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POLITICA

Ennesimo omicidio sul lavoro, Potere al Popolo: una vicenda che tocca tutte e tutti

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“Questa mattina a Biandrate, a pochi chilometri da Novara, un sindacalista del Si Cobas di 37 anni, Adil, è stato ammazzato durante una manifestazione. Adil era impegnato in un picchetto davanti al deposito della LIDL in occasione dello sciopero contro le violenze a danno dei lavoratori delle ultime settimane. È stato investito da un camion – scrive Potere al Popolo Sannio – che ha forzato il presidio all’esterno del magazzino investendo i lavoratori. Non è la prima volta che accade: ricordiamo il caso del sindacalista Abd El Salam, delegato USB di 53 anni travolto da un tir il 14 settembre del 2016 durante le proteste a Piacenza.

Alla famiglia, alle compagne e ai compagni di Adil, al Si Cobas, va tutta la nostra vicinanza, le nostre condoglianze e la solidarietà. È l’ennesima tragedia del settore della logistica che non può passare sotto silenzio o restare impunita.

Oggi – continua nella nota – siamo impegnati in tutta Italia a sostenere lo sciopero unitario chiamato da Si Cobas, AdlCobas e USB, per la prima volta insieme, proprio per rispondere ai gravi attacchi squadristi che nei giorni passati hanno fatto feriti gravi e rischiato un altro morto.

Dobbiamo sapere che a misura di quanto i lavoratori alzano la testa, c’è una risposta violenta di grandi multinazionali, cooperative, padroncini, che faranno pressione su altri lavoratori, sulle forze dell’ordine, per sedare la lotta in ogni modo.

Questa violenza e queste ingiustizie devono finire e crediamo sia importante che in ogni territorio ci si mobiliti affinché non accada mai più.

Come Potere al Popolo – Sannio da tempo assistiamo anche sul nostro territorio alla continua erosione dei diritti dei lavoratori, sempre più spesso sottoposti a ricatti e soprusi intollerabili. Una realtà resa evidente non solo dai tragici episodi di morti sul lavoro che pure la nostra provincia ha conosciuto, ma anche dalla continua ed inesorabile emigrazione, soprattutto dei giovani, costretti ad andarsene proprio a causa di condizioni di lavoro iper precarie e insicure. Crediamo sia giunto il momento di far sentire la nostra voce ed invertire la rotta”.    

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