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L’UniFortunato compie 18 anni. Il fondatore Colarusso racconta la nascita e guarda al futuro: “Il sogno? Un corso di laurea in Medicina”

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E’ il 17 aprile del 2003. A palazzo Chigi c’è il secondo governo Berlusconi; ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è Letizia Moratti che di lì a qualche anno sarebbe divenuta la prima donna sindaco di Milano. Sua – ventuno anni fa – la firma sul Decreto Ministeriale che definisce i criteri e le procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle Università statali e non statali e delle istituzioni universitarie abilitate a rilasciare titoli accademici. L’atto segna la nascita, in Italia, delle Università Telematiche. Nel Paese il tema è oggetto di ampia discussione. A Benevento no. Nessuno, d’altronde, poteva immaginare che proprio nel capoluogo sannita sarebbe sorto il primo ateneo online del Sud. Ancora ad aprile ma nel 2006, giorno 13. Battuta sul tempo la napoletana Pegaso che il via libera dal Miur l’ottiene una settimana dopo. Ancora oggi sono queste le uniche due – delle undici esistenti –  Università Telematiche fondate al di sotto della Capitale. E che ci sia un po’ di Mezzogiorno in questa storia lo dice anche la scelta di dedicare a Giustino Fortunato – meridionalista ed esponente della sinistra storica – la neonata istituzione. A volerlo il professore-imprenditore Angelo Colarusso. L’UniFortunato è una sua creatura. E proprio in queste ore raggiunge un traguardo importante: 18 anni, la maggiore età.

Un traguardo non affatto scontato considerato lo scetticismo che agli inizi degli anni Duemila accompagnò la decisione dell’allora ministro Letizia Moratti di istituire le Università Telematiche.

“Personalmente ho sempre considerato fondamentale  la nascita delle “Università a distanza o telematiche”, cosa che accadeva già da tempo negli Stati Uniti, in Francia in Inghilterra ed in altri Paesi d’Europa. E’ una grande positività alla quale il tempo ha poi dato ragione in termini di operatività e qualità”.

Gli inizi, la decisione di fondare l’Università Giustino Fortunato: cosa la spinse ad investire in questo campo?

“L’idea di dare vita ad una Università telematica nasce dopo aver assistito ad un intervento chirurgico alla prostata  eseguito in un Centro medico di alto profilo negli Stati Uniti in diretta con l’Ospedale di Chieti, dove mi trovavo casualmente assieme ad un  amico medico che mi ha dato l’opportunità di assistere a questo grande evento innovativo”.

Apriamo una parentesi su di lei: come inizia il suo percorso di imprenditore?

“All’età di ottanta anni sono orgoglioso del percorso compiuto, iniziato con l’insegnamento della matematica nelle scuole. La prima esperienza a Flumeri ed in altri centri dell’Irpinia come supplente, per poi  diventare docente di ruolo  a Torino  presso l’Istituto Magarotto. Oltre al ruolo di insegnante, mi sono sempre dato da fare svolgendo  parallelamente anche piccole attività imprenditoriali che hanno consentito a me e alla mia famiglia di vivere con maggiore tranquillità. Successivamente mi sono trasferito a Roma dove ho assunto l’incarico di ispettore del Ministero dell’Istruzione, una esperienza che mi ha poi consentito di dare vita ad una scuola privata legalmente riconosciuta dallo Stato con sede a Benevento”.

E sì, perchè prima ancora dell’UniFortunato a Benevento ricordiamo l’Istituto Cattaneo, altra creatura della sua associazione Efiro.

“L’Istituto tecnico commerciale Cattaneo nasce a Benevento nel 1976 con cinque insegnanti e quattro studenti. Abbiamo poi allargato la nostra offerta formativa anche ai diplomi per  Geometra e di Odontotecnico con laboratori di eccellenza. Un percorso ambizioso e ricco di soddisfazioni che ha formato circa 700 docenti poi impiegati a tempo indeterminato nella scuola statale”.

Quale l’accoglienza della Città – a partire dalle istituzioni – alla nascita dell’UniFortunato?

“Vorrei ricordare innanzitutto che la nascita dell’UniFortunato viene istituita  con la firma del Decreto da parte dell’allora Ministro Letizia Moratti (13 Aprile 2006). La Città di Benevento all’inizio non aveva compreso bene il percorso e l’importanza di una Università telematica, nata da una precedente esperienza vissuta  nella Capitale nel 1998 quando fui invitato dalla Fondazione San Pio V a dar vita ad una Università legalmente riconosciuta, la “Libera Università San Pio V”. La finalità era  quella di occuparmi della formazione a distanza, un’operazione riuscita perfettamente spalancando le porte all’ UniFortunato, che vanta il nome  di uno tra i più importanti politici e storici italiani, rappresentante del Meridionalismo “Giustino Fortunato”.

