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Don Nicola De Blasio: ‘E’ il Natale più difficile. Riscopriamone il valore più intimo e autentico’

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“Quello che ci aspetta sarà probabilmente il Natale più difficile degli anni che abbiamo conosciuto. La situazione inedita determinata dalla pandemia del covid-19 ha conseguenze che riguardano tutti, ma soprattutto le fasce più deboli della popolazione: penso ai bambini, turbati nella loro spensieratezza e costretti a limitare fortemente le loro attività, penso agli adolescenti e ai giovani, che non possono vivere quelle dimensioni di socialità e incontro proprie della loro età, penso agli anziani e agli ammalati, chiusi in casa per la paura del contagio e a rischio di diventare sempre più soli, penso ai lavoratori di tutti quei settori più toccati dalle chiusure e dalle limitazioni…”.

Inizia così la lettera del direttore della Caritas di Benevento, don Nicola De Blasio, che aggiunge: “Penso ancora a quelle famiglie che nei mesi scorsi hanno dovuto affrontare un lutto e forse anche il dolore di non aver potuto accompagnare come desideravano i propri cari nell’ora della morte. Che Natale sarà? Noi preti e cristiani moralisti sovente ci lasciavamo andare alle invettive contro il consumismo natalizio: acquisti esagerati, eccessi nel mangiare e nel bere, sentimentalismo superficiale (andare a Messa a Mezzanotte “…perché altrimenti non è Natale!”). Rimproveri veri verso comportamenti sbagliati. Ma forse, almeno io, mi devo riconoscere troppo facilmente portato più a rimproverare il male, che a proporre, ad indicare la Verità! Forse quest’anno un po’ più di persone si interrogheranno sul significato autentico del Natale. Si chiederanno se il senso di tristezza o nostalgia che le contingenze restrittive suscitano, è per la mancanza di Gesù, o per la mancanza dei godimenti superficiali.

Forse quest’anno – continua don Nicola – passerà in secondo piano il Natale scintillante dei regali e delle luminarie, degli acquisti e dei festeggiamenti, per riscoprire un Natale più intimo e più autentico. Sì, perché nonostante tutto il Natale verrà! Per chi crede sarà ancora l’occasione per celebrare il mistero del Dio-con-noi, di un Dio che – in Gesù, Figlio di Dio fatto uomo – continua a piantare la sua tenda nel terreno incerto della nostra umanità. Viene a condividere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti gli uomini. Viene a portare la pace nel cuore di chi si scopre amato dal Signore. Viene ad aprire le nostre esistenze, spesso chiuse nel proprio individualismo, alla possibilità della fraternità e della condivisione: siamo tutti fratelli, perché resi figli nel Figlio Gesù. Contro ogni tentazione di scoraggiamento, dunque, anche quest’anno, e forse a maggior ragione quest’anno, prepariamo, attendiamo, desideriamo, celebriamo, condividiamo il mistero del Natale!

Gesù venne nel silenzio di una notte in provincia. Ci vollero gli angeli per annunciare ad alcune persone che il Redentore del popolo e del mondo era presente in carne umana a Betlemme. Un Natale con meno esteriorità può essere l’occasione per fare più attenzione a chi ci sta vicino. Al di là delle apparenze date per scontate, al di là dei giudizi acquisiti, scoprire i segreti che ciascuno di noi porta nel cuore. Siamo battezzati, e il Vescovo ci invita ad accorgerci dello Spirito Santo che ci abita. E abita anche il fratello, la sorella, il marito, la moglie, i genitori, i figli. Finché siamo in corsa e lasciamo che tante cose facciano rumore nel cuore … lo Spirito santo tace.

Finché vogliamo affermare la nostra sensibilità, la nostra opinione, il nostro giudizio, lo Spirito santo tace! Quando invece ci mettiamo come i pastori in cammino verso il luogo improbabile dove il Messia si fa vicino, quando riusciamo a lasciarci meravigliare, come il pastorello a braccia aperte e col volto proteso verso la mangiatoia che la tradizione vuole accanto a Maria e a Giuseppe, ecco allora che lo Spirito santo può farci esultare nel profondo! Dio è vicino, in mezzo a noi! Dio ha davvero visitato il suo popolo!

Questo ci può liberare dal senso di pesantezza, di tristezza, di ripiegamento, per aprirci alla fiducia, alla generosità anche di noi stessi. Soprattutto ci può aprire alla gioia di essere uniti in Cristo Gesù. Non tanto perché “L’unione fa la forza!”, nemmeno perché “insieme facciamo la differenza” (cose umanamente vere!). Ma perché LUI ama te e me, insieme! Questo è un dono della sua generosità. Vero qui e ora! La Verginità di Maria, nel momento del concepimento di Gesù all’Annunciazione è segno della totale gratuità dell’amore divino. Quel Figlio è un puro ed esclusivo dono del Padre all’umanità. Il Salvatore non è prodotto umano. È puro dono di Dio. Perciò garantito. La salvezza non la produciamo noi. Perciò non è incerta! Ma sicura. Qui sta la vera gioia del Natale di Gesù Cristo. Questa è la luce che illumina non le strade della città o i nostri balconi, ma il nostro cuore.

Celebriamo – conclude nella missiva – il Natale con gioia, perché Gesù, il Figlio di Dio, ora è contemporaneo alla storia. Attraverso la sua morte e risurrezione, mondo, storia e umanità hanno a chi agganciarsi per essere salvi. Celebriamo il Natale per ricordarci della sua presenza ogni giorno, nel nascondimento dei cuori dei credenti, nella Parola santa, nei bisognosi di attenzione, accoglienza e soccorso”.

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