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POLITICA

IdV: la risposta del Coordinamento cittadino alla lettera di dimissioni del segretario provinciale Zoino

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Dopo la lettera inviata al segretario nazionale e a quello regionale Idv, da Francesco Zoino con la quale ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di segretario provinciale del partito, giunge la risposta a firma del Coordinamento IDV a sostegno lista De Vizio.

“All’alba di un congresso provinciale , non celebrato, non smette di sorprenderci l’ennesimo escamotage con cui l’ex segretario provinciale IDV, Francesco Zoino, aggira l’ostacolo per cercare di arginare, aggrappandosi agli specchi, la sua disfatta politica.

In ogni occasione e appuntamento politico abbiamo letto e riletto sulla stampa la solita e noiosissima cantilena in cui sciorina i successi riportati dal partito sotto la sua egida per ingannare i “pochissimi “, che non hanno notizia della sua fama, forte solo della posizione che ricopre senza avere nessun merito specifico, essendo risultato (benchè segetario provinciale di un partito!!!!!!!!) primo dei non eletti.

E’ doveroso sapere che le sue tardive e furbesche dimissioni, arrivano solo a quattro giorni dalla celebrazione del congresso, nonostante fossero state invocate da lungo tempo dalla maggioranza del direttivo e più volte e in più contesti alla dirigenza nazionale e regionale dell’IDV, senza che, nessun risultato venisse raggiunto.

Ci fa sorridere quando inganna se stesso favoleggiando: “Chi è alla ricerca spasmodica di un posizionamento partitico, senza il quale risulterebbe fuori dalla logica di un qualsivoglia soggetto politico degno di nota, tanto da trasformare in provincia di Benevento il partito dei valori nel partito delle tessere a breve scadenza”.

Pare che voglia fare una lezione di morale politica, cha alla luce dei fatti, appare ridicola, atteso anche che Benevento è una piccola città, dove tutti conoscono tutti. Il gruppo di dirigenti politici che l’ha sfiduciato, in un assemblea regolarmente costituita e non nella stanza dei bottoni come lui è aduso fare, è costituito di persone oneste, disinteressate, che i posizionamenti partitici, dove sono stati disponibili, li hanno conquistati con la forza delle idee o dell’ investitura popolare. Alla poltrona di cui tanto parla è stato lui a rimanere incollato facendosi scivolare addosso la volontà della maggioranza del partito a livello locale.

Il ruolo di segretario, infatti, attribuisce sempre una certa importanza, a chi è alla ricerca spasmodica di un posizionamento partitico, senza il quale risulterebbe fuori dalla logica di un qualsivoglia soggetto politico come lui giustamente e chiaramente sottolinea nella sua nota.

Discorrendo della realtà dei fatti, come ci piace fare, ricordiamo al solerte consigliere che il gruppo di dirigenti che lo aveva sfiduciato, molto tempo prima della sua strategica dimissione si era recato presso la sede regionale qualche mese fa, dal massimo vertice nazionale, e alla presenza dei due commissari regionali a chiedere e la revoca della carica di segretario provinciale e il commissariamento del Partito.

In tale contesto, i dirigenti provinciali, intendendo perseguire il bene dell’IDV e non il proprio(con un ritorno ad un’azione democratica e non totalitaria e accaparratrice all’interno), portavano argomentazioni sia scritte che verbali, che evidenziavano il mancato perseguimento dei principi fondanti del partito da parte di Zoino.

Tanto sia nel ruolo di consigliere comunale, completamente appiattito sui voleri del PD per meri obiettivi personali (la famigerata poltrona da mantenere e cercare di riconquistare alle prossime scadenze elettorali!) sia di segretario provinciale per assenza di democrazia interna e capacità di aggregazione.

In relazione alla gravità e pregnanza delle argomentazioni svolte l’on. Di Pietro rappresentava, che lo Statuto dell’IDV non prevedeva la sfiducia di un segretario provinciale e che il “problema” andava risolto democraticamente nel congresso provinciale e che fin quando non si trovasse un modo migliore di svolgere i congressi “vince chi ha più tesserati”.

Benché non pienamente convinti della bontà del tesseramento come modalità di rappresentanza democratica, (come anche gli ultimi fatti di cronaca dimostrano), si accettava il consiglio del Fondatore del partito.

Pertanto, la maggioranza della dirigenza provinciale che rappresenta nei fatti, una fetta elettorale più vasta di quella di Zoino e pochi sparuti amici, con enormi sacrifici, lavorando alacremente, in un tempo ridottissimo, raggiungeva tantissimi elettori e simpatizzanti, ottenendo la sottoscrizione di circa 350 cittadini (circa 120 più di Zoino).

Di fronte a tale cruda, matematica e inopinabile realtà, pochi giorni prima che si svolgesse il congresso provinciale, il solerte consigliere, abituato a espedienti di ogni sorta, pur di restare a galla, presentava le machiavelliche dimissioni.

In tal modo, evitava il confronto che in termini ineccepibili, l’avrebbe visto sconfitto senza nessuna speranza .
Anche sul discorso delle tessere Zoino mostra un pensiero ondivago.

In anni precedenti ci sollecitava a provvedere al tesseramento in maniera massiccia per farne sfoggio nelle sedi superiori e nella sua qualità di segretario provinciale raccoglierne, come sempre, i meriti. Oggi tale modalità solo perchè avrebbe decretato la sua sconfitta, a suo dire non è più adeguata.

