POLITICA
Depuratore, l’opposizione attacca Pepe: “In altre vesti ha ostacolato il progetto. Chiediamo un tavolo in Regione”
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Un dossier redatto dall’associazione Mezzogiorno Nazionale che ricostruisce la vera storia del depuratore a Benevento. O almeno quella raccontata dai consiglieri d’opposizione a Palazzo Mosti.
In una conferenza stampa organizzata dal gruppo di Territorio è Libertà allargata agli altri esponenti della minoranza sono stati descritti episodi, circostanze per le quali ad oggi il capoluogo non ha ancora un sistema di depurazione e che espone la città al rischio di pagare una multa di svariate migliaia di euro.
“Le responsabilità – dicono i consiglieri – sono in capo all’attuale sindaco”.
“Quando era dirigente dell’Arpac – spiega Pasquariello – ha ostacolato il progetto”.
Su una data convergono maggioranza e opposizione. Il 1977 quando per la prima volta si parlò del depuratore. Di lì in poi però, le versioni divergono.
Per il sindaco, che quasi un mese fa aveva tenuto una conferenza sulla vicenda, le amministrazioni precedenti alla sua aveva perso fondi ministeriali e tempo.
Per l’attuale opposizione le cose sono andate diversamente, come spiega il consigliere di Tel Luigi De Minico assessore ai lavori pubblici nel lontano 2005: “Se non fosse stato per una cordata di enti quali Provincia, Arpac e Asl che all’epoca si opposero, oggi Benevento avrebbe il suo sistema di depurazione”.
Nell’incontro con i giornalisti i consiglieri parlano anche di sprechi di consulenze con l’individuazione nei due mandati di Fausto Pepe di ben tre diversi siti per l’impianto.
Critiche a pioggia, dubbi sugli attuali fondi circa 20milioni di euro – merito solo della Regione – sottolineano – ma anche una proposta.
La minoranza chiederà infatti un tavolo tecnico con il governatore campano, Stefano Caldoro perchè il timore – dicono – è che si perdano anche le attuali risorse.