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CRONACA

Rapporto Zoomafia, in Campania aumentano i reati: nel Sannio oltre 130 procedimenti

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Combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli: sono i crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania che emergono dal Rapporto Zoomafia 2020, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. La nuova edizione del Rapporto è alla sua ventunesima edizione e analizza lo sfruttamento criminale di animali avvenuto nel 2019.  L’edizione 2020 del Rapporto Zoomafia ha avuto il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto. 

L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto alle Procure Ordinarie, e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2019, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Per la Campania, le risposte sono arrivate da 9 Procure Ordinarie su 10 (non ha risposto la Procura di Avellino) e da tutte e due le Procure Minorili, quella di Napoli e quella di Salerno. 

In particolare per quanto riguarda Benevento: 65 procedimenti con 7 indagati per uccisione di animali; 23 procedimenti con 11 indagati per maltrattamento di animali; 27 procedimenti con 45 indagati per uccisione di animali altrui; 6 procedimenti con 4 indagati per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura; 10 procedimenti con 6 indagati per reati venatori o contro la fauna selvatica. In totale nel 2019 sono sopravvenuti 131 procedimenti con 73 indagati. Rispetto al 2018 si è registrato un aumento del +6,5% dei procedimenti, passati da 123 a 131, e una diminuzione del -14% degli indagati che sono passati da 85 a 73. 

Nel 2019 nell’ambito territoriale delle 9 Procure campane che hanno risposto, rispetto al 2018, c’è stato un aumento del +7,5% dei procedimenti penali per reati a danno di animali, e una diminuzione del -2,7% del numero degli indagati.

“Il Rapporto rileva gli accadimenti relativi al 2019 – afferma Troiano -. Non possiamo, però, non fare i conti anche con l’emergenza sanitaria, inattesa e violenta, che ci ha investito; un’emergenza globale e senza precedenti che impone un approfondimento anche per i crimini contro gli animali. I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come diciamo da anni, rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco.

L’emergenza genera illegalità, si sa, e si possono individuare profili di preoccupazione anche per tutte quelle attività economiche che sfruttano gli animali – continua Troiano. – Se l’attuale insicurezza economica perdurasse o, peggio, si acuisse, non sarebbe azzardato supporre un aumento dei delitti come l’abigeato, la macellazione clandestina, la pesca di frodo organizzata, il traffico di fauna a scopo alimentare, ovvero di tutte quelle attività economiche che rispondono agli interessi primari”.

“Si sbaglia se si pensa che siano attività delinquenziali residuali – continua Troiano. – Se si contestualizzano alcuni fenomeni, si scopre che non sono affatto attività delinquenziali trascurabili. Se si controlla, ad esempio, l’affaire randagismo in una determinata zona, significa accaparrarsi un’importante fetta di convenzioni con gli enti locali. Se si controllano i pascoli, vuol dire mettere le mani su uno degli affari più cospicui e remunerativi del territorio, che non ha nulla da invidiare agli altri business criminali. Se si costituiscono società fittizie per importare cuccioli dall’estero facendo anche uso di truffe carosello, si attua una commistione tra flussi finanziari illeciti e fondi di origine lecita, tipica delle attività di riciclaggio. Insomma, – conclude Troiano -, sono molteplici gli interessi dello sfruttamento criminale degli animali che possono stimolare gli appetiti della criminalità organizzata e i casi accertati lo dimostrano”. 

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