Inoltre, quando continua: “sostegno della coalizione di centro-sinistra, bene imprescindibile”, dovrebbe ricordare a chi legge, che questa posizione politica assunta ha significato complicità efficiente nel momento del “maquillage” fatto alla giunta, e ha ignorato inoltre, l’opinione degli altri componenti il direttivo provinciale: Gubitosi, Di Maria, De Vizio, Guerra che pur condividendo il senso di appartenenza al centro-sinistra, avevano manifestato molte perplessità e atteggiamento critico nei confronti dell’ Amministrazione comunale di Benevento, in relazione alle note vicende giudiziarie, che l’avevano investita, con arresti e rinvii a giudizio per reati gravi.

Era stato sostenuto che sarebbe stato difficile difendere a tutti i costi, acriticamente, per un mero obiettivo strategico di potere, la particolare situazione venutasi a creare, senza offendere il senso di appartenenza all’IDV; un partito che a quei valori infranti, faceva riferimento.

Naturalmente le istanze della dirigenza locale IDV, venivano disattese con un totale, supino appiattimento dello zelante consigliere sul PD. Sottolineiamo che a Zoino ( che ha una visione monoteistica o al massimo dualistica della politica e nessuna pratica della democrazia) quando continua con: ‘ancora preme aggiungere che con spirito di servizio, si è candidato alla Camera per il collegio Campania 2 nelle liste di Italia dei Valori, in occasione delle politiche del 2008 in sedicesima posizione, e nelle liste del soggetto politico Rivoluzione Civile in occasione delle politiche dello scorso febbraio sempre alla Camera in diciannovesima posizione per il collegio Campania’, fa difetto la generosità, e il senso della realtà perché dimentica di dire che con il suo stesso spirito di sacrificio, in occasione delle ultime politiche si sono candidati alla Camera l’avvocato Guerra (ultimo posto della lista) e al senato, il dott. De Vizio.

Quando parla perciò di “classe dirigente” sembra che desideri “spasmodicamente” riferirsi soltanto a se stesso e/o a un suo suggeritore. Proseguendo nelle sue elucubrazioni: ‘mi preme sottolineare, inoltre, come l’azione politica intrapresa sotto la mia segreteria è stata sempre e comunque orientata a portare benefici. Basti pensare alla recente adesione dell’Assessore al Comune di Benevento Emilia Maccauro’.

Ingrato sottace un doveroso ringraziamento a tutti quelli che gli hanno consentito di sedere in consiglio e che hanno in ogni modo operato con laboriosità nel corso degli anni. Nomi e cognomi caduti nell’oblio, mentre non perde occasione di evidenziare il nominativo dell’assessore appena imbarcato.

Quando parla poi di “azione politica” che ha portato benefici appare chiaro come Zoino ami ribaltare le questioni, confondendo benefici personali con quelli del partito (un vecchio difetto difficile da correggere).
Senza voler esprimere alcun giudizio sulla persona, della Maccauro, finora sconosciuta sul piano politico a ogni iscritto o dirigente politico di IDV nel Sannio, è indubbio che per il momento abbia più goduto che apportato benefici.

Assurgere al ruolo di assessore, senza essere uno dei dirigenti, senza essere iscritta all’IDV, senza aver concorso nella lista che portava alla presenza nelle istituzioni, quindi priva di “appartenenza” al partito come da lei stessa asserito.

Naturalmente questo è un discorso politico, in ossequio alla verità e diretto a contrastare le argomentazioni di Zoino, non un giudizio su eventuali meriti politici e/o umani che potrebbe rivelare o meno la Maccauro.
Intende solo smascherare le mistificazioni del “politicante Zoino”, che desidera “abbellire” di scopi nobili il senso della sua sconfitta politica.

Pertanto, ed infine, accogliamo con gioia e soddisfazione questa dimissione, nella speranza che l’astuto consigliere non continui dietro le quinte a tramare per invocare un commissariamento ingiusto (chiesto, dalla maggioranza del direttivo e non concesso ai tempi della sua triste dirigenza) al solo fine di spazzare via, come perpetrato negli anni, tutte le energie positive,che con la forza della rappresentanza lo avrebbero portato alla disfatta politica.

In tal modo si svuoterebbe di significato la pregnanza del termine democrazia. Ci auguriamo che quanto accaduto, possa ulteriormente rafforzare il convincimento nelle “alte sfere” del partito che non sono in atto “attacchi sconsiderati”, ma che c’è altro e meglio dopo Zoino, e che, per sua stessa ammissione, è meglio procurarsi tessere che non siano di “breve scadenza” ma di “cuore”, tant’è che le “sue” non gli hanno consentito neanche di sostenerne la candidatura.

Ad ogni buon conto condividendo la linea fin ora tenuta di sostegno delle forze del centro-sinistra, al fine di trovare un punto di mediazione per una riconciliazione del partito nel Beneventano, e per assecondare la richiesta Nazionale di “deporre le armi”, proponiamo incontri con i vertici nazionali e regionali per discutere e portare avanti un’azione politica condivisa e distensiva che sia in grado di rilanciare il partito anche a livello locale, stemperare le innumerevoli asperità in un momento di “passaggio” delicato.

Tanto per amor del vero, del partito e di tutti i suoi sostenitori”.

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