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SANNIO

Violenza sulle donne: il 23 e il 25 novembre porte aperte nella Casa di Cura Gepos

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Il 23 e il 25 novembre porte aperte nella Casa di Cura Gepos, struttura con i Bollini Rosa di Fondazione Onda, alle donne vittime di violenza.

La clinica telesina infatti ha aderito alla settimana della Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con l’(H)-Open Week dedicato alle donne vittime di violenza. Negli ospedali aderenti al network Bollini Rosa, infatti, saranno disponibili servizi gratuiti rivolti alla popolazione femminile con l’obiettivo di supportare coloro che sono vittime di violenza e incoraggiarle a rompere il silenzio, fornendo strumenti concreti e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto.

Sarà possibile, previa prenotazione, da lunedì 22 novembre a mercoledì 24 novembre, telefonando al numero 3701586787, dalle 11.30 alle 13, accedere ai servizi di Prima Assistenza (visita generica e indagine clinico strumentale ove se ne ravvisasse il bisogno) nei giorni 23 e 25 novembre. Il pomeriggio del 25 novembre, invece, saranno messi a disposizione colloqui psicologici gratuiti per le vittime di violenza con la dottoressa Giulia Brescia, psicologa clinica, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e terapeuta EMDR.

L’iniziativa fa parte del progetto di sensibilizzazione “La violenza ha molti volti: nessuna maschera per combatterla”, una campagna social promossa da Fondazione Onda.

La direttrice della Casa di Cura Gepos, Marcella De Vizia, si è detta fortemente orgogliosa dell’adesione della sua struttura: “Da anni abbiamo una attenzione particolare per le donne. Così come da anni assistiamo all’accesso in Prima Assistenza di donne che non hanno la capacità di denunciare i probabili abusi subiti. Non è loro la colpa, ma nostra, per via della mancanza di una rete che le faccia sentire al sicuro e con una prospettiva. Questo è solo il primo passo che siamo intenzionati a compiere per prestare tutto il nostro aiuto, affinché la violenza sulle donne venga arginata, grazie all’impegno di tutti i presidi territoriali”.

“Già prima della pandemia”, afferma Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda, “la violenza di genere rappresentava una grave emergenza sociale. Le misure di contenimento in atto dallo scorso anno hanno ulteriormente peggiorato la situazione di molte donne che si sono trovate forzatamente confinate, intrappolate tra le mura domestiche, rendendo ancora più difficile chiedere aiuto. L’obiettivo di questa iniziativa è avvicinare le donne alla rete di servizi antiviolenza che dispongono di percorsi di accoglienza protetta e progetti di continuità assistenziale e di sostegno”.

Secondo i dati dell’indagine ISTAT, le richieste di aiuto durante la pandemia sono molto aumentate: nel periodo di lockdown forzato si è verificato un notevole aumento di violenza domestica, le chiamate effettuate verso il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking hanno avuto un andamento crescente a partire da marzo 2020, arrivando a più di 15 mila a fine anno, con un aumento del 79,5 per cento rispetto al 2019. Sono stati registrati picchi di richieste di aiuto ad aprile 2020 con +176,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2019, e a maggio, +182,2 rispetto al 2019.1

La ricorrenza del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, rappresenta una data significativa poiché agisce sulle vittime come effetto motivazionale nella ricerca di un supporto esterno: nel 2020 le chiamate sono più che raddoppiate in quella singola data rispetto all’anno precedente arrivando a 147 contatti in un giorno, cioè +114,1 per cento rispetto al 2019.1

L’iniziativa gode del patrocinio di Camera dei Deputati, CNR, Fondazione Libellula, Donne per strada ed è resa possibile anche grazie al contributo incondizionato di Aurobindo, Boehringer Ingelheim Italia e Korian.

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