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Comune di Benevento

Golf Club, l’amministrazione replica a Miceli: si avvicina il primo ‘via libera’ al progetto

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Si avvicina il primo ‘via libera’ al “Tierra Samnium Golf Club” di Benevento. Già giovedì, infatti, la commissione Urbanistica dovrebbe esprimere il proprio parere favorevole al progetto. Poi la palla passerà al Consiglio Comunale, chiamato a valutare l’interesse pubblico dell’intervento.  

Nessun dubbio, comunque, sulla volontà dell’amministrazione di sostenere l’iniziativa  proposta dalla Antum Immobiliare Spa. Ancor di più oggi, considerato il contenuto della relazione depositata nel pomeriggio dal dirigente di settore, avvocato Vincenzo Catalano, in commissione Urbanistica, in una riunione a cui ha preso parte anche l’assessore Molly Chiusolo.

In otto pagine, Catalano ha racchiuso i suoi chiarimenti in merito alle osservazioni poste nelle scorse settimane da Angelo Miceli, capogruppo di ‘Città Aperta’. L’esponente dell’opposizione, si ricorderà, aveva manifestato perplessità – ancora oggi ribadite – sulla scelta di limitare la variante urbanistica a una parte minoritaria dell’intervento: “Il progetto – rilevava Miceli – ha carattere unitario e non può essere frazionato in due parti conferendo ad esse due destinazioni urbanistiche diverse, altrimenti perderebbero la loro interconnessione per la qual cosa i due interventi potrebbero seguire anche procedure distinte e diverse, facendo venir meno così l’unitarietà dell’intervento su cui si chiede la valutazione del pubblico interesse”.

Tesi ‘respinta’ dal vertice amministrativo del settore Urbanistica: “Il progetto è unitario, perché tale è lo scopo, ovvero di realizzare un polo sportivo di notevole interesse pubblico a livello nazionale su un territorio periferico, quale quello beneventano, che avrebbe un ritorno in termini turistici ed occupazionali di notevole rilievo. Un progetto a carattere unitario non si rappresenta nella sua omogeneità urbanistica quanto piuttosto nella caratterizzazione di funzioni d’uso interconnesse, quali sportive, alberghiere, ricettive, turistiche che configurano una struttura complessivamente di un interesse pubblico. Quindi la scelta di non variare le aree già compatibili con lo strumento urbanistico vigente, piuttosto che rappresentare un ostacolo, hanno dato all’Amministrazione Comunale la possibilità di tutelare e salvaguardare maggiormente il territorio agricolo beneventano”.

Per Catalano, inoltre, la scelta non è in contraddizione con il vigente Piano Urbanistico Comunale: “Il campo da golf è realizzabile sia in area agricola che in area di tipo F6 o D3, stando a quanto previsto dal Piano Urbanistico vigente. La individuazione di aree di tipo E non comporta la necessaria loro destinazione alla coltivazione ma individuano la tutela a verde delle stesse: la scelta di non modificare tali aree in tipologia F6 o D3 è fondata sulla maggior tutela alla inedificabilità e quindi nel ragionevole rispetto degli indirizzi urbanistici esistenti, circostanza che non sarebbe altrettanto fondata con la variazione delle stesse in zone di tipo F6 o D3”.

Al termine della riunione è giunta anche la nota stampa dell’assessore all’Urbanistica Mariagrazia Chiusolo e del presidente della commissione Urbanistica Alfredo Martignetti.

“Come abbiamo illustrato ai consiglieri oggi in commissione – spiegano -, le scelte urbanistiche operate per il riconoscimento dell’interesse pubblico su un progetto di iniziativa privata diretto alla realizzazione di un campo da golf sono state mirate a preservare la vocazione naturalistica dell’area e a tutelarne il valore ambientale, circoscrivendo la possibilità di interventi edificatori al minimo e limitandoli alla percentuale strettamente necessaria alla concretizzazione dell’intervento (1,6 per cento della superficie totale). Non vorremmo che certe dissertazioni sul contesto tecnico d’attuazione dell’intervento nascondano una ritrosia, motivata da ragioni di contrapposizione politica, a riconoscere che la città ha aumentato la propria capacità attrattiva e allarga la propria offerta sportiva e turistica puntando su un segmento originale e dal grande potenziale, visto che nel Mezzogiorno nessun altro avrebbe un impianto del genere”, proseguono Chiusolo e Martignetti. “Sotto il profilo tecnico, alla luce delle risultanze emerse dagli approfondimenti dell’ufficio competente, abbiamo chiarito che la realizzazione del campo da golf in area agricola è perfettamente compatibile con il Piano urbanistico vigente. Del resto è stato un ente di indubbia autorevolezza, quale il Consiglio nazionale delle Ricerche-Istituto di Biometria di Bologna, a evidenziare come l’impatto ambientale dell’attività golfistica risulta, per uso di fertilizzanti, pesticidi e consumi idrici, inferiore alle attività agricole tradizionali, mentre diverse pronunce della giustizia amministrativa specificano che ‘la destinazione a zona agricola di una determinata area non presuppone necessariamente che sia utilizzata per colture tipiche trattandosi di una scelta discrezionale dell’amministrazione comunale’ (Cds, sez.IV, n.6600/2008) e che ‘il vincolo a verde agricolo è preordinato non tanto alla mera salvaguardia degli interessi dell’agricoltura quanto alla realizzazione di un migliore equilibrio tra aree edificate e aree verdi’ (Tar Toscana, sezione I, n.1892/2004). Proprio la tutela del verde e la riduzione delle volumetrie sono state le direttrici tecniche dell’intervento. Obiettivi che sarebbero stati compromessi se si fosse optato per scelte diverse, come quelle proposte da alcuni gruppi di minoranza, dal momento che la variazione in D3 su tutta l’area del progetto avrebbe aperto ad una volumetria potenziale ben tre volte maggiore, per non parlare della trasformazione in F6 che avrebbe consentito la costruzione di manufatti per una superficie complessiva di 190mila metri quadri, un vero e proprio villaggio.
Così invece escludiamo qualsiasi cementificazione selvaggia, tuteliamo l’inedificabilità dell’area e apriamo a un investimento green, compatibile con il contesto paesaggistico di riferimento e con un ritorno potenziale notevole in termini economici e turistici”, proseguono Chiusolo e Martignetti.

“Massima disponibilità al confronto e al dialogo su aspetti tecnico-amministrativi, garantiamo a tutto il Consiglio e all’opinione pubblica massima trasparenza, contrasteremo però tentativi di ostacolare, con pretesti di approfondimenti tecnici infiniti, un investimento a costo zero per il Comune, senza controindicazioni e con benefici facilmente prevedibili”.

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