Cittadini
“Abbandonati e senza aiuti”: a due anni dall’alluvione la rabbia di Pantano
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A quasi 2 anni di distanza dall’ottobre del 2015 gli alluvionati di contrada Pantano sono ancora in attesa. Aspettano gli aiuti per far ripartire le aziende danneggiate dalla furia dell’acqua, attendono interventi di messa in sicurezza e pulizia dell’alveo del Calore.
E il tempo per i residenti sembra essersi fermato a quei giorni. Lugo i muri esterni delle abitazioni restano i segni dell’acqua e del fango; le case, di nuovo vive e calde, portano ancora i segni dell’esondazione così come i campi, le serre e le altre attività produttive.
Per non fa spegnere i riflettori sulla vicenda i cittadini hanno organizzato un “Un caffè con gli alluvionati”, una conferenza stampa per raccontare, senza filtri o condizionamenti politici, cosa significa vivere in contrada Pantano, come spiega il promotore dell’incontro Diego Ciullo.
“Non abbiamo avuto niente siamo ancora in attesa”. A parlare è il padrone di casa, Giuseppe Catalano, che ha deciso di raccontare la sua tragica esperienza.
Tutto è ancora fermo perché c’è anche la preoccupazione per la sicurezza. Con slide e foto i residenti elencano i problemi: dalla pulizia dell’alveo e i detriti che ancora occupano le sponde fino alle opere degli uomini che ostacolano il defluire del Calore.
“Coltivavamo ortaggi e grano – ha raccontato – ora le serre non sono più utilizzabili ed anche i miei macchinari. Aspetto i fondi Psr per ripartire, ma la burocrazia fa ancora più danni dell’alluvione”.
Alle preoccupazioni di agricoltori e commercianti si aggiungono anche quelle di moltissime famiglie della contrada che continuano a convivere con quanto accaduto, ma che non vogliono più affidarsi alla clemenza del meteo e chiedono interventi seri per tornare a vivere serenamente.