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CULTURA

Accademia di Santa Sofia, grande successo per il concerto di Uto Ughi e Bruno Canino

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Accademia di Santa Sofia, Università degli studi del Sannio e Comunità di Sant’Egidio Benevento uniti nella solidarietà:  grande soddisfazione per l’enorme successo con l’iniziativa coordinata di raccolta fondi a favore dei bambini del quartiere cittadino di Santa Maria degli Angeli, col progetto “la scuola della pace” grazie ai due giganti fuoriclasse della musica internazionale Uto Ughi e Bruno Canino, protagonisti del sesto appuntamento della Stagione Concertistica 2022.

È domenica sera, 24 aprile 2022, sono passate da poco le otto. Dal palco del bellissimo Auditorium Sant’Agostino di Benevento, due re leoni dell’universo musicale mondiale, Uto Ughi e Bruno Canino, unificando le loro magiche forze, armate di talento, passione, umanità e sconfinata sapienza, deformano letteralmente lo spazio e il tempo. Così tutta l’angoscia indicibile di questi mesi scompare, per un momento. E Benevento pare Vienna.

Un parterre tutto esaurito, interminabili minuti di scroscianti applausi per un assoluto evento storico, l’eccezionale recital di Uto Ughi e Bruno Canino, insieme per il pubblico adorante di Benevento. Quando due mostri sacri che hanno segnato la storia della musica mondiale, giganteggiano, fiammeggiando come li abbiamo visti, dosando in modo magistralmente complementare ora il controllo ora l’emozione, sembra di assistere al compendio storico e stilistico, all’estratto incarnato e sublimato dell’enciclopedia musicale universale. La storia del violinismo con l’amatissima star Uto Ughi, lombardo, classe 1944, e il pianoforte per antonomasia  con Canino, napoletano, classe 1935.

Abbiamo vissuto in una sera un grandioso, struggente frammento di storia della musica, scritta e suonata, uno straordinario regalo da due icone internazionali, due ambasciatori della cultura, dell’arte, dello stile e dell’eccellenza italiana nel mondo, dalle personalità molto diverse e dalle scelte stilistiche divergenti, che insieme creano, incantano, conquistano.

Bruno Canino si accomoda al pianoforte e Uto Ughi stringe il suo Guarneri del Gesù del 1744. Aprono la serata con la Ciaccona in sol minore di Tomaso Antonio Vitali (1663 – 1745) – un fulgido esempio di virtuosismo violinistico barocco – come racconta Marcella Parziale che insieme a Filippo Zigante cura la direzione artistica di questi concerti – dove lo struggente tema melodico, esposto in maniera cristallina e lineare nelle prime battute, diventa materiale fertile per esplorazioni formali ed espressive sempre più ardite. Sostenuto dal pianoforte – solido e irreprensibile di Bruno Canino – il violino si profonde in una varietà d’inflessioni e di declamazioni che spaziano dal puro decorativismo al patetismo più intenso -. Ughi incanta e commuove il pubblico con il carisma, il calore e l’intensità espressiva che lo contraddistinguono.

Segue Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) con la Sonata n.9 per violino e pianoforte – detta “a Kreutzer” – scritta tra il 1802 e il 1803 quando aveva 32 anni ed era ormai manifesta la sua sordità. La Sonata di una bellezza entusiasmante è magia pura. Piano e violino si sfidano ad armi pari nella forma concertante (“concerto” dal latino “certamen” cioè duello, competizione) da un movimento all’altro, in un infinita varietà di reciproche provocazioni e risposte che si moltiplicano e si rincorrono, senza mai prevaricarsi, in mille riverberi e variazioni ritmiche, melodiche, emotive. Il suono denso e pastoso che ne risulta è un’inondazione sonora travolgente, dal primo movimento Adagio sostenuto – Presto, superbo per l’enorme tensione dinamica e la forza drammatica, al secondo, Andante con variazioni, più contemplativo e delicato, fino al Finale – Presto, una danza allegra e trascinante. L’impresa dei due titanici interpreti è ricambiata da lunghi applausi vigorosi di gratitudine e gioia.

La seconda parte del concerto prevede Méditation da Souvenir d’un lieu cher Op. 42 (Ricordo di un luogo caro) una raccolta di tre brani completata da Pëtr Il’ič Ĉaikovskij (1840 – 1893) nel 1878 e ispirata ai ricordi di un luogo caro, la tenuta di campagna a Brailov, Ucraina, di Nadezhda von Meck, sua amica e protettrice. Qui il romanticismo eloquente e suggestivo evoca un grande struggimento nostalgico, vibrante di passione sulle corde del violino di Ughi e sui tasti del pianoforte di Canino.

Ultimo brano in scaletta La Fantaisie de Carmen op. 24 (1883) di Pablo Martín Melitón de Sarasate y Nevascués, primo musicista spagnolo dell’Ottocento a conquistarsi fama europea.

Il compositore considerato il Paganini spagnolo, trascrisse alcune delle pagine più note dell’opera omonima di Bizet, prima citandole poi arricchendole con creative arditezze compositive e vorticose variazioni violinistiche. Ma nella sua Fantaisie, Sarasate non tradì mai le atmosfere della Carmen: il violino canta, danza e seduce, come la personificazione strumentale ma fedele, dei mille tumulti che animano la gitana di Bizet. E Ughi vola col cuore e con l’archetto a fianco del fedele pianoforte di Canino.

Il pubblico applaude entusiasta e instancabile la generosa performance, chiama e richiama fuori gli artisti, fino a ottenere il desiderato bis, che arriva con La Ridda dei Folletti, Scherzo fantastico op. 25, folgorante composizione virtuosistica di Antonio Bazzini (1818 – 1897), discepolo di Paganini. Ughi non si risparmia per il suo pubblico. Ovazione finale e tutti in piedi per salutare i due grandissimi interpreti con applausi interminabili.

Prima del concerto, Massimo Squillante, Presidente di Cadmus e Docente Unisannio, nonché consulente scientifico della Stagione concertistica con i docenti  Marcello Rotili e di Aglaia McClintock, nel suo intervento di apertura ha descritto l’importante e fruttuosa sinergia che unisce Accademia di Santa Sofia, Unisannio e Cadmus in un arco culturale in evoluzione continua che sempre più volgerà con i suoi incontri e le sue attività, alla valorizzazione delle strettissime correlazioni tra le scienze, la matematica e la musica. Accademia di Santa Sofia con Università degli studi del Sannio e Comunità di Sant’Egidio Benevento, ricordano che la raccolta fondi, tramite la vendita dei biglietti per questo concerto così come per il prossimo con Moni Ovadia, sarà interamente devoluta all’iniziativa benefica “La scuola della pace” progetto della Comunità di Sant’Egidio di Benevento, volto a fornire aiuti concreti, per l’integrazione e l’inserimento scolastico, ai bambini del quartiere cittadino di Santa Maria degli Angeli.

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