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Comune di Benevento

Regolamento dei Beni Comuni, Zarro (Pd) sulle considerazioni di El Kozeh: “Ragioniamo sui contenuti”

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Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del capogruppo del Pd, Giovanni Zarro, in merito alle questioni relative al Regolamento dei Beni Comuni.

“Siamo alle solite. Siamo alla frutta. Anche il dott. Jean Pierre El Kozeh, General Manager, mi fermo su questa qualifica, General Manager, cade o “precipita”, per la fretta, immagino, nel solito errore. Guardare il dito e non la luna. O l’altro. Molto simile. Prendere fischi per fiaschi. Dico a Lei, come già ho detto al giovane “Demostene”, che il punto, base, della nostra discussione è esprimersi sul Regolamento. Va Bene? Va stracciato? E’ adeguato? O quale parte o quale articolo o quale comma va cambiato? Questo può e deve essere il cuore di una polemica intelligente. Ci sono altri argomenti. Quelli su cui discettiamo ma rappresentano il contorno. Per i quali c’è molto interesse e molta “foia”, vedo. Bisogna esprimersi, però, sul piatto forte non sui contorni. Per Lei, allora, e per il Circolo Arcadia, se da Lei rappresentato, quel Regolamento coglie una delle principali problematiche della città? Le disciplina in modo esaustivo? O, come già detto avanti, c’è da cambiare qualcosa! O va cestinato? Aspetto naturalmente di conoscere il suo pensiero.

Non sfuggo a quei temi considerati, dai miei cortesi interlocutori, principali. Erroneamente. Sono di contorno. E però, guarda un po’, apprezzati! Perché? Di sicuro, per il carico di polemica che portano con sé. Non certo perché funzionali al merito della questione posta con la presentazione del Regolamento sui Beni Comuni al dibattito del Consiglio comunale. La polemica, intelligente, prevede un limite. Non può distruggere né oscurare il merito della questione. Non si può buttare il bambino con l’acqua sporca. E vengo agli argomenti di contorno.

Il primo: “Febbraro rivendica oggi il suo patrimonio ovvero quel bene comune che ogni Amministrazione virtuosa dovrebbe lasciare migliorato alle generazioni future…..”. Dott. Jean Pierre e chi nega questa aspettativa, per me, questo diritto? Nel nostro ordinamento questa questione, importante ed essenziale, per essere una degli aspetti fondamentali della democrazia, va affrontata con la Relazione del Sindaco di fine mandato. In quella sede il nostro dott. Febbraio apprezzerà il patrimonio pubblico che l’Amministrazione Comunale lascia alla città. A fronte degli ultimi cinque anni. In quella sede si può apprezzare “quali sono i peccati di omissione fatti in questi due lustri dalle forze politiche che rappresenta”. Ripeto gli ultimi cinque anni. Per i precedenti, cinque anni, e con la rielezione di Pepe, il popolo, il giudice, non solo ha approvato l’operato e lo ha, anche, premiato rieleggendolo. In quella sede, appunto, si vedrà se “Afobo, tutore infedele” dovrà o no essere condannato. O, viceversa, assolto con la rielezione di un Sindaco PD.

Il secondo: “Febbraro (come se poi a copiare fosse stato lui…).” Torna il tema della copia. E’ la seconda volta. Mi tocca rispondere. Mi tocca spiegare. Facendo una premessa. Eccola… chi ha elaborato il Regolamento sui Beni Comuni? La fondazione Labsus. Dove risiede e cosa fa questa fondazione? Risiede a Roma. E si occupa di sussidiarietà; è il laboratorio per la sussidiarietà. Naturalmente questa informazione è parte della relazione di accompagna del Regolamento. Forse, il Dott. Jean Pierre non ha avuto il tempo di leggerla. Cosa ha fatto la Fondazione, dopo aver elaborato il Regolamento? Ha sollecitato tutti i Comuni ad adottarlo. Tutti i Comuni che hanno adottato il Regolamento dei Beni Comuni o dell’Amministrazione condivisa hanno fatto proprio quel Regolamento. Il primo è stato Bologna.
C’è un altro aspetto che va chiarito. Il testo di una legge o di un regolamento è figlio di più teste di più mani; e deve essere così, perché deve cogliere lo spirito multiforme del popolo. E la sensibilità dei votanti. Ancora. Cosa è un testo legislativo o un regolamento? Non è una opera letteraria che si protegge con il diritto di autore. Non è una opera scolastica o una prova universitaria che può essere tacciata di “copia”. A ragione di questo, non viene ricordato nella Storia della letteratura. Niente di tutto questo. La riprova? Il testo legge o regolamento o altro viene sottoposto all’approvazione dei Corpi legislativi o amministrativi non dagli autori bensì dai presentatori che possono o no coincidere con l’autore o gli autori; possono essere presentate proposte che sono state fatte cadere dai precedenti presentatori. Nel caso, hanno copiato i secondi rispetto ai primi? La stessa approvazione e le sue procedure viene articolata allo stesso modo. Si può rinunciare ad un emendamento ed altro soggetto componente del corpo legislativo o amministrativo, di gruppo avverso o identico del primo presentatore, può farlo proprio. Ha copiato il secondo rispetto al primo? Per esprimermi con una analogia, potrei dire che in questo campo vige la cultura dell’”open source”.

Sul punto naturalmente non c’è polemica da parte mia. Naturalmente la esperienza di Demostene e del suo amico dott. El Kozeh sono lontane da questi mondi e vicine viceversa al mondo della scuola o della Università. E utilizzano quel lessico. Il mio augurio è che si avvicinino anche a questo mondo.
Chiudo. Spero di aver chiarito anche punti di contorno. Aspetto, ribadisco, aspetto dal dott. Febbraro e dal dott. El Kozeh il proprio pronunciamento sul testo. In modo chiaro. Va bene o va cambiato? E se va cambiato, in quali parti?”.

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