CRONACA
Vandali e furti alla tomba del giovane Flavio Ventura. La famiglia: servono telecamere e controlli
Ascolta la lettura dell'articolo
Raggiungere il luogo dove riposa per sempre un giovane figlio, un amico, un amore. Trovarlo vandalizzato e sentire il cuore che si spezza ancora e ancora.
E’ un filo di dolore infinito quello che lega la famiglia Ventura ad una maledetta notte dello scorso gennaio e che si dipana fino ad oggi.
Nella notte gelida, il motorino di Flavio andò a schiantarsi contro l’asfalto del viadotto delle Streghe di Benevento, spezzando per sempre la vita di un 16enne amato da tutti. Il freddo di quel 15 gennaio non ha mai abbandonato tutti quelli che lo hanno conosciuto e che oggi continuano ad avvertire un brivido profondo ogni volta che si trovano di fronte alla tomba del giovane sannita.
Sono diverse, infatti, le segnalazioni che in queste settimane hanno raggiunto la nostra redazione. Tutte raccontano la stessa triste, e a tratti incredibile, storia: sistematicamente qualcuno danneggia il luogo dove riposa Flavio nel cimitero del capoluogo.
Capita di tutto: dai fiori che vengono fatti sparire dai vasi o capovolti a terra fino a furti di oggetti posati sulla lapide con il desiderio di lasciare un dono gradito. Da quel luogo sacro spariscono immagini della Madonna, ritrovate in altre parti del cimitero, e vengono rotte statuette di angeli, posizionati da una mano amorevole a custodire un ragazzo volato via troppo presto. Dal sacro al profano, la ‘follia’ non ha fine. E così da una teca messa dai familiari qualcuno ha pensato di portare via anche gli oggetti più cari al 16enne: un casco in miniatura da collezione di Valentino Rossi e che Flavio custodiva come un piccolo tesoro. Un simbolo di felicità che chi lo amava aveva deciso dovesse restare sempre con il suo proprietario, magari lo avrebbe protetto nel suo nuovo viaggio. Invece, una mano crudele ha deciso di sottrarlo al suo destino naturale portandolo via con sé. C’è anche chi è riuscito a fare peggio, trafugando una busta di caramelle, le preferite del giovane: le aveva portare un piccolo amico, magari per ricordare le giornate trascorse a mangiarle insieme. Incredibile anche da raccontare. Davvero.
Atti vandalici che si sommano anche a quelli commessi nelle ore successive al tragico incidente stradale, quando qualcuno decise di rompere e gettare al di sotto del cavalcavia i fiori che amici e parenti avevano lasciato sul luogo dell’impatto. Due episodi non collegati, ma la rabbia e il dolore sono gli stessi.
Il malessere, fisico e mentale, di vedere un luogo che rappresenta tutto quello che resta di un 16enne ‘profanato’ senza alcun senso logico. Cattiverie gratuite che riportano a galla, ogni volta, un dolore profondo che, forse, non sparirà mai, ma che solo l’affetto e le piccole cose riescono a contenere. Vederle lì spezzate o trafugate è un colpo emotivo per tutti. Nessuno escluso.
Dalla famiglia Ventura proviene solo una richiesta: maggiore attenzione al ricordo dei cari. La pochezza di questi gesti non merita commenti, ma non significa che debba restare impunita o non contrastata. Per questo, l’appello è alle istituzioni per un maggiore controllo del cimitero ed anche per installare un impianto di telecamere all’interno dell’area. Un deterrente per evitare che in futuro episodi del genere possano ripetersi ancora.
Fermare i vandali e spezzare quel filo di dolore che ritorna ad ogni visita è l’unica via per dare un seguito concreto all’affetto dimostrato a Flavio nei giorni successivi all’incidente. Ognuno può fare la sua parte; ognuno deve.