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POLITICA

‘Pino Aprile non è che, in ordine di tempo, l’ultimo dei coraggiosi’

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Di seguito il testo della lettera inviata da LUCA ZOLLI, candidato della Lista ORA, al Direttore del “Corriere del Mezzogiorno”:

“Egregio signore Demarco,
le faccio subito una premessa: Pino Aprile non è che, in ordine di tempo, l’ultimo dei coraggiosi, che si battono perché si dica la verità, sui fatti del Risorgimento e sul processo unitario della nostra Nazione, ai quali do ragione e lei l’ultimo di quelli, con i quali mi trovo in disaccordo, tra coloro che cercano di contrastare la diffusione della semplice verità di fatti storici, negati e mistificati, con argomentazioni di opportunità o presunto senso della realtà storica attuale. Quindi, le argomentazioni antiunitarie non sono in discussione e non mi interessano, mi interessa, invece e per questonon posso condividere il suo atteggiamento, la conoscenza dei fatti e che questi vengano non solo spiegati e scritti nei libri di storia delle scuole, ma anche letti in controluce ad uso e consumo dello sviluppo del Sud d’Italia, per cercare di capire le reali cause di un divario sociale ed economico, le ragioni reali di un divario ed un disagio del sud d’Italia verso il Nord, che, come recenti studi economici (della Banca d’Italia nel 2010 e di Vittorio Daniele- Paolo Malanima nel 2007) hanno fatto, sembra avere proprio bisogno di questi dati certi e che prima che avesse origine il processo unitario, questo divario e questo disagio non esisteva…guarda un po’! Sfasciare il Paese non serve comunque a ricreare quelle condizioni di parità, tutte da ricostruire, senza illudersi che al Nord freghi a qualcuno darci una mano, ad eccezione, forse, di un tabaccaio di Piacenza che un giorno mi disse. “Non rimanere qui, torna giù a dare una mano a far sviluppare la tua terra”: ti ricordo come fosse ora, fratello mio !

Secondo, il paragone tra i bersaglieri ed i nazisti: quello che è in questione non riguarda il corpo dei bersaglieri, che tutti rispettano e a ragione, ma il fatto che il sentimento che animava molti capi dell’esercito piemontese che “operavano” al Sud per renderci tutti “fratelli” era non un sentimento di fratellanza, ma un documentato razzismo e disprezzo per le nostre genti (mai del tutto fuori moda al Nord), considerate inferiori e questo avrebbe giustificato, fu tentato anche in Parlamento e vi furono contraccolpi, parlamentari e non, ben noti, che lei dovrebbe conoscere, che ne sottolinearono la gravità, i metodi brutali con i quali i “piemontesi” reprimevano il “brigantaggio”. Valgano comunque per tutte le parole con le quali il generale Cialdini definiva i Meridionali: peggiori dei beduini (sic!): due volte razzista !! Diciamo che quei soldati, con un riferimento preciso agli episodi di Pontelandolfo e Casalduni avvenuti nella mia terra, erano razzisti al quadrato, i nazisti al cubo… Le vanno bene questi ordini di grandezza ? Come definisce lei questi soggetti ? Come li definirebbe ? Non si tratta di affermazioni isolate… E così i loro metodi. Li conosce bene ? Quelli dei primi…

Poi, lei difende chi emigra: lo faccia pure, ma su questo, stando a come sia lei che Aprile impostate la cosa (vi sono anche altre prospettive), do torto ad entrambi ! Mi sono interrogato a lungo su questo. Aprile dice una parte della verità, lei, secondo il mio modestissimo parere, neppure quella. Chi fugge dal Sud risolve il suo problema ed aggrava il nostro (questo Aprile non lo dice), di noi che rimaniamo. Vanno, andiamo contrapposti, signor Demarco, eccome! Lasciamo da parte quelli che emigrati diventano addirittura leghisti, non mi riferisco a loro, ma è come se chi resta consapevolmente lottasse per sconfiggere al Sud: camorra, mafia, ‘ndrangheta, sacra corona unita (le minuscole sono volute), amministratori e burocrati, indegni (è un eufemismo : le parole che mi passano per la testa sono ben altre…) e per svegliare gli insipidi ed i dormienti, i collusi e qualcuno dicesse: “Sapete, io per protesta, o’ alma patria calpesta (un po’ di “retorica risorgimentale” non guasta mai!), me ne vado!”. Bravo ! Ok! “…Dimenticavo, mi porto anche tutta la ricchezza investita su di me, il mio bagaglio culturale, che è un bene sociale anche vostro, un bene comune, i denari che papà e mamma hanno preso dal loro lavoro al sud e lo faccio fruttare da un’altra parte…”. Ooook! Vavattenn’ . Lei che introduce i concetti socio economici, tra le motivazioni che indurrebbero i giovani ad andarsene, di intollerabilità di : clientelismo, familismo, raccomandazioni, assistenzialismo, lotta alla meritocrazia e concorrenza sleale, sa, o non sa, che chi abbandona il Sud indebolisce il capitale sociale di questi territori, che è, esattamente, la causa della degenerazione che lamenta; ha idea di quanto, questa gente, ci danneggi ? Per chi ha ancora un po’ di coscienza ed amore per questa meravigliosa terra: vi scongiuro, tornate o restate a darci una mano, c’è una guerra da vincere ed un popolo da far risorgere, sui valori della nostra cultura, fatta di amore per la vita e per gli altri, di integrazione di più culture, pacificamente conviventi (come Aprile ben illustra) e di senso del meraviglioso e della bellezza ( illustrati bene da Aprile nella descrizione, ad esempio, contenuta nella sua lettera, di quello che fa Carmensissi , “dono del giardino di Dio”, Malferà, 27 anni, a Pizzo Calabro, con l’Associazione Artigian – Famiglia e le fiere-laboratori e finanziati di sacca propria, “perché 40-50 vecchi artigiani alla volta mostrino bellezza e segreto del proprio lavoro ai bambini”)!

Mi stia bene, signor Demarco”

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