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Attore, regista, autore: Morcone ricorda Giacomo Ricci con una targa davanti la casa natale
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Morcone ricorderà l’artista Giacomo Ricci, apponendo una targa commemorativa sulla facciata dell’immobile di contrada Cuffiano, dove era la casa paterna. Lo ha deciso il Comune con una delibera di Giunta dello scorso 22 giugno.
Sull’epigrafe sarà scritto: “Nato e cresciuto in questa contrada negli anni 60 si trasferiva di fatto in Roma, dove frequentava corsi di recitazione con profitto, tanto da diventare attore di fama nazionale, regista e autore di testi cinematografici e teatrali basati sul sociale. Diverse le biografie di personaggi del mondo dello spettacolo che hanno riepilogato tutte le opere realizzate durante la sua esistenza. Lo ricorderemo sempre”.
Giacomo Ricci, nato nel 1933 e deceduto nel 2020 a 87enne, è tuttora un nome storico del teatro italiano, amico e collaboratore stretto di Carmelo Bene e Giorgio Albertazzi, regista e interprete che ha lavorato con nomi come Eduardo e Sandro Bolchi. Autore – negli anni ’80, ’90 e oltre – di testi come “La gabbia scotta” (sul ’68), “Incubo-speranza in un tempo” (sul dramma della droga, più volte rappresentato nel circuito delle manifestazioni degli enti locali) e “Nerone-Autodifesa di un mostro”.
Dopo una lunga collaborazione con la RAI, per la quale aveva lavorato in più sceneggiati (come “Scene dai Promessi sposi”, nel ruolo del Cardinale Borromeo), e la partecipazione a vari film, Giacomo si era dedicato soprattutto al teatro: calcando spesso le scene insieme a Carmelo Bene. Nel ‘64, Ricci è tra i più stretti collaboratori di Gian Maria Volontè.
Nei primi anni ’80, Giacomo fonda la compagnia teatrale “L’alternativa” volta alla ricerca di un’alternativa più equilibrata e di stile al teatro di allora, spesso incagliato nelle esasperazioni dissacranti. E porta in scena “Il Paese. Oggi, non domani”: testo del giornalista Albetto Jacometti centrato sulla difficoltà, nell’immediato dopoguerra, dei rapporti, anche solo umani, tra ex partigiani ed ex fascisti.
Negli anni ’90, è la volta di “Incubo-speranza”, rappresentato in tutta Italia; poi, tra i ’90 e i primi anni del 2000, l’altra pièce su Nerone Claudio Cesare. Negli ultimi anni, infine, Ricci – uomo schierato, ma sempre libero – si era dedicato, in vari teatri romani, a spettacoli per ragazzi e alla riscoperta della poesia sui temi dell’amore e della solidarietà umana, da Garcia Lorca a Bertolt Brecht.