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‘Trasporti, la Provincia come al solito rimane a guardare’
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Per risolvere la “strana crisi delle autolinee Apice-Benevento, determinata anche da distrazioni della Provincia, – scrive in una nota il presidente dell’associazione Altrabenevento, Gabriele Corona – l’assessorato ai trasporti sceglie il nuovo gestore che però non utilizza il personale da anni in servizio, contrariamente a quanto stabilito dalla legge regionale sui trasporti in concessione”.
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“La ditta Mazzone Bruno che per anni ha effettuato il servizio di trasporto con autolinee Apice- Sant’Arcangelo- Benevento ed Apice- San Giorgio del Sannio, lo scorso mese di luglio annunciava che avrebbe cessato l’attività dal 1° ottobre per motivi che rimangono tuttora misteriosi. La Regione, infatti, per quel servizio paga 220 mila euro all’anno ai quali si aggiungono almeno 100 mila euro per abbonamenti e biglietti, ma di certo i costi per pagare 5 dipendenti, acquistare il carburante e garantire tasse, manutenzione, pulizia e quote di investimenti, sono inferiori.
La Provincia, che in questi anni non ha controllato efficacemente le prestazioni di alcune ditte soprattutto per la qualità dei pullman utilizzati, le corse effettuate, i costi di abbonamento imposti, le norme di sicurezza, il rispetto dei contratti di lavoro e la utilizzazione degli autisti per il servizio granturismo, anche nel caso della annunciata cessazione del servizio di autolinea tra Apice e Benevento è rimasta a guardare, adottando solo all’ultimo momento una presunta soluzione che invece sta creando altri guai.
Infatti, dopo aver in ogni modo scoraggiato la EAV Bus dall’assumere l’incarico di sostituire la ditta Mazzone Bruno, l’assessorato provinciale ai trasporti il 30 novembre ha affidato quel servizio alla ditta Sellitto di Pietrastornina (Avellino) che però, contrariamente a quanto stabilito dalla Legge Regionale n. 3 del 2002, dal 1° dicembre non utilizza gli autisti che da anni lavorano sulle tratte Apice- Sant’Arcangelo- Benevento ed Apice- San Giorgio del Sannio.
Per fortuna questa volta i sindacati si sono mobilitati efficacemente ed in modo unitario per imporre alla Provincia il rispetto delle norme di legge a garanzia dei lavoratori e degli utenti, ma di questa vertenza si devono occupare anche le associazioni dei Consumatori, i pendolari e gli amministratori locali, compreso quelli di Apice che ancora impegnano buona parte del loro tempo nel “salto della quaglia” cioè le contorsioni per giustificare il passaggio disinvolto dallo schieramento che li ha votati, a quello opposto”.