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Cittadini

L’appello di don Pietro D’Angelo al Governo: ‘Avete dimenticato gli aiuti agli invalidi civili’

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Don Pietro D’Angelo, rettore del Santuario diocesano di San Nicola Vescovo a San Nicola Manfredi, rivolge pubblicamente tramite Facebook un appello al Governo intervenendo, in modo forte ed incisivo, in merito all’ultimo Decreto governativo “Rilancio” di maggio (ex Decreto “Cura Italia” di Aprile) che ha tagliato fuori alcune categorie fragili e a rischio, soffermandosi in modo particolare sugli invalidi civili. “Faccio pubblicamente un appello al nostro Governo, che da mesi assicura agli italiani sostegni economici per tutte le categorie affermando e assicurando che “nessuno resterà indietro”. A parte i tanti che sono rimasti indietro, nonostante rassicurazioni e promesse, – scrive il sacerdote – mi faccio voce di una categoria che da anni non è presa proprio in considerazione: gli invalidi civili. Uomini, donne e bambini che devono portare nonché sopportare quotidianamente il peso di una fragilità a motivo della loro invalidità e che, oltre al danno, subiscono la beffa di ricevere una misera pensione di invalidità civile, da tempo bloccata alla irrisoria cifra di circa 285 euro al mese.

A causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, questa categoria (attraverso i relativi portavoce, appartenenti alle associazioni di categoria) ha chiesto esplicitamente al Governo di prendere provvedimenti, affinché si potesse assicurare una pensione dignitosa (in un momento in cui alla crisi sanitaria si aggiunge una gravissima crisi economica). La risposta la conosciamo tutti, nel nuovo Decreto gli invalidi civili sono stati nuovamente dimenticati. In compenso hanno pensato al bonus per le vacanze o per l’acquisto di monopattini e biciclette, ed un ministro si è commosso (così tanto da non riuscire a trattenere le lacrime) per l’approvazione del provvedimento che prevede la regolarizzazione dei braccianti agricoli stranieri; ministro che in precedenza aveva addirittura minacciato il Governo di rassegnare le proprie dimissioni se la sua richiesta non fosse stata presa in considerazione. Va bene tutto, per onestà intellettuale voglio anche dire che qualcosa di buono effettivamente la stanno facendo, tuttavia, non accetto la presa in giro di un Governo che fa finta di pensare a tutti dicendo, appunto, che non hanno escluso nessuno. In questo modo si offende non solo l’intelligenza ma anche la dignità di coloro che non sono stati presi in considerazione, completamente dimenticati.

Quella della pensione di invalidità civile – prosegue nell’appello – è una faccenda atavica, che soprattutto in questo momento storico avrebbe dovuto essere risolta una volta per tutte. Giusto per essere precisi, dopo che il Governo ha approvato reddito e pensione di cittadinanza, per equità e rispetto nei confronti di una categoria altrettanto bisognosa di aiuto e sostegno economico, si chiedeva già all’epoca di equiparare la pensione di invalidità civile almeno al reddito di cittadinanza, portandola a 780 euro al mese. Dunque, il Governo ha fatto orecchie da mercante sia allora che adesso. Probabilmente i disagi e i problemi economici degli invalidi civili non interessano a nessuno.

Mi faccio portavoce di chi ancora una volta non ha voce, o meglio, di chi ha provato più volte a far sentire la sua voce per difendere la propria dignità ma non è stato ascoltato. Spero che la mia “denuncia” – conclude D’Angelo – arrivi a chi di dovere, magari a qualche ministro, il quale, anche senza piangere e minacciare di abbandonare la propria poltrona, possa farsi carico di trattare la questione nelle sedi opportune e magari farla risolvere al più presto possibile”.

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