POLITICA
“Sannio abbandonato e pattumiera della Regione”, la denuncia del Movimento Animalista
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“Abbandonare la nave” è il grido che da sempre contraddistingue l’obbligo di lasciare la nave prima che affondi ed in passato il capitano era l’ultimo a lasciare il natante non prima di essersi assicurato che fossero tutti in salvo. Il parallelismo è riferito alla situazione di tutto il Beneventano che cominciò ad inabissarsi qualche anno fa e che da allora cola a picco costantemente; fingere di non vedere è da irresponsabili e falsi a prescindere dalle scelte politiche, ideologiche o altro, qui come qualcuno ama vantare, parlano i fatti e proprio questi raccontano tutta un’altra storia”. Così il Movimento Animalista di Benevento in una nota stampa.
“Nel corso degli anni – prosegue – il capoluogo sannita ha visto “l’esproprio” di vari organi, enti e strutture pubbliche o private a favore di altre province limitrofe mediante l’accorpamento per ragioni economiche o territoriali (un linguaggio burocratese utile a far digerire meglio il boccone amaro) partendo dalla sede della banca d’Italia, struttura all’avanguardia e che vantava un sistema di sicurezza da primato, passando per la camera di commercio e finendo ai nostri giorni col nosocomio cittadino che nell’ultimo periodo vive un presente instabile ed un futuro incerto nonostante piovano raccomandazioni e promesse. A tal proposito prendiamo categoricamente e senza remora alcuna le difese del professore Huscher che ha descritto con pragmatismo assoluto la realtà dei fatti senza mezzi termini evidenziando carenze e mancanze della struttura e la realtà sociale del Sannio.
“Come il Professore – aggiunge il Movimento -, conosciamo bene la provincia e la sua “struttura” frammentata e con centri abitati distanti chilometri l’uno dall’altro e non riusciamo a comprendere la scelta della creazione del polo oncologico in quel di Sant’Agata. Come è possibile decentrare un reparto così importante in una zona non facile da raggiungere? E’ stata un opzione nata per favorire tutta la popolazione sannita o l’ennesimo “atto altruistico” a favore di altra provincia? Chi ha avuto questa “brillante idea” ha pensato ad esempio ai cittadini del Fortore che impiegheranno come minimo 2 ore per raggiungere Sant’Agata percorrendo strade da terzo mondo in pessime e gravose condizioni? Non sarebbe stato logico potenziare il reparto Beneventano e rafforzare l’ospedale Sant’Alfonso? E chiudiamo l’argomento con una piccola osservazione: in questa traballante fase, coincidenza, i “pezzi da 90” che hanno contribuito alla creazione di reparti noti ed apprezzati in tutta Italia stanno lasciando i propri incarichi per trasferimento in altre sedi, anzi a dir la verità, viaggiano tutti verso una meta unica…
Meta unica è anche quella che ha tutta l’immondizia presente in ragione – attaccano gli animalisti -, la provincia di Benevento. Eh sì perché nonostante tutto, a palazzo Santa Lucia si ricordano dei Sanniti quando c’è da smaltire la mondezza, basti pensare che di 9 discariche “fuorilegge” 5 hanno trovato posto nella provincia di Benevento e non per far fronte ad un’esigenza della stessa ma sempre e soltanto per problematiche altrui. Cominciò tutto con la discarica di Pietrelcina con capienza e disponibilità fino all’anno 2100 grazie alla capillare raccolta differenziata effettuata in provincia ma che in poco tempo e per far fronte all’emergenza rifiuti, si ritrovò colma. E così fu anche per la discarica di Ponte Valentino, Calvi, dei Tre Ponti e Sant’Arcangelo con quest’ultima che nel corso degli anni ha visto una continua fuoriuscita di percolato che ha prodotto danni devastanti ed irrecuperabili in un territorio a forte vocazione agricola, risultato: spopolamento del paese ed un aumento di malattie tumorali in chi è rimasto. Non contenta di tutto ciò, la Regione, magnanima, vuole realizzare un impianto di compostaggio in un luogo adiacente un parco regionale, in un’area verde incontaminata e ad alta produzione di prodotti alimentari, dove scorre il fiume Tammaro che alimenta la diga di Campolattaro, Oasi WWF ed il tutto basato su una sterile perizia di parte della società napoletana che vorrebbe l’impianto, un’operazione che porterebbe alla distruzione di un ecosistema immenso oltre a tutte le problematiche correlate ai rifiuti, un business dove la criminalità ha sempre avuto ruolo da protagonista.
