CULTURA
Da Angelo Moretti e Francesco Vespasiano proposte concrete per fare comunità nel Sannio
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Si è svolto giovedì 20 gennaio il sesto incontro della IV edizione di CIVES – Laboratorio di Formazione al Bene Comune.
Nella sala del Centro di Cultura a piazza Orsini si è discusso di “Pensiero e azione per fare comunità nel Sannio”. Sono intervenuti Angelo Moretti – progettista sociale della Caritas diocesana di Benevento – e Francesco Vespasiano – Professore Associato di Sociologia presso l’Università degli Studi del Sannio di Benevento.
Rapporti empatici e terzo adattamento sono stati i punti principali dell’analisi di Vespasiano. “Gran parte di ciò che sappiamo e che ci costruisce come soggetti – ha esordito il professore dell’Università del Sannio – proviene dagli altri”. “Gli altri sono persone con le quali costruiamo rapporti di empatia”. Vespasiano ha più volte sottolineato che le persone si percepiscono in relazione agli altri e che l’empatia è la capacità di capire mettendosi nei panni dell’altro. “Ciò che differenzia il genere umano dalle scimmie – ha poi spiegato – risiede nel “terzo adattamento”, cioè la capacità di relazionarsi con gli altri pensando alle conseguenze a medio e lungo termine di quella relazione.
“Osservare, discernere, amare – ha esordito Angelo Moretti – è il principio ispiratore del nuovo corso della Caritas diocesana di Benevento”. Un principio che è diventato metodo di lavoro: osservare la realtà, valutarne gli elementi e operare cristianamente. “E’ importante – ha continuato Moretti – che l’azione non sia slegata da un impianto teorico. Pensiero ed azione vanno a braccetto”. Per agire nella comunità bisogna tener presente che viviamo in mondi interconnessi. “La glocalizzazione (comunità locali inserite in processi di globalizzazione) – ha proseguito Moretti – è una delle dinamiche che bisogna conoscere se si vuole agire nel sociale. Le dinamiche globali influenzano i vari interventi che vengono attuati in situazioni di povertà assoluta, di digital divide, nelle carceri. Nel carcere di Benevento, ad esempio, è rinchiuso uno dei terroristi islamici responsabile della strage di Madrid; ciò testimonia l’interdipendenza della nostra realtà con il resto del mondo”.
Alla fine sono state presentate alcune esperienze di comunità che la Caritas diocesana sta sperimentando a Benevento. Il market solidale, ad esempio, è una sorta di supermercato cui possono accedere, con una card prepagata, persone che vivono in condizioni di povertà. L’obiettivo è garantire una qualità alimentare completa e cercare, allo stesso tempo, di favorire stili di consumo più sobri.
Anche a Benevento, poi, si fa micro – credito: in collaborazione con la Banca Etica si erogano piccoli prestiti per accedere ai quali basta fornire garanzie comunitarie che non qualificano la persona in base a ciò che ha.
La Caritas, cercando di uscire da una logica sociale assistenzialista, ha fornito una struttura dove possono riunirsi persone che, accomunate da una stessa situazione di disagio, cercano di dialogare insieme per trovare autonomamente soluzioni e strategie al problema.
L’ultimo esempio illustrato da Moretti è Rete Arcobaleno che mostra in concreto come la socialità possa trasformare un territorio. Rete Arcobaleno è una rete sia fisica che virtuale (per operare e comunicare utilizza anche mailing list, social network ecc.) tra soggetti del mondo cattolico, laico, ambientalista che cercano insieme di produrre il cambiamento della realtà.