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Foiano, scavi a San Giovanni a Mazzocca: servono idee chiare e proponimenti fermi

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Con il patrocinio dei Comuni di Foiano di Valfortore e di Tufara e della Comunità Montana del Fortore è stata costituita l’ “Associazione pro-scavi San Giovanni a Mazzocca ONLUS”, con la finalità di promuovere gli scavi archeologici per riportare alla luce i resti dello storico Monastero Sancta Maria de Gualdo Mazocca, risalente al XII secolo e distrutto dal disastroso terremoto del 1456.

“Il 17 agosto – scrive in una nota il presidente Donato Castellucci – l’associazione ha tenuto la sua prima assemblea ed ha stabilito le linee generali e programmatiche della propria attività.

La località S. Giovanni a Mazzocca dove il Monastero – racconta – sorgeva si trova nel territorio di Foiano di Val Fortore, all’estremità della Provincia di Benevento, sul versante del confine con Puglia e Molise. I resti del complesso monasteriale giacciono, da sette secoli, a poca profondità nell’area circostante la piccola Chiesa, da poco eretta a Santuario diocesano (Santa Maria del Gualdo e S.Giovanni Eremita), fulcro della venerazione tributata, per secoli, con immutato fervore, dalle popolazioni del Fortore all’Eremita Giovanni da Tufara, fondatore del Monastero.

Dagli approfonditi studi compiuti sulla storia del Monastero ne è emersa la rilevante importanza per l’opera svolta dal Fondatore e proseguita dai suoi successori, incentrata, oltre che sui valori religiosi, su quelli civili attraverso il riscatto della dignità ed il riconoscimento dei diritti della persona. Azione particolarmente meritoria nel contesto di una realtà umana e territoriale qual era quella del desolato Fortore e delle aree limitrofe.

Elevato, nel 1300, ad Abbazia, crebbe fino a raggiungere l’apice dello splendore anche come centro di studi, tanto da essere ritenuto da autorevoli studiosi tra i più importanti dell’Italia Meridionale, ed in Campania secondo solo a S. Sofia di Benevento.

Nella sua storia – prosegue il presidente – affondano le proprie radici molteplici paesi, sorti come insediamenti spontanei e trasformati, ad opera del Monastero, in comunità civiche organizzate e dotate di Statuti.

Riportare alla luce i resti del complesso monasteriale significa offrire una testimonianza visiva, della storia del territorio fortorino, contraddistinta dalla presenza di uno straordinario centro propulsivo di civiltà come fu, appunto, il Monastero del Gualdo.

L’iniziativa dell’Associazione, se condivisa e sostenuta, potrà indubbiamente essere un fattore di arricchimento culturale e di valorizzazione del territorio, contribuendo al suo sviluppo per effetto, tra l’altro dell’incremento e della qualificazione della potenzialità turistica dell’intero Fortore derivante dall’interesse dei reperti del Monastero.

Gli scavi a Mazzocca – conclude Castellucci – oltretutto renderebbero giustizia alla storia della locale civiltà del passato, dopo il plurisecolare stato di oblio e di abbandono delle sue vestigia”.

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