Sindacati
Clinica Gepos di Telese Terme, Taddeo (Cgil) punta il dito sui contratti di solidarietà

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“Per il quarto anno consecutivo l’ Amministrazione della Clinica Gepos di Telese Terme, nel convocare le organizzazioni sindacali, ha proposto il rinnovo del contratto di solidarietà per i lavoratori in nome della crisi recessiva che costringe a continui tagli, paventando persino dei licenziamenti”. Lo scrive in una nota il rappresentante della Fp Cgil Benevento – Sanità Privata, Pompeo Taddeo.
“Il punto però, – aggiunge Taddeo – è che il budget milionario erogato dalla Regione Campania in favore della Gepos è rimasto perfettamente inalterato negli anni, mentre i lavoratori sono stati indotti per ben 3 anni, a dover contribuire alla ricostituzione delle finanze aziendali in nome di uno spirito solidaristico virtualmente operato in loro favore al fine della conservazione del posto di lavoro ma, concretamente, lo spirito solidaristico si è rivelato più utile per le casse aziendali e per le operazioni manageriali invece che, più in generale, a beneficio di tutti coloro che transitano (a vario titolo) all’ interno della clinica.
Non è possibile – sottolinea nella nota – chiedere sforzi sempre alla stessa parte, i lavoratori, già ampiamente spremuti e continuamente chiamati a contribuire all’ incremento dei bilanci aziendali; ma poi: a favore di chi e di cosa?!
Abbiamo recentemente rilevato, e quindi chiesto conto, di alcune questioni relative a determinate figure professionali che svolgono servizio presso la clinica. Trattasi di lavoratori impiegati a partita iva, o sostituti di altri licenziati o, ancora, l’ assunzione di figure di alta specializzazione come qualche medico, il tutto senza ben specificare le esigenze organizzative e produttive relative alle piante organiche vigenti.
A tal fine – conclude Taddeo – abbiamo chiesto alla Clinica di fornire la documentazione necessaria a far luce non solo su tali situazioni, ma, soprattutto, per supportare in maniera scientifica l’ ennesima richiesta di sacrifico perpetrato sempre e solo sulla pelle dei lavoratori del comparto, nonostante il cospicuo budget di risorse pubbliche rimasto nel tempo inalterato”.