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La Città che Vogliamo: “Il corteo dei sindacati critico contro Governo e Comune locale. Gli amministratori lascino i palazzi”

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“Abbiamo assistito questa mattina all’iniziativa promossa delle tre organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil che hanno voluto protestare contro la legge di stabilità, tra l’altro bocciata dalla Comunità europea. Una legge di stabilità che penalizza fortemente una nazione in piena crisi socio-economica. Un governo che continua a martoriare le fasce sociali già in difficoltà.

Tutto ciò, secondo noi, è frutto del pasticcio post-elettorale con un Governo di nominati che non riescono a capire le reali condizioni del Paese, attenti solo al mantenimento del proprio status”. Lo scrive in una nota il Forum delle associazioni “La Città che vogliamo”.

“Un Governo – aggiunge – che non riesce in nulla, se non nelle applicazioni di nuove tasse cambiando le sigle ma la sostanza è la stessa, anzi. La storia non tradisce. Mai. E siamo certi che molto presto ci sarà una vera resa dei conti con i cittadini stanchi di essere perseguitati da chi fingendo di stare al Governo solo perché gli viene chiesto, ma non compendiamo chi, lo chiede, ma noi cittadini di certo, no. 

La manifestazione di Benevento – continua nella nota – ha assunto anche toni critici verso chi amministra questo territorio (Comune e Provincia), non esenti da gravi responsabilità politiche- amministrative. Finalmente qualcosa si muove.

Erano presenti, tra l’altro, studenti e Movimento lotta per la casa, uniti nella protesta e pronti a dichiarare il fallimento politico dei nostri amministratori, assenti ingiustificati, come sempre. Ci è sembrato che i nostri rilievi mossi precedentemente abbiano trovato nella manifestazione di questa mattina la naturale collocazione.

E’ giunto il momento – conclude l’associazione – di far capire a tutti gli amministratori, anche locali, che il tempo è ampiamente scaduto; lasciare i palazzi secondo noi è un atto dovuto per rispetto ai cittadini che avevano riposto fiducia verso di loro. Un simile gesto, sarebbe valutato segno di saggezza e non considerato un’ammissione di incapacità politica-amministrativa”.

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