POLITICA
‘TèL, un’anomalia tutta beneventana’
Ascolta la lettura dell'articolo
Non emerge in via diretta, il disappunto del sindaco Fausto Pepe all’indomani di quanto accaduto sul palco della Festa Provinciale del PD, con il primo cittadino attore – ma del dibattito altrui – e non protagonista.
Nell’intervista concessa alla nostra emittente, a Francesca Rivellini, che può essere vista sulla web tv, la prende alla larga, valutando scenari anche più ampi di quelli locali, ma comunque senza perdere di vista l’orto sannita. “I partiti fanno bene a fare strategia, ma ogni atteggiamento va valutato con attenzione e, di conseguenza, diviene esiziale comprendere bene con chi andare avanti. L’Udc? La troviamo più spesso, nelle amministrazioni locali, schierata col centrodestra piuttosto che con il centrosinistra. Territorio è Libertà, invece, si presenta come una anomalia tutta beneventana: al momento sembra solo un gruppo di dissidenti del PdL, di politico c’è poco. E il movimento di Fini, pur facendo un ragionamento anche critico su certi temi, è rimasto nei fatti, ed allo stato, una stampella del governo di centrodestra”. Dunque, e per venire al profilo sannita, “creare delle opportunità diverse (allargare cioè le alleanze in chiave elettorale, ndr) a prescindere non può sottrarsi al confronto con chi ha modificato il tessuto della nostra città nel corso di questi cinque anni”. Questo il motivo non “di uno scontro ma di un incontro con Del Basso De Caro, con il quale ci siamo ritrovati per un impegno di chiarimento sulle strategie da portare avanti in città”. Ne consegue che, “prima di aprire ad altri, bisogna pensare a questa maggioranza, a questo governo locale che ha così ben fatto. Il PD deve salvaguardare la nostra amministrazione, difendere i suoi assessori e consiglieri, le scelte del sindaco in questo quinquennio. Andare a rintracciare il consenso di una classe dirigente che ha governato per anni e che è stata ridotta al rango di opposizione a scapito di chi guida le sorti del Comune mi sembra davvero troppo”.
Appare chiaro, insomma, che Fausto Pepe vuole vantare un diritto alla riconferma, misurandosi con l’appuntamento elettorale: “Amo questa città, mi piace guidare i processi di una comunità che è una grande famiglia verso cui vanto un forte senso di appartenenza. In fondo ho rotto alcuni consolidati schemi perché appartengo ad un’area ‘popolare’, vissuta, vera di questa città”.