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La senatrice Cirinnà (Pd) incontra il collettivo Wand. Pepe: “A settembre il registro delle unioni civili in Consiglio”
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“L’Italia attende questo testo. C’è bisogno di dare diritti alle persone”. Così la senatrice Pd Monica Cirinnà, promotrice dell’omonimo disegno di legge che mira a istituire le unioni civili per le coppie dello stesso sesso nel nostro ordinamento giuridico.
L’esponente del Governo Renzi era in città per partecipare ad un incontro, promosso dal collettivo Wand, sui temi del matrimonio egualitario, dei passi in avanti che l’Europa e il mondo occidentale stanno muovendo sui temi Lgtb e della situazione in nel Paese.
Il testo attualmente è fermo in commissione Giustizia del Senato, ed è già stato parzialmente modificato. A pesare sono soprattutto gli emendamenti presentati dal senatore Giovanardi di Ncd e da Forza Italia. “Sono convinta – ha spiegato la senatrice – che raggiungeremo un accordo”.
Ad incidere, però, non è solo l’ostruzionismo degli altri partiti, ma che le polemiche interne ai democratici. L’esempio nel Sannio è evidente: il sindaco Fausto Pepe che ha concesso il patrocinio al Pride dello scorso 6 giugno, mentre il capogruppo di Palazzo Mosti, Giovanni Zarro, promuoveva una conferenza sull’ideologia gender.
“La posizione dei Pd – ha commentato Cirinnà – è unica ed è favorevole al riconoscimento dei diritti civili, ma rispettiamo anche chi all’interno del partito ha posizioni più cattoliche. Anche per questo la legge non parla assolutamente di matrimonio e vieta le adozioni secondo la legge”.
Intanto, il collettivo Wand continua a premere per l’istituzione di un registro delle unioni civili nel Comune di Benevento. Su internet è stato attivato un contagiorni: “Un modo simpatico – hanno spiegato gli attivisti – per calcolare quanto tempo ci metterà il consiglio comunale del capoluogo a votare il documento”.
Una prima risposta l’hanno ottenuta dal primo cittadino che si è impegnato per portare il testo nell’assise per il prossimo settembre. Un passo avanti, ma che “dovrà essere supportato da un dibattito culturale – ha concluso il sindaco -. Se non c’è comprensione dei fatti, le leggi non servono a nulla”.