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Radioterapia, due anni di crescita per l’Amacenter del gruppo De Vizia Sanità
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Nel luglio del 2021 l’inaugurazione. Alla presenza delle autorità politiche e religiose – a cominciare dal governatore De Luca fino all’arcivescovo Accrocca – iniziava il suo percorso a Benevento l’Amacenter, primo centro di Radioterapia del gruppo De Vizia Sanità.
Eccellenze mediche, tecnologia all’avanguardia e attenzione al paziente i punti cardine di un progetto votato alla qualità e all’innovazione. E trascorsi due anni, a fare un primo bilancio è Annamaria Castrichino, medico chirurgo specialista in Radioterapia Oncologica e direttrice del Centro. “I riscontri sono ottimi, tanti i feedback positivi giunti dal territorio” – racconta la dottoressa che ricorda pure le diverse opportunità offerte dalla struttura situata sul viale Mellusi.
Altro punto di forza dell’Amacenter, la connessione con tutte le altre strutture del gruppo De Vizia Sanità. Condizione, questa, che assicura al paziente una continuità assoluta nell’assistenza. Dalla diagnosi alla cura. Lo staff di eccellenza è composto da: Andrea Maio tecnico radiologo (TSRM); Vincenzo Fabbricatore, fisico medico; Rossana Nocito, assistente amministrativa; Nicola Urciuoli, tecnico radiologo (TSRM).
Ma attenzione al paziente vuol dire anche trattamenti scarsamente invasivi. Obiettivo possibile grazie alle più avanzate strumentazione e tecnologie in uso al centro. Come l’acceleratore lineare True Beam 2.7 in grado di ottenere la massima precisione e selettività riducendo gli effetti collaterali.
A caratterizzare l’Amacenter, ancora, la possibilità di curare i pazienti in radioterapia senza l’utilizzo di tatuaggi. Eccellenza che è valsa al centro il riconoscimento VisionRT, azienda britannica di riferimento mondiale nel settore. Soltanto tre, in tutta Italia, i centri premiati: “Rispetto alle precedenti esperienze con approccio tradizionale, con ausilio di tatuaggi, ho potuto constatare – spiega la dottoressa Castrichino – che l’adozione della tecnica Tattoo Free ha recato notevoli vantaggi sia dal punto di vista pratico che da quello clinico con ottima soddisfazione non soltanto degli operatori nel campo ma dei pazienti stessi, non più sottoposti a tatuaggi indelebili”.
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