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Dall’Ucraina a Benevento: ‘Mio padre solo in Patria. Ho percorso km a piedi per salvarmi’
La storia di Nina Malanchuk , da 21 anni nel Sannio. Tornata a casa per il funerale della madre, è stata costretta a lasciare in Ucraina il padre anziano, impossibilitato a raggiungere la frontiera: 'Ho dovuto scegliere tra lui e mio figlio'. E intanto la comunità ucraina di Benevento vive il primo tragico lutto causato dalla guerraAscolta la lettura dell'articolo
L’eco della guerra risuona forte anche a Benevento, dove nel pomeriggio, durante l’iter di costituzione del comitato ucraino ideato per gestire l’emergenza, lo squillo di un cellulare ha trasformato un momento di aggregazione in un autentico incubo. Una donna originaria di Kharkiv, residente da anni in città, appena giunta a Palazzo Paolo V, sede dell’appuntamento con i propri connazionali, è stata raggiunta dalla peggior telefonata che una madre possa mai ricevere.
La voce all’altro capo dello smartphone le ha comunicato il decesso del figlio, ventenne arruolatosi nell’esercito di resistenza ucraino e spirato in seguito alle ferite riportate un paio di giorni fa sul campo di battaglia.
La donna, ex professoressa di storia già provata da ore e ore di incertezza relativa alle sorti del ragazzo, è immediatamente scoppiata in un pianto a dirotto, accasciandosi al suolo e venendo soccorsa dai presenti, visibilmente sconvolti e raggelati dall’accaduto. Struggente l’abbraccio tra la madre e la giovanissima figlia, le cui lacrime rappresentano l’ennesima, dolorosa testimonianza degli orrori di una guerra capace di artigliare il cuore in una serrata morsa di angoscia e disperazione, stravolgendo anche le esistenze di chi si trova a centinaia e centinaia di chilometri dal conflitto.
Il drammatico episodio ha inevitabilmente sospeso le procedure di costituzione del comitato ‘Ucraina Benevento’, da considerarsi comunque virtualmente completato. ”L’idea è quella di creare un punto di riferimento per la nostra comunità, da considerarsi utile anche da un punto di vista linguistico – le parole di Tetiana Shyshnyak, referente del progetto -. Arriveranno molti profughi e sarà importante l’accoglienza dei propri connazionali”. Nei prossimi giorni, infatti, si terrà un secondo meeting, stavolta aperto anche a cittadini beneventani desiderosi di apportare il proprio contributo alla causa ucraina.
La nascita del comitato è stata inoltre l’occasione per raccontare ulteriori testimonianze dell’incubo bellico, tra cui spicca quella di Nina Malanchuk, ucraina residente a San Giorgio del Sannio da 21 anni, appena rientrata in città tra mille peripezie dopo una fugace visita ai familiari bloccati in patria. ”La guerra è scoppiata proprio mentre mi trovavo in Ucraina per i funerali di mia madre – il suo racconto – . Per tornare nel Sannio ho dovuto percorrere 15 chilometri a piedi per raggiungere la frontiera rumena, ma ho lasciato mio padre solo in patria perché troppo anziano per un simile sforzo”.