Rispetto agli altri atenei telematici l’UniFortunato si è distinta sin da subito per la scelta di puntare su personalità di prestigio per la propria rappresentanza. Penso ad Augusto Fantozzi, rettore per quasi un decennio e un passato da ministro ma anche a Gianni Locatelli, presidente del Cda, giornalista di livello e anche direttore de ‘Il Sole 24 Ore’: quale messaggio lanciavano queste scelte?

“Abbiamo puntato sempre su serietà, qualità e credibilità per il nostro Ateneo; i nomi che lei ha citato sono, infatti, solo alcuni dei più rappresentativi. Il nostro Consiglio di Amministrazione, presieduto dal dott. Locatelli,  è costituito da professionisti di alto profilo riconosciuti in tutto il nostro Paese. Nessun componente della famiglia Colarusso, ad iniziare dal sottoscritto, vi ha fatto mai parte. Vorrei ricordare che il primo direttore amministrativo si chiamava Innocenzo Santoro, proveniente dal MIUR, punto di riferimento dei colleghi delle altre Università italiane, autore di numerosi manuali di diritto amministrativo e Presidente del Codau, Associazione nazionale dei Direttori Amministrativi delle Università”.

Già nel 2009 la scelta di affiancare all’e-learning  la modalità di lezione classica, ‘in presenza’: tra le prime università telematiche – se non la prima – a compiere questo passo: alcuni lo lessero come un guanto di sfida all’UniSannio?

“Nessuna sfida, anzi tanta collaborazione con l’Università statale a maggior ragione perchè è presente a Benevento dal 1991. Alcuni docenti dell’Unisannio hanno collaborato anche alla crescita del nostro ateneo telematico”.

Tra il 2011 e il 2021 gli atenei tradizionali hanno perso circa 20mila studenti, per le università telematiche la crescita è stata del 410%: ci avevate visto giusto?

“Non siamo amanti dei grandi numeri, possiamo gestire ad oggi non più di 7mila studenti, altrimenti non lavoreremmo con serietà e rispetto di chi ci ha scelto e delle loro famiglie. Il nostro obiettivo è quello di garantire la qualità accademica ed il monitoraggio del percorso di studi degli iscritti all’UniFortunato”.

Vi accusano ancora di essere una università di serie b? E se sì, cosa risponde?

“Non abbiamo mai pensato di essere una Università di Serie A, B o C. Ci presentiamo con delle caratteristiche a mio giudizio fondamentali: “Serietà e Correttezza amministrativa, didattica ed accademica”. Riteniamo di aver scelto docenti qualificati proprio per garantire la qualità dei nostri corsi di laurea e la formazione dei nostri studenti. Noi siamo consapevoli di fare parte dell’unico sistema universitario nazionale”.

Un po’ di numeri e di cifre utili a raccontare l’UniFortunato: quanti sono i vostri iscritti? Che fascia d’età rappresentano? Qual è il vostro grado di attrazione nei confronti degli studenti sanniti?

“Possiamo contare attualmente su circa 3900 studenti, di cui  50%  sannita e l’altro 50% proveniente da altre parti d’Italia. La fascia d’età va dai neo diplomati a quella rappresentata, invece, da persone che già sono all’interno del ciclo produttivo e che vogliono realizzare il sogno della laurea oppure  qualificare il loro percorso professionale”.

Università Telematica ma con una interlocuzione costante con il territorio sannita: sono tante le iniziative messe in campo dal Rettorato e dal corpo docente. Che funzione può svolgere il vostro ateneo nelle dinamiche di sviluppo locali?

“La nostra offerta formativa è molto competitiva, e ciò consente di avere immediatamente uno sbocco nel mondo lavorativo. Inoltre, l’UniFortunato nel capoluogo sannita impiega attualmente 28 professori di ruolo di prima e seconda fascia, 100 professori a contratto, 15 ricercatori, 40 tutor e 35 dipendenti amministrativi. Stiamo parlando di ben 220 dipendenti, quasi quanto una piccola o media azienda”.

Festeggiati i diciotto anni di vita qual è il prossimo obiettivo?

“Il primo obiettivo è di arrivare alla soglia dei 7mila studenti. Il  sogno più grande è quello di attivare un corso di Laurea in Medicina e Chirurgia per un massimo di 80 studenti; siamo, infatti, disponibili sia finanziariamente, sia strutturalmente e sia scientificamente a concretizzare questo importante progetto per la Città di Benevento”.

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