, è impegnato ormai da mesi nella sua personale guerra con il Nazareno, una guerra per la quale ha arruolato persino Umberto Del Basso De Caro, dominus del Pd sannita, che di Mastella è il nemico per antonomasia.

Il sindaco di Benevento ha dunque la necessità di serrare i ranghi del suo sistema di potere, di respingere l’assalto sui territori, di recuperare una prospettiva riconoscibile sul medio periodo. Le Europee, dal suo punto di vista, rappresentano il chiodo a cui appendere la strategia e non certo l’orizzonte. La prima tappa di un percorso che condurrà sino alle elezioni regionali del 2026.

A giugno Mastella ha la sola necessità di confermare la propria centralità nello scacchiere politico sannita, la propria forza in termini di consenso sui territori, il proprio peso, marginale ma potenzialmente decisivo, sul piano regionale. Se poi i suoi voti dovessero risultare determinanti anche per il superamento del quorum della zattera renziana allora il sindaco brinderà in prima serata, ma se non dovesse accadere non si strapperà i capelli. Il punto è che Mastella non ha esitato a tendere la mano a Renzi, pur avendo spazio per ricercare intese teoricamente più proficue, perché in Campania Italia Viva è il partito che esprime il terzo gruppo consiliare in Regione, un partito di apparati e di grandi portatori di voti messi lì da De Luca nel 2020, che in un modo o nell’altro, di qui al 2026, dovranno trovare la giusta collocazione per la riconferma.

L’accordo con Renzi serve a Mastella, dunque, per saldare il proprio destino a quello del gruppo dirigente di Italia Viva in Campania, che con o senza Renzi, a prescindere da quel che sarà del partito, fra due anni e mezzo sarà in campo per la corsa a Santa Lucia. Con questo governatore ovvero accanto ad un altro candidato, ma sempre nel centrosinistra. Ecco il richiamo alla Margherita. E non è banale considerare che proprio la provincia di Benevento è l’unica nella quale Italia Viva sostanzialmente non esiste.

Per questa via il sindaco di Benevento punta a recuperare nel breve periodo nuovi spazi di gestione sul piano regionale, per ricostruire l’interlocuzione con il governatore, presupposto ineludibile per respingere l’assalto forzista sui territori e per recuperare il terreno perduto. In prospettiva, invece, l’intesa organica con il gruppo dirigente di Italia Viva, con gli apparati deluchiani che oggi si ritrovano sotto le insegne renziane e domani chissà, gli consentirà di sedere al tavolo delle mediazioni e di dare le carte, di dettare le condizioni, di rivendicare spazi di rappresentanza e di potere quando si tratterà di definire gli accordi per la contesa del 2026. Renzi e le Europee sono il dito per gli stolti che oggi sorridono. Clemente, come sempre, punta alla luna.

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