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CRONACA

Camorra: omicidio Esposito, preso latitante in Portogallo. Era stato condannato a 30 anni

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E’ stato arrestato in Portogallo, dove si era rifugiato, il latitante Giovanni Capone Perna, affiliato al clan Pagnozzi, condannato a trent’anni di carcere per l’omicidio di stampo camorristico di Francesco Esposito, avvenuto nel Sannio, a Solopaca (Benevento) nel 2003.
 

Il latitante è stato arrestato ieri dal personale della prima sezione Criminalità organizzata della squadra mobile di Benevento, coadiuvato da personale dello Servizio Centrale Operativo, del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia e da investigatori della Polizia Portoghese, nella regione di Coimbra, nella città di Holivera do Hospital in Portogallo.

Era la mattina del 30 luglio quando Francesco Eposito venne ucciso nella sua tabaccheria, in via Roma, da alcuni colpi di arma da fuoco. Per commettere l’omicidio erano state usate due pistole, una calibro 357/38 ed una calibro 9. Il delitto venne immediatamente inquadrato nell’ambito di un regolamento di conti della criminalità organizzata, in considerazione della personalità della vittima, pluripregiudicato ritenuto a capo di un gruppo che esercitava il predominio delinquenziale nella zona tra Solopaca e la Valle Telesina e che intratteneva fitti rapporti con il clan Pagnozzi a sua volta consociato con il clan dei Casalesi.
 

Il delitto in questione fu commesso nel quadro di un più ampio disegno strategico ideato dai vertici del menzionato clan Pagnozzi, finalizzato al riassetto degli equilibri economici tra le consorterie mafiose della zona con particolare riferimento all’aggiudicazione di importanti appalti pubblici. Giovanni Capone Perna aveva avuto un ruolo attivo nell’omicidio che gli è costata la condanna ad anni 30 (trenta) di reclusione emessa dalla Corte di Appello di Napoli, diventata definitiva il 28 settembre 2011. Il predetto si è reso latitante dal mese di ottobre dello scorso anno.
 

I dettagli dell’operazione che hanno portato all’individuazione e al successivo arresto del latitante sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa svoltasi stamattina presso la Questura di Benevento. In particolare il personale della squadra mobile è riuscito a scoprire dove si era nascosto Giovanni Capone Perna ponendo in essere articolate indagini, anche di natura squisitamente tecnica attraverso accertamenti sul Web, in particolare sui più comuni social Network quali Facebook.
 

Il Capone Perna è stato rintracciato in Portogallo nella regione di Coimbra in un comune di 22.000 abitanti, Holivera do Hospital, dove si era rifatto una vita insieme ad una giovane donna portoghese di anni 25 che lo aveva reso padre di una bambina nel mese di gennaio 2012. Le indagini, frutto di altissima specializzazione del personale della prima sezione della Squadra Mobile di Benevento hanno consentito di localizzare l’abitazione del latitante e di ricostruire nei dettagli le giornate tipo dello stesso, dai locali che frequentava con la compagna, all’asilo nido ove accompagnava la figlia, agli istituti bancari presso i quali riceveva delle somme di danaro inviate da fiancheggiatori che sostenevano la sua latitanza. Nella serata del 02 maggio, dopo lungo pedinamento, tenutosi nelle strade della cittadina portoghese Giovanni Capone Perna in serata veniva bloccato all’uscita di un supermarket, in compagnia della propria donna.
 

L’uomo è stato associato in un carcere del Portogallo, in attesa dell’estradizione in Italia.
Predominante è stata la componente femminile della Polizia di Stato, infatti l’intera operazione ha visto come protagoniste due donne: la dott.ssa Giovanna Salerno quale Dirigente della Squadra Mobile di Benevento, ed un Sostituto Commissario del Servizio Centrale Operativo che ha partecipato materialmente alla cattura del latitante in Portogallo.

 

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