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Foglianise a lavoro per la “Festa del Grano”: chiesti fondi alla Regione per 70mila euro

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Macchina organizzativa a lavoro a Foglianise per la “Festa del Grano”, da dieci anni riconosciuta dalla Regione come Grande Evento. L’amministrazione comunale ha già presentato il progetto a Palazzo Santa Lucia chiedendo un finanziamento di 70mila euro per la realizzazione della manifestazione, giunta alla XXVIII edizione e in programma dal 15 al 18 agosto.

LA STORIA – Per il suo fascino particolare, frutto della fusione tra fede, artigianato e folklore e per l’originalità delle opere realizzate in paglia intrecciata, la Festa del Grano di Foglianise ha assunto sempre maggiore importanza e risalto nel panorama delle feste tradizionali. L’iniziativa nasce con l’intento di ringraziare San Rocco per il raccolto del grano.

Nel ‘700, periodo in cui sono iniziate a Foglianise le celebrazioni in onore del santo, il grano era merce preziosa di scambio e sostituiva le scarse disponibilità di denaro. Le prime forme di processione conosciute sono costituite da un gruppo di fanciulle che portavano in testa, sistemato in una cesta, un fascio di spighe, e dei carri tirati da buoi sui quali i contadini avevano caricato sacchi di grano o covoni adornati anch’essi con mazzetti di spighe e qualche festone fatto di granturco.

Il corteo guidato dal parroco e dalle autorità civili muoveva dal sagrato in terra battuta antistante la chiesa del convento carmelitano e si dirigeva attraverso il casale uliveto, verso la cappellina dedicata al taumaturgo, eretta fuori l’abitato del centro sannita. Nel mese di agosto si viveva un periodo di riposo nel lavoro agricolo, e questo ha favorito negli anni la possibilità di prestare sempre più cura ed attenzione nel caricare i carri e nell’adornare i covoni per la giornata della festa e la processione.

L’ARTE – Le rappresentazioni di oggi – che coinvolgono circa 700 persone tra figuranti, autisti ed accompagnatori – sono il risultato di anni di perfezionamento, di scelta ed intreccio di steli che i giovani hanno appreso da pazienti anziani lavoratori della paglia. Il carro di grano è un pregevole lavoro in paglia intrecciata che rappresenta in scala una facciata di una chiesa o un monumento. Si tratta di vere e proprie architetture effimere; per lo più frontespizi di chiese, portali, edicole votive che vogliono essere la materializzazione dell’operosità e della devozione dei cittadini. Il “carro” si compone di una struttura in legno sulla quale viene applicato il lavoro in paglia (“scupidù”, “trecce”, “fascette”, ecc.) con varie tecniche di intreccio finissimo. La struttura viene poi montata davanti al camion adibito al trasporto. Un’intelaiatura composta da pali in legno, ricoperta di “covoni” di grano va infine a coprire completamente le parti laterali e posteriori del mezzo meccanico. La vera arte, per cui chi lavora al carro è definito “maestro della paglia”, è l’intreccio. Attraverso l’abilità delle mani e senza l’ausilio di alcun mezzo meccanico questi “maestri” riescono ad intrecciare i semplici fili di paglia, utilizzando varie tecniche, in modo da far assumere al lavoro una grande capacità decorativa.

LA SFILATA – I carri, a cui i cittadini lavorano con dedizione, prendono magicamente vita il 16 agosto, giorno in cui si celebra la festa religiosa in onore di San Rocco. Il corteo che ogni anno si snoda per le strade del paese è un museo itinerante; cattedrali, statue, altari, costituiscono il soggetto di una tela di incomparabile valore, pennellata con le diverse tonalità del giallo, in cui i raggi del sole danno vita ad effetti cromatici suggestivi. Nella sfilata, i mietitori, le ragazze con ceste di spighe, le pacchiane, i trebbiatori, le cernitrici ed i carri di grano, rievocano, ancora oggi, particolari momenti di attività agreste delle comunità contadine dell’800 e dell’inizio ‘900. Oggi, alla manifestazione questi gruppi partecipano indossando elaborati e ricercatissimi costumi tradizionali, affiancati da gruppi in costume riferito al tema presentato.

LA FESTA – Tutto ciò è reso possibile dall’opera paziente dei “Maestri della paglia”, testimoni viventi di un’arte, quella dell’intreccio, che ha profondamente caratterizzato la storia della civiltà contadina e che oggi ha raggiunto tali risultati di perfezione da riscuotere consensi entusiastici da parte dei numerosi visitatori, garantendone inoltre la presenza nelle maggiori strutture museali in Italia e nel mondo. L’evento, divenuto ormai una kermesse, ha valicato l’ambito locale e provinciale assurgendo ad evento nazionale ed internazionale. I carri di grano sono stati ammirati in mostre nazionali ed alcuni esemplari sono esposti in permanenza in musei, gallerie e collezioni pubbliche. Per quanto riguarda il numero dei visitatori registrati nelle precedenti edizioni, nel periodo della festa si contano tra le 15mila e le 20mila presenze nei giorni festivi, provenienti da ogni parte del mondo, con picchi per la mattina del 16 agosto e la sera della conclusione del 18 Agosto. Nel corso degli anni la Festa si è arricchita di iniziative collaterali (Percorsi ed itinerari guidati, Mostre, installazioni multimediali, spettacoli, rievocazioni storiche, museo all’aperto, laboratori itineranti, stand di prodotti tipici) perdendo la sua connotazione prettamente locale.

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