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Impianto rifiuti a Sassinoro, Mortaruolo: “Emerse anomalie nell’iter. Atti in Procura”
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Anomalie nell’iter autorizzativo, preoccupazioni sull’impatto ambientale e in merito all’ordine pubblico. Possono essere riassunte così le criticità emerse nel corso delle due audizioni – del 24 aprile e del 3 maggio scorsi – della Commissione regionale all’Ambiente sulla delicata questione dell’impianto di compostaggio di Sassinoro.
Incontri ai quali hanno preso parte il presidente Gennaro Oliviero, il consigliere regionale sannita Erasmo Mortaruolo, gli esponenti in consiglio regionale del M5S, Muscara e Viglione, i rappresentanti dell’Arpac e degli uffici regionali competenti, il sindaco di Sassinoro Pasqualino Cusano e il presidente della Comunità montana “Titerno e Alto Tammaro”, Antonio Di Maria. Atti pubblici che il presidente Oliviero e il consigliere Mortaruolo hanno ritenuto di dover trasmettere a Prefettura, Procura della Repubblica e Questura di Benevento.
Il primo dubbio emerso nel corso dell’audizione riguarda le tonnellate che dovranno essere gestite nell’impianto di Sassinoro. Come spiegato ad Ntr24 dal consigliere Mortaruolo.
A mancare sarebbe la Valutazione di Impatto Ambientale che conduce alla seconda tematica: quella relativa alla preoccupazione dei cittadini sanniti in merito alla tutela del territorio e dei corsi d’acqua.
All’interno di questa vicenda si innesta anche il Piano regionale dei rifiuti e gli investimenti che sono stati previsti per l’ampliamento dello Stir di Casalundini. In sostanza ci sarebbero due impianti, a pochi chilometri di distanza, che tratterebbero la stessa frazione di raccolta differenziata. Una interferenza anche questa al vaglio della Commissione. Un ragionamento che porta ad una riflessione anche sul ruolo dell’Ato e degli stessi enti locali sulla pianificazione del sistema dei rifiuti.
Bisognerà attendere le prossime settimane per capire quale sarà la risposta dei tecnici della Regione in merito alle varie questioni emerse durante le audizioni. Un passaggio che a questo punto risulta cruciale e che potrebbe aprire nuovi scenari. Resta tuttavia da comprendere anche un altro aspetto della questione: il primo allarme in merito all’impianto fu dato nel corso di una conferenza stampa dell’ottobre del 2017. Nell’occasione Cusano criticò l’atteggiamento della Provincia, ente che oggi promette battaglia in tutte le sedi. Una sinergia istituzionale che, forse, giunge con quasi 8 mesi di ritardo e solo dopo la costituzione di un Comitato civico.