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Scuola

Daniela Basile (Insegnanti precari): “La scuola italiana? Una nave condotta da inesperti verso la deriva”

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“Ieri ha avuto ufficialmente inizio il nuovo anno scolastico, gli studenti sono ritornati in classe, ma le operazioni utili a garantire il buon funzionamento della macchina scolastica ancora non si concludono”. A dichiararlo è Daniela Basile, rappresentante del Comitato del Comitato insegnanti precari e Ata sanniti.

“I ritardi – spiega la Basile – sono diventati una spiacevole routine in questi ultimi quattro anni di Governo Berlusconi/Monti. Se in passato il primo settembre si era pronti per partire nel migliore dei modi oggi purtroppo, in barba al merito e alla qualità che tanto osannano i nostri Ministri, si allungano i ritardi, danneggiando ovviamente i poveri studenti a cui vengono sottratte ore di lezioni disciplinari frontali”.

“Siamo al 14 di settembre – aggiunge – ed ancora non si concludono le assunzioni a tempo indeterminato, ai docenti neo immessi in ruolo ancora non viene consentita la possibilità di scegliere la sede lavorativa. Siamo al 14 di settembre ed ancora non vengono fatte le convocazioni per assegnare gli incarichi annuali mentre le operazioni relative il personale ATA sono in alto mare”.

“I ritardi – prosegue la Basile – dipendono dalle circolari ministeriali e regionali last minute, dai continui cambiamenti di rotta. La scuola assomiglia sempre di più ad una grande nave nelle mani di inesperti che lentamente la conducono alla deriva. In questo momento quasi tutte le scuole Sannite sono prive di personale docente ed Ata, tutte le scuole si barcamenano tra mille difficoltà senza garantire l’insegnamento sin dal primo giorno di scuola di tutte le discipline”.

“La scuola italiana purtroppo è stata trasformata in uno scatolone con un bel fiocco apparente che viene messo in mostra alla stampa, sempre più povero e vuoto. Mentre il Ministro Profumo decanta le lodi del registro scolastico elettronico, del tablet, ci sono scuole a cui mancano le materie prime per poter operare: carta, pennelli, strumenti utili per la formazione disciplinare di un discente. Mentre il Ministro loda la pagella online, ci sono intere famiglie prive di personal computer e di connessione internet per questioni di disagio economico che quelle pagelle non potranno mai visualizzarle. Mentre il Ministro parla della bellezza dell’interpretazione dei testi, impone il cambiamento dei libri scolastici, che solo parzialmente possono essere scaricati online, per incrementare i profitti delle case editrici e svuotare le tasche delle famiglie italiane oramai ridotte al lumicino”.

“Mentre il Ministro dice di amare i giovani e di volerli aiutare, lo stesso Ministro aumenta le tasse univeritarie e non fornisce gli strumenti necessari per permettere a quei giovani di formarsi in maniera eccelsa. Agli studenti non servono tablet, o pagelle online ma occorrono strumenti, materiali e soprattutto docenti sin dal primo giorno di scuola. Il monte orario disciplinare è già all’osso, sottrarre ulteriori ore alla formazione personale ed individuale per dei vergognosi ritardi della macchina burocratica scolastica e obbligare le famiglie italiane a contrarre debiti per acquistare libri di testo costosissimi e materiale indispensabile per la formazione professionale quali le divise da lavoro, il materiale da disegno, i pennelli, i colori è da irresponsabili”.

“Nel frattempo, per paventare a tutti l’idea che nel nostro Paese si cresce e ci si riprende economicamente, si bandisce un inutile concorso che porterà soldi alle case editrici e alle università che già si sono organizzati per stampare libri e fare corsi di preparazione. Il 22 settembre studenti e docenti precari saranno a Roma per dire no al concorso , al decreto Aprea e per pretendere una scuola di reale qualità.

Il Ministro Profumo dal suo canto – conclude la Basile – potrebbe utilizzare i soldi destinati al concorso e agli inutili e costosissimi registri elettronici per fornire libri di testo e materiale gratuito a quei giovani studenti che dice tanto di tenere a cuore invece di fare i soliti proclami politici che forse costituiscono l’anticamera ad una sua prossima e probabile candidatura elettorale”.

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