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Opinioni

Caro sindaco, anche i bambini hanno bisogno di un assessorato

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Finita l’ubriacatura mediatica della campagna elettorale con le amministrative e le successive analisi di voto, a Benevento i fari sono ora puntati sulla composizione della Giunta e sui primi 100 giorni di governo del riconfermato sindaco Clemente Mastella.

Andiamo al dunque rilanciando una vecchia idea che avevamo proposto qualche mese fa a proposito di programmi ed esigenze della comunità. Sarebbe interessante se la nuova Giunta di Palazzo Mosti – che prenderà forma nei primi giorni di novembre – avesse un Assessorato ai Bambini con un delegato preposto ad aiutare le famiglie beneventane, i genitori single o separati o chiunque debba crescere minori nella nostra città. Nulla di irrealizzabile, per carità: si tratterebbe – come già proposto in altre città italiane e nel 2016 dal candidato sindaco di Benevento, Raffaele Del Vecchio – di progettare misure concrete ed efficaci per i più piccoli. Una delega che integrerebbe quella ai Servizi Sociali.

Sarebbe un passo in avanti significativo che darebbe continuità alla bella iniziativa già intrapresa con il trasporto scolastico e la mensa scolastica gratuiti: al momento per quest’ultima, infatti, sino alla soglia ISEE di € 21.000,00 è prevista una contribuzione pari al 100% della tariffa. Oltre la soglia ISEE di € 21.000,00, invece, la contribuzione è pari al 70% della tariffa. A queste azioni meritevoli si aggiunge anche l’investimento nella prima infanzia con l’apertura dei due asili nido comunali, il ‘Carlotta Nobile’ al Rione Ferrovia e il ‘Mario Zerella’ a Pacevecchia.

Del resto, lo stesso Mastella ha affermato nel suo programma elettorale che “la famiglia sarà come già in passato la stella polare delle politiche sociali. Perché riteniamo – ha scritto – che il ruolo della famiglia sia cruciale: è il luogo fisico, affettivo e trasversale dove, molto spesso, si trovano le uniche risposte alle problematiche vissute. Per questo va sostenuta, come vanno sostenuti tutti i suoi componenti”. Così come la scuola che – ha aggiunto – “dovrà essere il luogo dove sarà possibile svolgere tante attività, da quelle sportive a quelle ricreative, dove studiare non significherà più solo ascoltare le lezioni seduto tra i banchi. Ogni plesso avrà il suo giardino, il suo orto, il suo spazio all’aperto dove sviluppare nuove competenze e fare nuove esperienze”.

I bambini sono stati nominati più volte nel corso della campagna elettorale dal primo cittadino che, nel giorno stesso della proclamazione in Tribunale, si è recato alla mensa della Sant’Angelo a Sasso dove ha pranzato con i minori ‘autografando’ anche le loro manine.

E allora cosa fare? In altri posti l’Assessorato ai Bambini è stato oggetto di discussione e riflessione (come ha scritto Stefano Rossetti dei Socialisti a Milano) attraverso misure semplici ma di supporto concreto: ridurre le tasse comunali alle famiglie che hanno almeno tre figli; rimborsare l’IVA per i prodotti essenziali per il neonato; l’istituzione di un piccolo reddito di natalità; ripensare il “bonus bebè” e il “bonus tate”; favorire lo sviluppo degli asili redistribuendo adeguatamente i fondi per la famiglia e rivalutando il sistema di calcolo dell’ISEE in modo che si possa ridurre il costo medio della retta dell’asilo; offrire incentivi alle aziende che si dotano di un asilo nido interno; istituire uno sportello comunale – con facile accesso anche on line – per aiutare le famiglie a detrarre quelle spese e che permetta, con un servizio di consulenze ad hoc, di trovare, anche a livello regionale e nazionale, sovvenzioni e aiuti; valutare, per ogni singola scuola che lo richieda, un capillare servizio di navette sovvenzionato in parte dal Comune ed in parte con sponsorizzazioni private, in sostegno delle famiglie impossibilitate, che permetta il facile trasferimento di bambini verso le attività parascolastiche e sportive.

L’Unicef ha istituito da qualche anno un network composto dalle città amiche dei bambini. Alla base del concetto sta un manifesto che comprende una serie di indicazioni minime: oltre al diritto di accesso ai servizi di base senza alcuna discriminazione, al diritto alla salute, all’educazione e all’incolumità, una città deve garantire il rispetto del diritto di partecipazione alla vita sociale, di influenza sulle decisioni e di libertà di espressione. A questi si aggiungono il diritto di vivere in un ambiente non inquinato e quello di poter accedere a spazi verdi e strade non pericolose.

L’attivazione di un assessorato specifico servirebbe ad incrementare e migliorare l’offerta complessiva dei servizi alla prima, seconda e terza infanzia dando una risposta sociale ed educativa.

Un primo step potrebbe aiutare a dare una nuova prospettiva per Benevento attraverso la quale dare forma a politiche di progettazione urbana capaci di prendere in considerazione le reali esigenze dei cittadini, in particolare quelle dei più piccoli. Se ci mettessimo a guardare la città dall’altezza degli occhi di un bambino, infatti, ci accorgeremmo che è molto diversa dalla nostra. (G.F.)

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