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Covid e influenza, medici di base in affanno. Abbate: ‘Scelte politiche poco lungimiranti’
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Scarsa efficienza e poca competenza nella gestione della seconda ondata dell’emergenza sanitaria da coronovirus: è quanto si evince dalle parole del medico di famiglia neoeletto nel Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici di Benevento e consigliere regionale, Luigi Abbate, che ha analizzato questo momento di difficoltà per i medici di base in affanno nell’affrontare la diffusione dell’epidemia e il contrasto all’influenza stagionale.
Alla pressione cui sono sottoposte le aziende sanitarie locali e al sovraffollamento degli ospedali, infatti, si uniscono le difficoltà quotidiane cui stanno andando incontro i medici di base che sono chiamati a prevenire anche l’influenza stagionale con la somministrazione a domicilio o nei propri studi del vaccino antinfluenzale.
A loro è stato chiesto, come è noto, anche di fare i tamponi per il tracciamento del Sars Cov 2, meglio conosciuto come coronavirus, “in molti casi – ha denunciato – Abbate – senza aver in dotazione i dispositivi necessari di sicurezza e di protezione individuali e rischiando in questo modo di diventare vettori del contagio.”
Insomma, una situazione di allarme e di confusione che “rischia – ha detto – di lasciare indietro la gestione di altre patologie che pur rimangono e che potrebbero determinare più morti della Covid.” “Il virus – ha poi evidenziato – è meno aggressivo e questo ci consente di mantenere sotto controllo i pazienti.”
Secondo Abbate è necessario ascoltare le istanze provenienti dal territorio. In merito al potenziamento della medicina territoriale nel Sannio, pur invocato dal governatore De Luca nel periodo della campagna elettorale annunciando la riapertura a ottobre, ancora non avvenuta, dell’ospedale di Cerreto Sannita come ospedale di comunità, e alle richieste giunte da più parti di destinare alla gestione dell’epidemia strutture ospedaliere al momento inutilizzate come quelle di Cerreto Sannita o di San Bartolomeo in Galdo, Abbate ha sottolineato che la necessità prima di tutto è quella di dotarle di operatori sanitari che, al momento, mancano.
Dunque, una denuncia soft di scelte politiche in un certo senso poco coerenti in termini di tempistica e di risposta delle esigenze territoriali, che, purtroppo, si legano a dinamiche che guardano poco alla meritocrazia e alle competenze.
Testimonianza di questo è l’ipotesi lanciata nelle scorse ore proprio di Abbate di aderire in Consiglio regionale al Gruppo misto perché, in vista delle composizioni delle commissioni consiliari, gli è stata proposta la commissione Infrastrutture piuttosto che quella della Sanità in cui, invece, le sue competenze professionali potrebbe essere di maggiore contributo in questo momento di emergenza sanitaria.
Infine, la proposta di garantire un reddito universale a fronte di chiusure almeno per un mese in questo momento di emergenza in cui necessità sanitarie e necessità economiche spessi mal si conciliano.
Le dichiarazioni nel servizio video