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Provincia di Benevento

Alto Calore Servizi, alla Rocca il bilancio del presidente De Stefano dopo un anno di attività

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Si è svolta stamani nella Sala Consiliare della Rocca dei Rettori a Benevento la Conferenza Stampa di presentazione di un anno di attività dell’AIto Calore Servizi sotto la presidenza del Presidente Raffaello De Stefano.

Al resoconto ha partecipato il Presidente della Provincia Claudio Ricci, il quale, introducendo i lavori, ha dichiarato: “Occorre una sinergia tra le Province di Benevento ed Avellino per poter bloccare scelte scellerate nei confronti delle aree interne in materia di politiche idriche. Dobbiamo prestare la massima attenzione rispetto a questi temi soprattutto dopo la drammatica esperienza della vicenda rifiuti che pesantemente penalizzato ed ancora penalizza le nostre Province. Dobbiamo difenderci da altre realtà più forti delle nostre rispetto ad una risorsa essenziale quale è quella idrica che è il “petrolio del futuro”. Sono qui perché l’Alto Calore Servizi interviene su una larga fetta del territorio sanniti: ovviamente, io so che ci sono anche altri Gestori dei servizi idrici in questa Provincia; ma, senza voler avviare alcuna contrapposizione di alcun tipo, penso sia necessario dare massimo spazio ad un Ente come l’Alto Calore che interviene su una problematica assolutamente delicata.

Noi come classe dirigente dobbiamo assicurare ottimi servizi. In particolare lo dobbiamo fare per i servizi idrici: e su questo io vorrei lanciare una scommessa, una sorta di sfida. In altre parole il nostro impegno come classe dirigente deve avere la seguente priorità: ammodernare e rifare le reti idriche e ammodernare i nostri sistemi fognari. Questo è necessario a fronte di una situazione che vede per gli approvvigionamenti idrici due grandi criticità: l’acqua è un bene che non è infinito e dobbiamo averne cura massima. C’è dunque un problema di ricerca delle fonti idrica; ma anche quello della lotta allo spreco che ogni Famiglia fa nella propria casa. Occorre dunque intercettare le risorse finanziarie e soprattutto utilizzarle opportunamente per la tutela del bene acqua: non dobbiamo più cadere nell’illusione tanto di creare un’area Pip in ogni angolo del territorio, pagare somme enormi per poi vederla non utilizzata. Dobbiamo impiegare i pochi fondi a disposizioni per servizi qualificanti ed indispensabili”.

Intervenendo a sua volta il Presidente dell’Alto Calore Servizi Raffaello De Stefano ha innanzitutto rivendicato il merito della ormai avvenuta fusione delle due Società in cui era divisa fino ad oggi l’Alto Calore e che, a suo giudizio, costituiva fonte di spreco gigantesco di risorse pubbliche e finanziarie. “E questa battaglia, per me ormai decennale, mi è costata la presidenza dell’Ato alcuni anni or sono. Oggi invece tutti hanno riconosciuto la giustezza di quella impostazione di lavoro”. Altre iniziative sono state avviate per il risanamento dei conti delle Aziende, ha quindi aggiunto De Stefano, in particolare per quanto concerne i costi dell’energia che la Società doveva sopportare per tenere in attività gli impianti. Si tratta di una spesa più alta anche di quattro volte rispetto a quella sopportata in Lombardia: una vera assurdità, ha detto Stefano, sottolineando però che la battaglia condotta anche su questo fronte avrà in termini immediati una risposta positiva capace di far liberare ingentissime risorse finanziarie che potranno essere re-investite meglio al fine di rimettere in moto un meccanismo virtuoso per migliorare i servizi.

De Stefano, tuttavia, non ha mancato di invocare la massima attenzione da parte della classe politica locale e regionale su un disegno di legge regionale infatti vuole accorpare le Province di Avellino, Benevento e Caserta nella gestione idrica. Si tratterebbe, secondo il Presidente, di una misura gravemente punitiva per le aree interne, che debbono fare massa critica per contrastarla con la massima fermezza. Questa battaglia deve essere fatta, ha proseguito De Stefano, anche per difendere le sorgenti di Caposele del fiume Calore: si tratta di acqua che oggi va verso la Puglia e insieme ad essa anche potenziali risorse finanziarier per circa 30 milioni di Euro l’anno che spetterebbero al territorio delle aree interne. Si tratta di un danno che si aggiunge alla beffa, ha spiegato De Stefano: infatti Irpinia e Sannio costituiscono il terzo maggior bacino imbrifero d’Europa, ma, paradossalmente, per loro non c’è alcun ristoro finanziario, mentre le acque delle aree interne vanno per la maggior parte a Napoli (60 milioni di metri cubi) in Puglia (154 milioni di metri cubi)”.

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