E’ ora di dire basta – sottolinea la nota -, la provincia sannita non è il bidone dell’immondizia di una regione intera! Siamo esausti, stanchi, arrabbiati e disgustati dall’atteggiamento vessatorio da sempre riservato al nostro territorio, inutile dimenarsi in difese assurde e ridicole, per quanto un soggetto possa predicare, promettere e dire, i fatti parlano, lo ribadiamo. Siamo l’unica provincia a non essere toccata da autostrade (a tal proposito nessuno dei cartelloni presenti sulle reti autostradali campane ricorda il ricco patrimonio storico ed enogastronomico della provincia, come se non esistessimo), da anni ci viene promessa il raddoppio della Caianello con la posa della prima pietra che viene rimandata di volta in volta, a quest’ora a furia di posare pietre, forse sarebbe concluso il raddoppio e sinceramente a questo punto, interessa più mettere in sicurezza la principale arteria di collegamento che altro, avendo la “Telesina” un manto stradale pericoloso, pieno di buche e rattoppi fatti male se non peggio, divenuta un’alternanza di fossi e gobbe che distruggono i veicoli e lo stato d’animo di chi quotidianamente si arrischia percorrere quel pezzo d’Italia con il risultato di isolare ancora di più Benevento dal resto del Paese, perché hai voglia a chiacchierare, il turismo si sposta ancora su gomma, basta guardare le gite ragion per cui sarebbe stato opportuno realizzare prima la strada e poi raddoppiare la rete ferroviaria che non sappiamo se porterà concreti vantaggi ma di sicuro ha già portato danni ad aziende e cittadini “colpiti” dal passaggio del tracciato ingannando i più con mirabolanti promesse di occupazione e sviluppo… Già perché di inganno si sta parlando, un inganno che dura da decenni, fatto di clientelismo elettorale, di promesse mai mantenute e che a nulla ha portato se non al progressivo declino della “Svizzera del Sud”, una crisi che morde il doppio rispetto al resto del Paese, con spopolamento della città e dei comuni di tutta la provincia con dati allarmanti sulle “partenze” di chi cerca opportunità fuori dal Sannio.
Non ci è stato permesso uno sviluppo industriale – conclude il Movimento Animalista – salvo i capannoni nelle varie aree “industriali” dei comuni, cattedrali del deserto che firmano in modo indelebile la presa in giro a scapito del territorio, non è stato possibile creare tale scelta per via di mancanze di infrastrutture adeguate, eravamo un tempo il “corridoio Tirrenico centro nevralgico ed indispensabile per l’impero e siamo divenuti oggi una colonia da sottomettere e spartire tra i restanti capoluoghi della regione con una fine ben delineata ma che i più si affannano a smentire nonostante i fatti. Non ci è stata concessa uno sviluppo industriale, bene, lasciate creare un’economia degna di nome sfruttando quello che abbonda in tutta l’area sannita: prodotti agro alimentari unici, enoteca, le aree verdi ed ancora incanto minate, le aree interne rurali spettacolari, la biodiversità presente con una ricca e prosperosa fauna e flora, il prezioso ed unico patrimonio storico che vantiamo perché se qualcuno ancora non ne fosse a conoscenza, quando Roma stava per nascere e Napoli non era neanche in cantiere, nella nostra terra la civiltà Sannita era ben sviluppata e progredita tanto da poter insegnare qualcosa a quello che fu il più grande degli imperi. Infine, una piccola nota: la provincia di Benevento paga questo prezzo salato per due motivi, il primo, non avere mai politici che abbiano avuto davvero a cuore il Sannio e non servono di certo parole per confermare questo, il secondo è il totale disinteresse di molti alla “cosa pubblica” o per meri interessi personali o per mancanza di attaccamento al territorio”.