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Riti settennali, emozione e devozione per la processione di Comunione del rione Portella
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Camminano lentamente, a tratti all’indietro e accompagnati dai fedeli e da un coro osannante, gli adulti e i bambini che compongono i quadri misterici della liturgia eucaristica e della vita dei santi che hanno sfidato i tempi per aderire al credo cristiano: sono i figuranti del rione Portella che, nel terzo giorno dei Riti settennali di Guardia Sanframondi, procedono verso l’incontro con l’Eucaristia, muovendosi con il corteo processionale di Comunione dalla chiesa rionale di San Sebastiano verso la Basilica dell’Assunta.
E’ il secondo momento dei riti, dopo la processione di penitenza, che, a giorni alterni vive ognuno dei quattro rioni guardiesi per partecipare in maniera corale e comunitaria a quella che la dottrina teologica definisce festa della salvezza. “I disciplinanti” non partecipano alla processione di comunione.
I vicoli si riempiono di devoti, di sguardi recitativi, di colori, riecheggiano di passi, di voci oranti, di fede, si animano con il coro osannante mentre scorrono i quadri misterici dei numerosi episodi della Bibbia, dell’Antico e del Nuovo Testamento, come ad esempio la nascita di Gesù, l’arrivo dei magi a Betlemme, la sontuosa corte della regina di Saba, l’incontro di Gesù con i Dottori, le nozze di Cana e il Calvario.
E’ così che con la processione di comunione la religiosità popolare diventa liturgia vissuta, manifestazione profonda di fede e devozione di cui, però, i Guardiesi non amano molto parlare. Si limitano a qualche parola, molto più eloquenti sono i volti commossi.
Più entusiasti, invece, coloro che da Guardia Sanframondi sono andati via decenni fa e tornano ogni volta per rivivere le sensazioni provate da giovani quando hanno pure partecipato alle processioni come battenti.