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CRONACA

Terremoto: tra le macerie di Cavezzo, gli angeli delle due ruote

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Macerie. Nottate trascorse in macchina, accampati nei parcheggi o nelle piazze, sperando che il sonno prenda il sopravvento sulla paura. Il senso di impotenza davanti alla forza della natura. Secondi che sembrano durare anni, come quelli passati a costruirsi una casa o a lavorare, per pagare le rate del mutuo, che sono sepolte, come i sogni, sotto cumuli di calcinacci.
 

Potrebbero essere le sensazioni vissute dagli irpini o dai sanniti durante il terremoto del 1980. Oppure all’Aquila nell’aprile 2009. Oggi sono le paure e le difficoltà degli emiliani. Nella pianura padana madre natura in questi giorni ha deciso di far sentire la sua forza, la sua superiorità sulla caducità della vita umana. E l’uomo cerca di reagire, farsi forza e ricominciare, con l’aiuto di altri uomini, che portano soccorsi e speranza. Così tra i mattoni di una casa crollata su se stessa sbocciano i fiori della solidarietà. Da un’iniziativa spontanea, nata per aiutare amici in difficoltà, si scopre poi che si può fare sempre di più, per più persone.
 

Inizia così la storia della solidarietà del gruppo Harley Davidson Chapter di Bologna, diretto da Stefano Martelli, verso i terremotati dell’Emilia. Essere harleysti è uno stile di vita, che non significa solo moto cromate, teschi incisi su giacche di pelle o i tatuaggi. Ma anche opere e iniziative di solidarietà. Una voglia di stare insieme che si sposa con una voglia di "fare" per gli altri, impegnandosi nel sociale e in eventi di beneficenza di vario genere.
 

Nei territori della pianura padana, feriti dal sisma, ci sono molti appassionati di harley. L’intervento di aiuto del gruppo di Stefano Martelli è nato, in un primo momento in modo diciamo così “familiare”, come ci racconta al telefono, “portando aiuti agli amici harleysti in difficoltà”. Ma la solidarietà assume ogni giorno che passa una forma più articolata. Un tam tam che si sta diffondendo tra tutti i gruppi harley in Italia. Sono in contatto diretto con la Protezione Civile che coordina i soccorsi sui luoghi del sisma e ogni mattina invia al gruppo di Stefano Martelli una lista con tutti i beni di cui c’è bisogno. La macchina organizzativa funziona così: la mattina arrivano alla Protezione Civile container pieni di beni di prima necessità. Si valuta quello che manca ed è allora che intervengono i bikers, portando ciò di cui c’è necessità. Come le tende da campeggio, introvabili nei negozi, consegnate ieri agli abitanti di Cavezzo o i sacchetti di carta usati per distribuire il pane.
 

 

E’ proprio sul paese del modenese, epicentro del sisma, che si sta concentrando l’attenzione dei ragazzi di Stefano. “Ieri siamo stati per la seconda volte a Cavezzo per portare aiuto. E’ un paese completamente distrutto. Una casa si e una no è segnata con la banda bianca e rossa, che vuol dire che quell’edificio non è agibile. E quelle che sono in piedi, anche se dalla facciata esterna sembrano essere salve, all’interno hanno danni strutturali. Sono pochissime le famiglie che hanno case agibili. E comunque preferiscono non entrarci. Meglio dormire in tenda. Chi non ce l’ha, dorme nelle auto, in sosta nei parcheggi, nei palazzetti dello sport, nei punti allestiti dalla Protezione Civile”.
 

Cavezzo, ci racconta Stefano è un ammasso di macerie. “Quando tutto finirà il terremoto avrà cambiato il volto di interi paesi”.
 

Il terremoto ha cambiato il volto del centro storico de L’Aquila. Quante volte sugli organi di informazione abbiamo ascoltato o letto questa frase. Ma il terremoto dell’Emilia non è quello dell’Aquila, dove, alle 3.32 del 6 aprile 2009, una scossa, brutale, secca e devastante, ha fatto crollare tutto in pochi attimi. “Qui è un’anomalia, è diverso – continua nel suo racconto Stefano – Qui c’è un’insolita frequenza di scosse. Numerosissime. Ogni 15 minuti la terra trema. Sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia si legge che sono di magnitudo 2 o 3. La terra si sente tremare.”
 

Psicologicamente provante. Non solo per le scosse, ma perchè non si può ripartire. Non si possono programmare interventi, non si può entrare nelle proprie case. “Martedì scorso la scossa ha provocato molte vittime, perchè si pensava, come capita di solito durante i terremoti, che sarebbe stata solo una scossa forte, poi piccole scosse di assestamento e la possibilità di ritornare alla normalità. Così la gente dopo il 19 si è messa al lavoro, sono iniziate le stime dei danni, operai salivano sui tetti per effettuare le riparazioni. Poi la scossa forte di martedì. Uomini dai tetti si sono trovati sepolti sotto le macerie”.
 

Così a Cavezzo, come negli altri paesi, nessuno si muove. Per il momento nessun ritorno alla normalità, nessun intervento di sistemazione degli edifici, nessun sopralluogo. Si aspetta.
 

Sabato Stefano, Fabrizio e altri ragazzi ritorneranno a portare ancora aiuti agli abitanti di Cavezzo e faranno anche manovalanza, aiutando a spostare le macerie. Harley-Davidson Bologna Chapter ha attivato anche una raccolta fondi, a cui stanno partecipando molti gruppi di harleysti da tutta Italia.
 

“Dalla Campania ci aspettiamo molta solidarietà. Voi intervenite sempre – mi dice Stefano prima di chiudere la telefonata – e quando lo fate, è con il cuore, perchè voi sapete cosa significa un terremoto e quanto coraggio ci voglia per rinascere dalle macerie”.
 

Erika Farese

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